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Crisi di Governo, gli scenari dopo le dimissioni respinte: nuovo Esecutivo, nuova maggioranza. Il film della giornata

Dimissioni. Alla fine lo spettro dell’addio di Mario Draghi a Palazzo Chigi prende corpo dopo una lunghissima giornata che - dal voto al Senato con lo strappo dei 5 Stelle al faccia a faccia, doppio, con Mattarella - si conclude solo a tarda serata con il Capo dello Stato che respinge le dimissioni e rinvia il premier alle Camere per «effettuare, nella sede propria, una valutazione della situazione che si è determinata».

Il film della giornata registra un’accelerazione della crisi qualche minuto prima delle 19, durante una riunione lampo del Cdm e subito dopo un lungo incontro al Quirinale al termine del quale, era stato fatto trapelare, le dimissioni - pur sul tavolo - erano state «congelate» a favore di una riflessione» che lasciava trasparire tutta l’irritazione di Draghi.

«Buonasera a tutti, voglio annunciarvi che rassegnerò le mie dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica. Le votazioni di ieri in Parlamento sono un fatto molto significativo dal punto di vista politico. La maggioranza di unità nazionale che ha sostenuto questo governo dalla sua creazione non c’è più». Draghi si affida ad una nota, di certo condivisa con il Colle, per motivare il suo addio a Palazzo Chigi dopo 17 mesi. Una nota la cui durezza non lascia campo agli alibi politici di chi questa rottura - è il suo j’accuse - ha cercato e voluto: i 5 Stelle di Conte.
Il «non voto» pentastellato al decreto Aiuti, pur annunciato, è stato del resto motivato da circostanziate accuse al premier e alle altre forze di maggioranza: «dire che si indebolisce l’azione del governo, quando si sta cercando di indicare con chiarezza la linea politica, è falso», aveva detto in dichiarazione di voto la capogruppo 5S al Senato, Mariolina Castellone, sottolineando che «gli irresponsabili non siamo noi» ma chi «non dà risposte al Paese». Se questo volesse mettere all’indice l’insufficienza o il ritardo nelle risposte di Palazzo Chigi al documento di 9 punti preparato da Conte, non è dato sapere. Ma di certo Draghi la prende sul personale: «È venuto meno il patto di fiducia alla base dell’azione di governo», scandisce il premier anche ai ministri riuniti a Palazzo Chigi prima di una nuova salita al Quirinale dove sono state formalizzate le dimissioni e aperta ufficialmente la crisi di Governo. «Da parte mia c’è stato il massimo impegno per proseguire nel cammino comune, anche cercando di venire incontro alle esigenze che mi sono state avanzate dalle forze politiche», aggiunge constatando però amaramente che, «come è evidente, dal dibattito e dal voto del Senato questo sforzo non è stato sufficiente».
Il Pd prova a fare da argine chiedendo con Letta di andare avanti «con lo stesso formato e lo stesso perimetro», e Renzi concorda. Ritorno alle urne a parte, anche il centrodestra di governo sembra vedere in un Draghi bis più un’opportunità che un ostacolo alle proprie ambizioni elettorali. Ma sono ancora i 5 Stelle a chiudere ogni spiraglio al dialogo: «Il M5S ha dato sostegno a questo governo sin dall’inizio con una votazione» e i con i «pilastri della transizione ecologica e della giustizia sociale. Se poi si crea una forzatura e un ricatto per cui norme contro la transizione ecologica entrano in un dl che non c’entra nulla, noi per nessuna ragione al mondo daremo i voti», dice il presidente pentastellato Giuseppe Conte aggiungendo: «se qualcuno ha operato una forzatura si assuma la responsabilità della pagina scritta ieri».
«Dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia», torna invece a replicare Mario Draghi osservando che se «questa compattezza è stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi», «queste condizioni oggi non ci sono più».
Se solo non ora, se non con questi «compagni di strada», se sulla base del patto di governo fin qui seguito, si vedrà mercoledì prossimo quando, su indicazione di Mattarella, Draghi tornerà in Parlamento per una verifica. E, probabilmente, l’idea di un nuovo Esecutivo sostenuto da una nuova maggioranza.

