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La senatrice Granato senza green pass a Palazzo Madama, sospesa per 10 giorni

La parlamentare catanzarese è entrata rifiutandosi di mostrarlo e si è recata nella sala dove si riunisce la commissione

Dieci giorni di sospensione: è la sanzione a carico della senatrice Laura Granato (Ac) che si è rifiutata di mostrare il green pass entrando in Senato. Lo ha deciso il Consiglio di Presidenza, come ha annunciato in Aula la presidente Maria Elisabetta Casellati.   Casellati ha illustrato la decisione del Consiglio di presidenza di vietare l’ingresso «in tutte le sedi del Senato» ai parlamentari che non mostrano il certificato verde, decisione salutata da un applauso dell’Aula. Casellati ha quindi spiegato che in caso di violazione del divieto la sanzione è la sospensione per dieci giorni; la sanzione, ha aggiunto, viene irrogata «con effetto immediato» a Granato, che è entrata oggi rifiutando di esibire il green pass. Granato ha ascoltato la decisione del Consiglio di presidenza in Transatlantico, seguendo dal monitor l’annuncio fatto in Aula dalla presidente Maria Elisabetta Casellati. Dopo di che la senatrice no pass non ha tentato di entrare in Aula, dove era previsto un suo intervento dopo le comunicazioni del ministro Lamorgese. Granato ha quindi lasciato autonomamente Palazzo Madama. 

In un primo momento i Lavori vennero sospesi alla commissione Affari Costituzionali di Palazzo Madama. La senatrice  di Alternativa C'è, originaria di Catanzaro,  Bianca Laura Granato, era entrata rifiutando di mostrare il proprio green pass e si è recata nella sala dove si riunisce la commissione. Il presidente della Commissione Dario Parrini ha quindi sospeso i lavori.

 

Detto, fatto!

Granato lo aveva annunciato ieri: "Siamo cittadini e non sudditi. Rivendichiamo il diritto alla tutela della salute del cittadino secondo quelle che sono le proprie convinzioni: anche per questo non entrerò con il Green Pass in Senato, non ho intenzione di esibire la tessera dell'obbedienza", aveva detto l'ex grillina ora passata ad Alternativa c'è.

"Non ho intenzione di esibire il green pass" ha detto Granato alla commessa che glielo chiedeva all'ingresso laterale, quello di San Luigi dei francesi. "Lei può entrare - le ha risposto la commessa -, ma noi dobbiamo fare una segnalazione ai questori". Granato ha quindi passato il varco spiegando  che in mattinata una scena analoga si era svolta quando si era recata nel suo ufficio, nel palazzo ex Isma, esterno a Palazzo Madama, situato in piazza Capranica: "Anche in quel caso il commesso mi ha fatto passare annunciandomi che avrebbe fatto una segnalazione ai questori". Granato si è quindi recata nell'aula della Commissione Affari costituzionali dove è iniziato l'esame del decreto sul green pass, al quale la senatrice di Ac ha presentato diversi emendamenti: "Vediamo che succede quando dovrò entrare in Aula" ha detto. Le sanzioni previste dall'Ufficio di presidenza in caso di mancata esibizione del Green Pass, possono raggiungere la sospensione fino a 10 sedute, con la decurtazione della diaria".

"Quando sono fuori dal Senato - ha annunciato Granato - per rispettare tutte le regole cui sono sottoposti anche gli altri cittadini lo esibisco, ma nel luogo deputato alla rappresentanza dei cittadini mi rifiuto di piegarmi a una distorsione del regolamento del Senato, oltretutto derivante da un decreto legge, un atto unilaterale del governo che ancora non è stato convertito in legge e che adesso il Parlamento sta discutendo". "Se non mi fosse data la possibilità di entrare in Senato, di difendere gli emendamenti che ho presentato e questi decadessero, sarebbe un atto gravissimo. Infatti se sono assenti i proponenti gli emendamenti decadono in automatico".

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