Il valore assoluto dell’accoglienza parte dai banchi di scuola, dove s’impara l’importanza della diversità nel percorso di crescita, anche attraverso il prezioso strumento dello sport, che pone tutti dinanzi agli stessi ostacoli da superare lanciando la sfida più autentica delle "pari opportunità", del garantire a tutti i mezzi adeguati per raggiungere i medesimi obiettivi, anche grazie alla ricerca e alla tecnologia che offre innovative risorse. “Sport&Scienza. Scuola, inclusione, autismo ... e non solo” è il tema dell’evento web organizzato nell’ambito della GDS Academy del progetto “Gazzetta del Sud in classe con Noi Magazine” promosso oggi da Società Editrice Sud in occasione della Giornata mondiale per la consapevolezza dell’Autismo.
Una stimolante opportunità di confronto legata a esperienze personali e collettive, che studentesse e studenti delle scuole messinesi e calabresi hanno potuto condividere con esponenti del mondo dello sport e della ricerca scientifica, nella certezza che la necessità di accogliere e essere accolti interessa tutti. Che l'apertura all'altro arricchisce chi la riceve, ma anche chi la offre, moltiplicando l'empatia che rende più facile ascoltare e comunicare i propri bisogni, ansie, difficoltà, senza la paura di essere derisi o esclusi.
Impegnarci insieme per una società migliore
A coordinare il webinar svoltosi in modalità mista, dall’auditorium SES Fondazione Bonino Pulejo la giornalista Natalia La Rosa, responsabile dell’inserto Noi Magazine, che ha portato il saluto del presidente e direttore editoriale di Società Editrice Sud Lino Morgante. L'evento è stato promosso in collaborazione con il Consiglio nazionale delle Ricerche e con il Comitato Italiano Paralimpico i cui vertici, nei videomessaggi di saluto, hanno ribadito la condivisione per una iniziativa che veicola i valori promossi nelle rispettive attività, in ambiti diversi ma con obiettivi convergenti. La presidente del Cnr Maria Chiara Carrozza ha in particolare sottolineato l'impegno profuso a Messina nell'avviare l'innovativo progetto Inter Pares, rivolto alle persone con autismo con un modello proficuamente fondato sull'impegno dell'ente per lo sviluppo di metodologie avanzate che facilitino i percorsi d’inclusione, offrendo un’adeguata risposta alle famiglie che necessitano di assistenza qualificata,. Il presidente del Cip Luca Pancalli ha rimarcato la necessità di un impegno comune per una "società migliore", capace di colmare con gli strumenti adeguati il gap di chi deve essere aiutato a valorizzare al meglio ciò che sa fare.
Non importano i risultati, ma gli sforzi
Preziosa la testimonianza della campionessa paralimpica di tennistavolo Giada Rossi, medaglia d’oro ai Campionati europei 2019 e di bronzo alle Paralimpiadi di Rio 2016 e Tokio 2020. A 14 anni dall’incidente che le ha provocato una tetraplegia la giovane friulana, ha raccontato il suo percorso di “rinascita” legato alla scuola e allo sport, grazie ai quali è riuscita a “rimettersi in gioco”. “Non importano i risultati ma gli sforzi fatti per raggiungerli” ha detto Giada ai ragazzi e alle ragazze in collegamento, spronandoli a vivere anche i fallimenti come “molle che spingono a ripartire”.
Una grande lezione di vita la sua, che ha permesso anche al suo allenatore sin dagli esordi in nazionale, Alessandro Arcigli, direttore tecnico paralimpico della Federazione italiana tennis tavolo e delegato provinciale del Coni Messina, di comprendere che “le differenze sono un valore aggiunto”. Arcigli, forte dell'esperienza maturata nel lungo percorso professionale che lo ha portato dalle Olimpiadi di Atlanta 1996 alle Paralimpiadi di Tokio 2020, si è soffermato sul valore del binomio scuola-sport, vincente nei percorsi d’inclusione. “Una metafora di ciò che vorremmo che avvenisse in tutti gli ambiti sociali per ottenere quel riconoscimento di cittadinanza del quale siamo tutti portatori sani”, come aveva rilevato il presidente Pancalli. Un impegno virtuoso quello del Cip, che negli ultimi 20 anni proprio grazie a lui ha dato un ruolo di rilievo allo sport paralimpico, attraverso il quale le persone con disabilità possono esprimere le proprie potenzialità, “guardando a ciò che hanno e non ciò che hanno perso” ha detto Pancalli, che a 17 anni riportò la paralisi degli arti inferiori in seguito ad una caduta da cavallo durante un meetting internazionale di pentathlon moderno.
