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Regionali Calabria, ecco chi sono i quattro candidati FOTO

Roberto Occhiuto, Amalia Bruni, Luigi de Magistris, Mario Oliverio. Uno di loro sarà presidente della Regione Calabria dopo le elezioni del 3 e 4 ottobre prossimi. I calabresi torneranno alle urne dopo poco più di un anno a causa della scomparsa prematura di Jole Santelli, eletta il 26 gennaio 2020 con il 55% del consensi. Dalla morte della governatrice, avvenuta il 15 ottobre dello corso anno dopo appena 9 mesi di governo, la gestione del governo regionale è nelle mani di Nino Spirlì, vice presidente leghista, che il centrodestra ripropone in ticket con Roberto Occhiuto, capogruppo di Forza Italia alla Camera. Il lockdown e l’emergenza sanitaria hanno fatto slittare di alcuni mesi le elezioni che si terranno, pertanto, in concomitanza con le amministrative. Il panorama politico calabrese vede in competizione un centrodestra unito contro un centrosinistra frammentato.

Amalia Bruni

Amalia Bruni è a capo di una coalizione imperniata sull'asse PD-M5S. Neurologa e scienziata di fama mondiale, direttrice del centro regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme, in provincia di Catanzaro, presidio d’eccellenza per lo studio delle demenze degenerative. Dopo la laurea in medicina conseguita nel 1979 e la specializzazione all'università di Napoli, Amalia Bruni sceglie la  strada della ricerca. La sua attività professionale comincia presso il Reparto di Neurologia del “Pugliese-Ciaccio” di Catanzaro. Gli studi sulle forme ereditarie di Alzheimer la conducono infatti all’individuazione del gene che soprattutto ne causa la trasmissione. Il riconoscimento significativo di tale traguardo è rappresentato dall'istituzione, nel 1996, a Lamezia Terme, del Centro regionale di Neurogenetica. Agli inizi del nuovo millennio, la strada professionale di Amalia Bruni incrocia quella del dott. David Torpy, ricercatore endocrinologo, che ha in cura una paziente originaria di Nardodipace. La giovane signora è affetta da una sindrome di affaticamento cronico, non acquisita bensì iscritta nel codice genetico. Ciò spinge Torpy e il ricercatore italiano Giovanni Cizza a recarsi in Calabria e collaborare con la Bruni. Lo studio intenso e meticoloso di Amalia Bruni porta all'individuazione di una nuova proteina delle membrane neuronali, ribattezzata “Nicastrina” in onore alle famiglie calabresi che hanno collaborato alla realizzazione dell’indagine. Negli anni sono diverse le mansioni di coordinamento di progetti di ricerca (pubblici e privati) e molti gli incarichi didattici nonché le collaborazione illustri con personaggi del calibro di Rita Levi Montalcini, premio Nobel per la medicina nel 1986. L’attività di ricerca di Amalia Bruni è contenuta in oltre 200 pubblicazioni specialistiche, che fanno di lei uno dei neurologi più affermati e autorevoli a livello mondiale. La neurologa di Lamezia Terme è stata scelta dopo la rinuncia di Maria Antonietta Ventura, imprenditrice che ha gettato la spugna dopo pochi giorni a causa di una vicenda giudiziaria che ha coinvolto la sua azienda, operante nel settore degli appalti ferroviari, in Puglia. Prima che il nome di Amalia Bruni unisse i due principali partiti del centrosinistra, erano state avanzate altre ipotesi di candidatura, prima fra tutte quella di Nicola Irto, del PD, ex presidente del Consiglio regionale, affossata dai veti dei Cinquestelle.