Cronaca di una giornata movimentata

19.50 Mattarella respinge le dimissioni e rinvia Draghi alle Camere - Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha ricevuto questa sera al Palazzo del Quirinale il Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Mario Draghi, il quale ha rassegnato le dimissioni del Governo da lui presieduto. Il Presidente della Repubblica non ha accolto le dimissioni e ha invitato il Presidente del Consiglio a presentarsi al Parlamento per rendere comunicazioni, affinché si effettui, nella sede propria, una valutazione della situazione che si è determinata a seguito degli esiti della seduta svoltasi oggi presso il Senato della Repubblica.

19.33 Lega: "Draghi vittima dei no dei 5S" - «La Lega è stata leale, costruttiva e generosa per un anno e mezzo, ma da settimane il presidente Draghi e l’Italia erano vittime dei troppi No del Movimento 5 Stelle e delle forzature ideologiche del Partito democratico. La Lega, unita e compatta anche dopo le numerose riunioni di oggi, condivide la preoccupazione per le sorti del Paese: è impensabile che l’Italia debba subire settimane di paralisi in un momento drammatico come questo, nessuno deve aver paura di restituire la parola agli italiani». Così riferisce una nota della Lega.

19.27 Meloni: "Legislatura finita, si vada alle urne" -  «Non accettiamo scherzi, per FdI questa legislatura è finita e daremo battaglia perché si restituisca ai cittadini quello che tutte le democrazie hanno e cioè la libertà di scegliere da chi farsi rappresentare per fare cosa». Così la leader di fratelli d’Italia, Giorgia Meloni sul palco della festa dei Patrioti a Palombara Sabina.

19.25 Calenda: "Bruciata migliore riserva Repubblica, follia" «In parole semplici abbiamo bruciato la migliore (e forse ultima) riserva della Repubblica nel momento in cui il paese ne aveva più bisogno. La follia italiana è tutta qui». Così il segretario di Azione, Carlo Calenda.

19.18 Pd: "Lavorare perché Draghi possa ripartire" «Ora solo al lavoro perché mercoledì alle Camere si ricrei la maggioranza e il Governo Draghi possa ripartire. Il Paese piomba in una crisi gravissima che non può permettersi». Così il Pd

19.10 Draghi riferirà alle Camere mercoledì - Il premier Mario Draghi, secondo quanto si apprende da fonti ministeriali, durante la riunione del Cdm avrebbe detto ai ministri che mercoledì riferirà alle Camere.

19.08 Draghi ritorna al Quirinale per dimissioni - Il presidente del Consiglio Mario Draghi è giunto al Quirinale per rimettere il mandato nelle mani del presidente della Repubblica

18.50 Draghi annuncia dimissioni «Voglio annunciarvi che questa sera rassegnerò le mie dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica. Le votazioni di oggi in Parlamento sono un fatto molto significativo dal punto di vista politico. La maggioranza di unità nazionale che ha sostenuto questo governo dalla sua creazione non c'è più». Queste le comunicazioni del Presidente del Consiglio, Mario Draghi, al Consiglio dei Ministri. Draghi prosegue: «E’ venuto meno il patto di fiducia alla base dell’azione di governo. In questi giorni da parte mia c'è stato il massimo impegno per proseguire nel cammino comune, anche cercando di venire incontro alle esigenze che mi sono state avanzate dalle forze politiche. Come è evidente dal dibattito e dal voto di oggi in Parlamento questo sforzo non è stato sufficiente. Dal mio discorso di insediamento in Parlamento ho sempre detto che questo esecutivo sarebbe andato avanti soltanto se ci fosse stata la chiara prospettiva di poter realizzare il programma di governo su cui le forze politiche avevano votato la fiducia. Questa compattezza è stata fondamentale per affrontare le sfide di questi mesi. Queste condizioni oggi non ci sono più. Vi ringrazio per il vostro lavoro, i tanti risultati conseguiti. Dobbiamo essere orgogliosi di quello che abbiamo raggiunto, in un momento molto difficile, nell’interesse di tutti gli Italiani. Grazie».