Un impegno per la promozione sportiva senza barriere condiviso dai Comitati paralimpici regionali e dalle delegazioni provinciali con le scuole, un luogo virtuoso per la divulgazione di buone prassi d’inclusione, come hanno ricordato i presidenti del Cip Calabria Antonino Scagliola e del Cip Sicilia Salvatore Mussoni e il delegato per Messina Francesco Giorgio parlando del progetto per lo sport paralimpico a scuola, un percorso di orientamento e formazione per alunne e alunni con bisogni speciali altamente inclusivo in sinergia con le società sportive, in linea con le attitudini motorie e cognitive dei soggetti coinvolti, al quale hanno già aderito numerosi istituti comprensivi e superiori. Risorse umane e finanziarie per gli istituti (che possono avere fondi fino a 5000 euro) verso i quali gli enti di Sicilia e Calabria hanno dato massima disponibilità nell'attivazione dei progetti (info alle mail: [email protected] e [email protected]).
Tessere di un grande puzzle: ognuna è necessaria
Fra le scuole messinesi che hanno sperimentato la bellezza del progetto, l’Istituto comprensivo “Catalfamo” diretto da Angelo Cavallaro; “un’opportunità di socializzazione grazie alla quale abbiamo compreso che possiamo superare i nostri limiti aprendoci agli altri”, ha detto l’alunna Martina. Nulla dunque è impossibile, c’è sempre un’altra opportunità: è questa la più grande lezione che le comunità studentesche hanno imparato, soprattutto dopo l’esperienza della pandemia e alla luce del recente conflitto, fonte di una nuova e drammatica occasione per un umanitario esercizio di vera accoglienza, come ha ricordato il vice presidente della consulta studentesca di Catanzaro Bruno Rachiele, intervenuto con la docente coordinatrice delle Consulte della Calabria Franca Falduto.
“Il mondo è come un puzzle e ognuno di noi è una tessera essenziale”, ha detto Bruno menzionando la figura di Anna Barbaro, campionessa reggina, medaglia d’argento alle Paralimpiadi di Tokyo e ai Mondiali di Paratriathlon ad Abu Dhabi che le consulte hanno incontrato ricevendone una preziosa testimonianza di coraggio. “Inserire, accorpare in un tutto”: è questa l’etimologia della parola “inclusione” dalla quale studentesse e studenti dell’istituto comprensivo “L. Settino” di San Pietro in Guarano Cosenza, diretto dalla preside Rosanna Rizzo sono partiti per raccontare il percorso della loro comunità scolastica, nella quale “nessuno deve essere lasciato indietro”. Un cammino formativo ricco, nel quale si realizza la piena inclusione dei soggetti con bisogni educativi speciali anche attraverso l’alternanza scuola lavoro nelle aziende locali, come accade all’Istituto d’istruzione superiore “Antonello” di Messina diretto dalla preside Laura Tringali, centro scolastico territoriale di supporto per l’Autismo, che, ad esempio, è stato in grado di inserire alunni con disabilità come Lorenzo nell'ambito concreto di attività lavorative.
L'autismo: palestra di accoglienza
Una patologia sempre più diffusa, un grande paradigma d'inclusione: l'autismo insegna ad essere flessibili, a riordinare le priorità, a ripensare la socialità, ad essere pronti a metabolizzare tutte le "unicità". E grazie a Carlo e Marco, due compagni con difficoltà, le alunne e gli alunni dell’istituto comprensivo “Archi Falcomatà” di Reggio Calabria, diretto dalla preside Serafina Corrado, hanno sperimentato la possibilità di “adattarsi anche a cambiamenti drastici e ad affrontare le avversità della vita”. E per le persone con autismo parte da Messina il modello“Inter Pares”, l’innovativo progetto realizzato dal CNR, in sinergia con enti e istituzioni e con il mondo scolastico, fondato sulla ricerca scientifica avanzata e sull’integrazione sociolavorativa. A spiegarne i dettagli l'ing. Giovanni Pioggia, responsabile dell'Irib Cnr, che a Messina, all'Istituto Marino di Mortelle (dove si collabora anche con il Cip per attività sportive specialistiche) ha avviato una vera e propria "cittadella dell'inclusione" fondata su tre direttrici: formazione, ricerca, contatto con il territorio. Una strategia fondata anche sulle bioteconologie che coinvolgerà 300 famiglie in tre anni, rivolgendosi anche all'ambiente scolastico per la formazione dei docenti e del personale e diventando uno strumento effettivo d’inclusione sociale, grazie al coinvolgimento di imprese del territorio che, beneficiando delle 60 borse di lavoro previste dal progetto, potranno offrire concrete opportunità di inserimento per persone con autismo, rispettandone abilità e competenze attraverso una dimensione partecipativa reale
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