Luigi de Magistris

A sinistra pesa la presenza del sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, con il suo movimento DeMa. Ex pm a Catanzaro, dove fu protagonista di inchieste giudiziarie clamorose, il primo cittadino del capoluogo campano ha solidi rapporti con la Calabria. Sua moglie, Maria Teresa, è catanzarese e comunque l’ex magistrato gode di un consenso personale legato alla sua attività di magistrato. Dopo aver conseguito la laurea in giurisprudenza, de Magistris ha intrapreso la carriera di magistrato, scelta che era già stata di suo padre, di suo nonno e di suo bisnonno. Dal 1998 al 2002 ha operato presso la Procura della Repubblica di Napoli per poi divenire Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro. Tre le inchieste che lo portarono alla ribalta delle cronache nazionali: l'inchiesta Poseidone, iniziata presso la procura di Catanzaro nel maggio 2005, avente come oggetto un presunto uso illecito di 200 milioni di euro di denaro pubblico, provenienti da contributi comunitari , destinati al finanziamento di opere di depurazione; l'inchiesta Why Not, il cui nome deriva da quello di una società di outsourcing che forniva alla Regione lavoratori nel settore dell'informatica, la cui attività rappresenta uno dei filoni principali dell'indagine che riguardava il malaffare nella gestione di fondi pubblici ad opera di un presunto comitato d'affare che vedeva coinvolti politici, forze dell'ordine, imprenditori, massoneria, che avrebbe gestito milioni di euro provenienti da fondi europei, nazionali, regionali; l'inchiesta Toghe Lucane dove un presunto "comitato d'affari" comprendente politici, magistrati, avvocati, imprenditori e funzionari avrebbe gestito grosse operazioni economiche in Basilicata. In seguito alla sottrazione delle inchieste Poseidone e Why Not, Luigi de Magistris presentò esposti e denunce penali contro il Procuratore Generale Mariano Lombardi, che sottrasse a de Magistris l'inchiesta Poseidone nel 2007, e contro il Procuratore reggente Dolcino Favi, che il 19 ottobre 2007 sottrasse a de Magistris anche l'inchiesta Why Not. Inoltre, il 21 settembre 2007 il ministro della Giustizia Clemente Mastella ha chiesto al CSM il trasferimento cautelare di de Magistris e del procuratore capo Mariano Lombardi. La richiesta venne proposta a seguito dell'istruttoria condotta dagli ispettori del ministero negli uffici giudiziari di Catanzaro e di Potenza: gli ispettori ritennero di aver rilevato "gravi anomalie" nella gestione del fascicolo "Toghe lucane", contestando a de Magistris il suo rifiuto a riferire gli sviluppi dell'inchiesta al procuratore capo Lombardi. Tutte queste vicende suscitarono un grande clamore mediatico che culminarono il 17 marzo del 2009 , con un post sul blog di Antonio Di Pietro, nella decisione di de Magistris di lasciare la magistratura per entrare in politica. Si unisce all'Italia dei Valori come indipendente e si candida per le elezioni Europee del 2009 dove viene eletto al Parlamento di Strasburgo durante la tornata europea del 6 e 7 giugno 2009, contemporaneamente in tutte e cinque le circoscrizioni italiane: alla fine opta per l' Italia nord-orientale , e risultando il secondo candidato più votato d' Italia dopo Silvio Berlusconi con 415.646 preferenze. Nel febbraio 2011 si candida a sindaco di Napoli per le elezioni comunali di maggio che poi vincerà al ballottaggio. Il 12 dicembre 2012 de Magistris promuove la fondazione del "Movimento Arancione", formazione politica che raccoglie personalità di sinistra deluse dai partiti . Il Movimento Arancione intende costruire un polo alternativo al centro-sinistra insieme alle forze riunite il 1. dicembre 2012 nell'assemblea pubblica "Cambiare si può": un gruppo di associazioni e movimenti insieme a Italia dei Valori, Rifondazione Comunista, Partito dei Comunisti Italiani e Ecologisti e Reti Civiche - Verdi Europei. In scadenza di mandato come sindaco di Napoli, il 19 gennaio 2021 decide di candidarsi alla presidenza della Regione Calabria. A suo sostegno ci sono sette liste espressione della sinistra radicale e della società civile. Fra i sostenitori di de Magistris, l’ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, noto per le sue iniziative a beneficio dei migranti. Lungo il cammino, de Magistris ha perso Carlo Tansi, ex capo della Protezione Civile regionale che in un primo momento si era candidato autonomamente alla presidenza. Nel corso della campagna elettorale, personalismi e contrasti di vedute con il sindaco di Napoli lo hanno indotto a rompere l’alleanza e a portare il suo movimento, «Tesoro Calabria» nella coalizione di Amalia Bruni. A complicare la corsa di quest’ultima c'è la candidatura di Mario Oliverio, ex governatore.