17.58 Draghi non si è dimesso, riflette. Lo si apprende dopo incontro con il capo dello stato Mattarella

17:53 Il Consiglio dei ministri è convocato alle 18.15. Lo rende noto Palazzo Chigi.

17:44 Castellone, disponibili a dare la fiducia a Draghi. «La linea è quella che seguiamo dal non voto in cdm, e poi alla Camera o oggi al Senato, dove abbiamo scelto il non voto nel merito di un provvedimento. Invece c'è tutta la nostra disponibilità a dare la fiducia al governo» in una eventuale verifica «a meno che Draghi non dica che vuole smantellare il reddito cittadinanza o demolire pezzo per pezzo ogni nostra singola misura, dal decreto dignità al cashback». Lo dice la capogruppo del M5S Maria Domenica Castellone nella diretta de La7 con Enrico Mentana. «Noi abbiamo sempre avuto un atteggiamento costruttivo ma non permettiamo che si smantellino nostre misure», aggiunge. «Bisogna definire con chiarezza la linea politica che il governo vuole seguire in questi ultimi mesi di legislatura e per questo ci aspettiamo risposte sulla lettera che Conte ha consegnato a Draghi», dice ancora a La7 la Castellone, il cui intervento in Aula al Senato era stato molto duro. «La responsabilità di una forza politica è non restare per le poltrone ma dire al governo o si cambia adesso o è tardi. Siamo al governo e dobbiamo incidere», conclude.

17:40 Mercati, Milano chiude a -3,44. La Borsa di Milano affonda con la crisi politica che ha portato il premier Mario Draghi a salire al Quirinale. Il Ftse Mib chiude, in una seduta di forte tensione, lasciando sul terreno il 3,44% a 20.554 punti.

17:15 Conte: risposte vere o nessuno avrà voti del M5S. «Il M5s ha dato sostegno a questo governo sin dall’inizio con una votazione» e i con i «pilastri della della transizione ecologica e della giustizia sociale. Se poi si crea una forzatura e un ricatto per cui norme contro la transizione ecologica entrano in un dl che non c'entra nulla, noi per nessuna ragione al mondo daremo i voti. Se qualcuno ha operato una forzatura si assuma la responsabilità della pagina scritta ieri. L’introduzione» di quella pagina «è stata la riunione del Cdm in cui i nostri ministri non hanno partecipato al voto». Così il leader del M5s Giuseppe Conte uscendo da casa sua. «Se noi prendiamo degli impegni con governo, Parlamento e cittadini e siamo coerenti, chi si può permettere di contestare questa linearità e questa coerenza? Non chiediamo posti, nomine, nulla, ma chiediamo ovviamente di rispettare un programma definito all’inizio: transizione ecologica e urgenza della questione sociale che adesso è esplosa. O ci sono risposte vere, strutturali e importanti opporre nessuno può avere i nostri voti».

16:30 Le Borse europee confermano il rosso con Wall Street in flessione. Milano resta la peggiore con la crisi politica in atto e il premier Draghi al Colle per dimettersi. Il Ftse Mib, a quota 20.446 punti amplia ulteriormente e si avvicina a cedere il 4% (-3,97%). Tra i peggiori Unicredit (-7%), Bper e Tim (-6%). Lo spread tra Btp e Bund continua a scendere e si porta a 212 punti con il rendimento del decennale italiano stabile al 3,3%. Tra le altre Piazze Francoforte è a -1,75%, Parigi a -1,56% e Londra a -1,38%.

16:11 Il presidente del Consiglio, Mario Draghi, dopo poco meno di un’ora ha lasciato il Quirinale dove ha avuto un colloquio con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Il premier è rientrato a Palazzo Chigi

15:16 L’Aula del Senato ha confermato la fiducia al governo posta sul dl aiuti. I sì sono stati 172, i no 39, nessun astenuto. Il M5s non ha partecipato al voto risultando assente alla prima e alla seconda chiama.

