Venerdì 22 Novembre 2024

Regione Calabria, parte il "totoassessori": ecco le prime ipotesi

Pietro Molinaro, la Lega punta su di lui come assessore all’Agricoltura
Giuseppe Neri è uno dei favoriti per la presidenza del Consiglio regionale se dovesse toccare a Fratelli d’Italia
Luca Morrone è uno degli aspiranti in giunta in quota Fratelli d’Italia
Fausto Orsomarso
Tilde Minasi, si fa il suo nome se il nome di presente del Consiglio regionale dovesse toccare alla Lega
La presidente della Regione Jole Santelli

Smaltita la sbornia dei festeggiamenti, per Jole Santelli si apre una fase di intense trattative politiche. La neo eletta presidente della Regione dovrà trovare un’intesa con i partiti della coalizione di centrodestra per definire la Giunta. L’obiettivo è arrivare alla prima seduta del Consiglio con gli assessori già nominati. Lo Statuto calabrese - nella sua versione più recente - consente alla governatrice di designare al massimo sette assessori, con una rappresentanza di genere che dovrà essere garantita almeno nella misura del 30 per cento. Dunque, dovranno essere almeno due le donne presenti nell’esecutivo. La Magna Charta calabrese non pone, invece, nessun vincolo sulla nomina di assessori esterni. Teoricamente la presidente - così come ha fatto di recente Mario Oliverio - potrebbe nominare tutte personalità non elette in Consiglio. Si tratta solo di un’ipotesi, non semplice da attuare. Già, perché sarà difficile deludere completamente le aspettative degli eletti che ora ambiscono a un posto in Giunta. Trovare la quadra, dunque, sarà un esercizio complicato. Lega e Fratelli d’Italia, i due partiti arrivati alle spalle di Forza Italia per numero di consensi e seggi, rivendicano spazio e non sono disposti a concedere altro terreno - dopo aver ceduto sulla presidenza - negli assetti di governo. Peccato che le legittime ambizioni di salviniani e meloniani si scontrino con l’impostazione che Santelli vorrebbe dare. Parlando ai cronisti nella prima uscita pubblica da presidente, la deputata di Forza Italia ha annunciato di voler concedere rappresentanza a tutte le forze della coalizione. Ergo: alle sei formazioni del centrodestra calabrese sarebbe riconosciuto un assessorato. È una linea sostenuta anche dai colonnelli azzurri, intenzionati a massimizzare quel 27 per cento raccolto dalle tre liste d’area berlusconiana. Il criterio indicato potrebbe già creare i primi malumori. Negli ambienti del Carroccio, per esempio, non si fa mistero di puntare - nonostante il risultato elettorale rimasto inferiore alle aspettative - alla vicepresidenza della Giunta e ad un assessorato con deleghe di primo piano come magari potrebbe essere l’Agricoltura. Il prescelto da Matteo Salvini si chiama Pietro Molinaro, ex capo della Coldiretti calabrese sbarcato adesso a Palazzo Campanella sotto le insegne della Lega. Se il numero due dell’esecutivo fosse un rappresentante salviniano, per Fratelli d’Italia si spalancherebbero le porte della presidenza del Consiglio regionale. Un incarico istituzionale di primo piano - è l’inquilino principale dell’Astronave a dettare i tempi dell’attività legislativa - che potrebbe essere ricoperto da uno dei due consiglieri regionali di FdI eletti nella circoscrizione di Reggio Calabria. In tal senso il favorito sarebbe Giuseppe Neri, già conoscitore della macchina amministrativa per aver ricoperto, nella legislatura appena conclusa, l’incarico di segretario-questore dell’Aula. Se, viceversa, la casella di presidente toccasse alla Lega, in pole ci sarebbe Tilde Minasi, già protagonista della stagione scopellitiana. A quel punto FdI punterebbe forte sulla Giunta dove non mancano gli aspiranti: Luca Morrone e Fausto Orsomarso su tutti. Ancora non si conosce la data della prima seduta dell’undicesima legislatura calabrese, che dovrà essere convocata entro 20 giorni dalla proclamazione degli eletti. La riunione sarà guidata dal consigliere più anziano che in questo caso è il leader dell’opposizione Pippo Callipo. Per eleggere il presidente, almeno nei primi due scrutini, è necessaria la maggioranza dei due terzi del Consiglio: 21 voti. Uno in più rispetto ai numeri su cui può contare il centrodestra. Dunque, sarà necessario trovare qualche sponda tra i dieci rappresentanti della minoranza. In palio ci sono anche due postazioni di vicepresidente (una di prassi è riservata all’opposizione) e altrettante di segretario-questore. «Vogliamo metterci subito al lavoro», è il mantra di Santelli. Per farlo sarà necessario trovare rapidamente un accordo con gli alleati.

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