Roberto Occhiuto

Esponente della Democrazia Cristiana (DC), alle elezioni amministrative del 1993 viene eletto consigliere comunale di Cosenza con la DC, incarico che mantiene fino al 1997 , all’opposizione dell'amministrazione di Giacomo Mancini . Nel 1994 , in seguito allo scioglimento della DC, aderisce al rinato Partito Popolare Italiano di Mino Martinazzoli . L'anno successivo aderisce ai Cristiani Democratici Uniti di Rocco Buttiglione . Elezione a Consigliere Regionale Nel 2000 aderisce a Forza Italia e si candida alle elezioni regionali in Calabria di quell'anno , nella mozione del magistrato Giuseppe Chiaravalloti , venendo eletto con 9.000 preferenze in consiglio regionale della Calabria e risultando il più giovane consigliere regionale di Forza Italia. Successivamente divenne membro del Congresso delle Regioni costituito dalla Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali. Nel 2002 , a seguito di dissidi interni con i leader locali di Forza Italia culminata con una richiesta di espulsione dal partito, aderisce al Centro Cristiano Democratico di Pier Ferdinando Casini , che successivamente nello stesso anno, confluisce nell'Unione dei Democratici Cristiani e di Centro (UDC). Viene poi rieletto alle regionali del 2005 con circa 16.200 preferenze in Consiglio regionale per l'UDC e ne diventa vicepresidente. Deputato dal 2008 , due anni dopo si presenta con l'UDC alle elezioni provinciali di Cosenza, raccogliendo il 10,4% delle preferenze. Alle elezioni politiche del 2008 viene candidato, ed eletto, alla Camera dei Deputati tra le liste dell'Unione di Centro nella circoscrizione Calabria. Alle elezioni amministrative del 2009 si candida a presidente della Provincia di Cosenza, appoggiato dall'UdC e le liste civiche "Occhiuto Presidente" e "No al Federalismo Leghista". Al primo turno del 6-7 giugno ottiene il 10,45% dei voti, arrivando terzo e non accedendo al ballottaggio. Alle elezioni politiche del 2013 viene di nuovo candidato alla Camera dei deputati nella medesima circoscrizione, ma in seconda posizione del listino bloccato dopo Lorenzo Cesa che, eletto in più Regioni, opta per la circoscrizione della Calabria al fine di favorire il pugliese Angelo Cera. Il 13 dicembre 2013 abbandona l'Unione di Centro e aderisce a Forza Italia, appena rinata. Torna a Montecitorio il 25 maggio 2014 , in seguito alle dimissioni di Cesa, eletto appunto europarlamentare. Durante la XVII legislatura viene eletto vicepresidente della 14esima Commissione Politiche dell' Unione europea, Vicepresidente e delegato d'aula del gruppo Forza Italia - Berlusconi Presidente. Alle elezioni politiche del 2018 viene rieletto deputato, tra le liste di Forza Italia come capolista nella circoscrizione Calabria . Nella XVIII legislatura riveste il ruolo di Vice Presidente Vicario del gruppo di Forza Italia. Il 15 febbraio 2021 Roberto Occhiuto viene promosso a capogruppo facente funzioni di Forza Italia , dopo la nomina di Mariastella Gelmini a Ministro per gli affari regionali e autonomie e nel contempo viene proposto dal partito come candidato alla Presidenza della Regione Calabria. Il 9 marzo seguente l'assemblea del gruppo di Forza Italia alla Camera elegge per acclamazione Occhiuto nuovo capogruppo a tutti gli effetti. E se Occhiuto gode, infatti, del pieno sostegno di tutte le forze di centrodestra, compresa Fratelli d’Italia, nel campo avverso si fronteggiano diverse anime.

Mario Oliverio

La carriera politica di Mario Oliverio è iniziata sin da giovanissimo quando partecipò ai movimenti studenteschi e alle lotte politiche per il lavoro e lo sviluppo della Sila Cosentina e della Calabria. Nel 1980, a 27 anni, è eletto consigliere regionale nelle liste del PCI. Nel 1985 è il primo degli eletti nel Consiglio Regionale ed un anno dopo viene nominato assessore all'agricoltura della prima giunta di sinistra della Regione Calabria presieduta da Francesco Principe. Nel 1990 viene eletto sindaco di San Giovanni in Fiore. Per quattro legislature consecutive, dal 1992 al 2006, è stato eletto alla Camera. È stato inoltre componente del Consiglio d'Europa. Dal 1997 al 2001 ha assunto la carica di Segretario della Federazione Provinciale dei Democratici di Sinistra e da quella postazione ha ricostruito la coalizione di centrosinistra a sostegno della ricandidatura a Sindaco della città di Cosenza di Giacomo Mancini , dopo un periodo contrassegnato da contrasti e relazioni difficoltose tra il leader socialista ed i partiti di centrosinistra, che avevano il loro cuore politico nella Presila Cosentina. In occasione delle elezioni amministrative del 2004 è stato eletto presidente della provincia col 62% dei voti, in rappresentanza di una coalizione di centrosinistra; è stato riconfermato alle amministrative del 2009, ottenendo il 56,72% dei voti al turno di ballottaggio. Poi, alle Elezioni regionali del 23 novembre 2014, Oliverio viene eletto presidente della Regione Calabria ottenendo il 61,4% dei voti. Il 23 dicembre 2019 annuncia di non presentarsi per un secondo mandato sebbene inizialmente avesse manifestato l’intenzione di ricandidarsi alla guida della regione anche senza l’appoggio della coalizione classica di centro-sinistra ma con quello di alcune liste civiche. Oliverio ha mantenuto un atteggiamento critico verso il suo partito dopo che, terminati i suoi cinque anni alla guida della Regione, gli è stato dato il ben servito a favore di Pippo Callipo, industriale del settore agroalimentare. Battuto da Santelli, Callipo ha gettato la spugna dopo pochi mesi anche dal ruolo di capo dell’opposizione. Da qui le frequenti incursioni di Oliverio nel dibattito politico e le critiche alla gestione "verticistica" del PD culminate con la decisione di scendere in campo autonomamente. Infine, il 16 agosto 2021 annuncia la ricandidatura a presidente della Regione Calabria, chiudendo di fatto all'ipotesi di alleanza con Luigi de Magistris che era sorta pochi giorni prima.

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