14.38 Al via la chiama. Concluse le dichiarazioni di voto, nell’aula del Senato è cominciata la cosiddetta chiama dei senatori nell’aula del decreto Aiuti su cui il governo ha posto la questione di fiducia.

14.35 Castellone: "Non parteciperemo al voto". «Dire che si indebolisce l’azione del governo, quando si sta cercando di indicare con chiarezza la linea politica, è falso. Bisogna rispondere al malessere sociale che sta montando, in maniera chiara e decisa. Gli irresponsabili non siamo noi, irresponsabile è chi non dà risposte al Paese. Per questo non parteciperemo al voto». Lo ha detto la capogruppo del M5s al Senato Mariolina Castellone, in dichiarazione di voto sul dl aiuti.

14.31 Il punto di vista dell'Udc. «Gli italiani stanno vivendo una crisi economica e sociale senza precedenti. I cittadini non meritano uno spettacolo indecente: qualcuno vuole far cadere il Governo per i suoi capricci e rancori personali. Basta giocare a nascondino. Serve un chiarimento politico. La crisi va parlamentarizzata. Chi oggi si nasconde dietro i tecnicismi deve assumersi le proprie responsabilità davanti agli italiani». Così il senatore UDC Antonio De Poli che aggiunge: «Noi siamo convinti che non possiamo e non dobbiamo perdere di vista le urgenze del Paese. Ci sono centinaia di migliaia di imprese che, a causa del caro-energia, rischiano di interrompere la produzione. Con i rincari e l’inflazione che cresce le famiglie sono sempre più in difficoltà. Sono queste oggi le priorità dell’Italia che valgono più di qualsiasi altra diatriba politica interna ai partiti. Noi siamo costruttivi e responsabili ma siamo altrettanto consapevoli che oggi servono risposte rapide e concrete. La crisi economica che colpisce le tasche degli italiani non aspetta».

14.20 Da quale pulpito... «Il governo Conte 2 cadde per mano di chi oggi parla di responsabilità ma all’epoca non si fece scrupoli a non votare il Pnrr in Consiglio dei ministri rifiutando di fatto 209 miliardi di euro». Lo ha detto la capogruppo del M5s al Senato Mariolina Castellone, in dichiarazione di voto sul dl aiuti.

13:50 Errani: "Verificare se un ultimo colpo di reni sia possibile"
Occorre "verificare con trasparenza e chiarezza da parte di tutti se ci siano le condizioni per affrontare la più grande questione sociale" degli ultimi anni. Lo dice Vasco Errani, a nome di LeU, in dichiarazione di voto sulla fiducia al dl aiuti in Senato sostenendo la necessità di verificare se "esista la capacità per un colpo di reni" e confermando il voto favorevole alla fiducia. "Non mi convince - aggiunge - la rappresentazione del dibattito di questi giorni: c'è una distanza troppo grande tra la vita reale del Paese e le discussioni che stiamo facendo qua, ed è un problema che interroga tutti. E' il momento della chiarezza per ciascuno di noi: capisco il disagio del M5s, che peraltro altre forze politiche vivono ma è un errore politico non partecipare al voto ed è una scelta sbagliata che mette in discussione, anche domani, una prospettiva politica a cui abbiamo duramente lavorato in questi anni. La responsabilità però non sta solo da una parte, si poteva e si doveva costruire un percorso diverso affinché non ci trovassimo qua".

13:34 Ciriani: "Ci aspettavamo Draghi in Aula, non i banchi vuoti"
"Noi ci aspettavamo che in un momento così grave e difficile per la politica italiana, in cui non sappiamo se ci sarà ancora un governo o no, che se c'è un posto dove il presidente del Consiglio dovrebbe stare è quello lì, al Senato della Repubblica, perché ci vogliamo confrontare con il presidente del Consiglio non con i banchi vuoti di un governo fantasma". L'ha detto in Aula il capogruppo di Fratelli d'Italia, Luca Ciriani nella dichiarazione di voto sul decreto Aiuti su cui il governo ha posto la fiducia. Poi rivolgendosi ai senatori del M5s, ha aggiunto: "Ma se non siete in grado di approvare una norma sul termovalorizzatore a Roma, quali riforme potete approvare in autunno?". E ha ribadito: "Noi di Fratelli d'Italia, rivendichiamo il coraggio, la serietà e la lungimiranza di essere rimasti unica forza di opposizione e non saremo disponibili a fare la stampella a nessun governo, noi vogliamo solo far parte di un governo di centrodestra eletto dai cittadini", concludendo che "questa maggioranza è finita e anche questo governo, quindi diamo la parola agli italiani con il voto ché siano loro a decidere con il voto".

13:26 Renzi fa appello a Draghi: "Il governo vada avanti"
"La situazione pone l'esigenza di lanciare da questa aula un appello alla responsabilità il cui destinatario è il presidente del Consiglio Mario Draghi". Lo ha detto il leader di Iv Matteo Renzi annunciando il sì del suo gruppo alla fiducia sul dl aiuti. "E' il momento della responsabilità, è vero - ha proseguito - e questo vale per ciascuno di noi. C'è la guerra in Ucraina, i problemi energetici, l'inflazione alta, poi problemi globali come la siccità, la carestia e le conseguenti migrazioni. L'ansia di responsabilità deve valere per il governo e per il Presidente del Consiglio. 'Amicus Plato sed magis amics veritas': Nulla giustifica la fermata del governo. Chiudere il Pnrr, fare la legge di bilancio e poi la campagna elettorale il prossimo anno. Pensare di utilizzare schiamazzi per bloccare un percorso fondamentale per l'Italia è sbagliato" "Draghi deve continuare perché serve all'Italia - ha concluso Renzi - altrimenti in altre capitali non proprio democratiche qualcuno festeggerebbe".

13:08 Ipf: "Chi segue interessi di partito gira le spalle al Paese
"Ribadisco oggi davanti a questa situazione drammatica che non arriviamo a comprendere e giustificare come qualcuno possa mettere in continua fibrillazione la maggioranza e l'esecutivo, come si possa portare avanti un'azione destabilizzante solo per avere qualche titolo di giornale e qualche punto in più nei sondaggi. Chi sta inseguendo interessi di partito, sta vigliaccamente girando le spalle al paese, è un comportamento politicamente irresponsabile di cui si dovrà rendere conto". L'ha detto in aula Primo Di Nicola, capogruppo di Insieme per il futuro (il partito doi Luigi Di Maio), nella dichiarazione di voto sul decreto Aiuti su cui il governo ha posto la fiducia. Di Nicola ha chiarito la posizione del gruppo: "Esprimiamo un sì convinto per un piano di aiuti varato per contrastare le mille emergenze provocate da pandemia, rincaro dei costi energetici e materie prime inflazione". E rivolgendosi alle altre forze parlamentari, ha concluso: "Mai come oggi c'è bisogno di una onesta e limpida collaborazione, ci vuole un nuovo patto per l'Italia", ribadendo al premier "tutto il nostro sostegno e incoraggiamento".

12:56 Steger: "Sostegno convinto, gode della nostra fiducia"
"Il nostro gruppo oltre un anno fa rispose ad un appello per un governo di unità nazionale per combattere la pandemia e mettere a terra il Pnrr. Nel frattempo è scoppiata la guerra che ha determinato una crisi economica ancora più profonda. Non chiediamo al governo di cambiare marcia ma di andare avanti con la stessa determinazione mostrata dalla nascita. Una crisi è assurda e incomprensibile". Lo dice Dieter Steger a nome del gruppo delle Autonome.. Lo dice in dichiarazione di voto sulla fiducia al dl aiuti in Senato, annuncianfdo "un voto convinto a questo governo che continuerà a godere della nostra fiducia".

12:50 Posta questione fiducia sul dl Aiuti al Senato 
Il governo ha posto la questione di fiducia sul decreto Aiuti, che è all'esame del Senato. L'ha riferito in Aula il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D'Incà. Seguono le dichiarazioni di voto dei vari gruppi.

12:31 Toti: la crisi è l'occasione di andare avanti senza M5s
"Ogni problema è un'opportunità. Quindi trasformiamo la crisi di Governo in un'occasione unica di andare avanti senza i grillini. Liberiamoci per sempre di chi al lavoro ha preferito il reddito di cittadinanza". Così in un tweet il presidente della Liguria e di Italia al Centro, Giovanni Toti.

12:16 Lollobrigida: "Irresponsabile non ridare la parola al popolo" 
"L'irresponsabilità è di quelle forze politiche che pur se incompatibili tra loro, dal 2018 e in più occasioni, si sono messe insieme per evitare di ridare la parola al popolo italiano. Al governo non si va per occupare le poltrone ma per governare una nbazione, dando una visione strategica. Oggi il palazzo è asserragliato, la politica mostra la distanza dai cittadini e l'incapacità di leggere le loro istanze. Patetico il tentativo del M5s di aggirare il voto sul dl Aiuti al Senato. Non si può dire di avere fiducia in un governo e poi non sostenere un provvedimento". Lo ha detto intervenendo a Start su Sky tg24 il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida.

12:11 Berlusconi: "FI attende le decisioni di Draghi, le urne non ci preoccupano"
"I numeri dicono che il governo potrebbe proseguire il suo lavoro fine a fine legislatura anche senza il M5s. FI, in continuità con l'atteggiamento di responsabilità che ha sempre contraddistinto la sua azione, attende con rispetto le determinazioni del presidente Draghi e le indicazioni che darà il capo dello Stato. È chiaro e innegabile che eventuali elezioni anticipate in un momento così delicato per l'Italia saranno da attribuire unicamente all'atteggiamento irresponsabile dei 5S. Se dovesse accadere, andare alle urne non ci preoccupa: anzi siamo certi che il risultato elettorale premierebbe il c.destra". Così Silvio Berlusconi.

Dal Pd il segretario Enrico Letta fa sapere di non essere disposto a a tirare avanti chicchessia. In Parlamento "diremo che siamo disponibili a una continuazione di questo governo Draghi, non siamo disponibili a tirare avanti chicchessia: se non ci saranno le condizioni, se altri partiti della maggioranza si sfileranno, allora la parola passerà agli italiani e noi saremo pronti ad andare di fronte agli italiani con il nostro progetto per il futuro dell'Italia. Se quello che verrà detto in Parlamento è differente, vorrà dire che si andrà di fronte agli italiani e noi siamo pronti a prepararci per questa campagna elettorale".

Una maggioranza senza il M5s "a me sembra un'ipotesi totalmente improbabile. Dopodiché il Parlamento è sovrano, quindi ascolteremo tutti", ha detto Letta.

L'ex M5s Luigi di Maio attacca gli ex compagni di partito: "I dirigenti M5S stavano pianificando da mesi l'apertura di una crisi per mettere fine al governo Draghi. Sperano in 9 mesi di campagna elettorale per risalire nei sondaggi, ma così condannano solo il Paese al baratro economico e sociale. Non potevamo essere complici di questo piano cinico e opportunista, che trascina il paese al voto anticipato e al collasso economico e sociale", ha affermato il ministro degli Esteri.

Lo spread sale a 224 punti base

Le tensioni sul governo, con lo spettro di una crisi della maggioranza che sostiene l’esecutivo di Mario Draghi, spingono in alto lo spread. Il differenziale tra i Btp ed i Bund tedeschi oggi è balzato fino a quota 224 punti, dopo che ieri aveva chiuso a 208, al momento si attesta a 223 punti, con il rendimento al 3,45%.

 

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