Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Elezioni: depositati in tutto 101 simboli. Due grandi coalizioni

Sono in tutto 101 i contrassegni depositati al Viminale per concorrere alle elezioni politiche in programma il 25 settembre. I simboli sono stati presentati da 98 soggetti politici. Per la scorsa tornata elettorale del 2018 il ministero dell’Interno esaminò 103 contrassegni depositati e ne ammise 75.

Due grandi coalizioni

La prima tappa dell’iter elettorale è conclusa. Alle 16 al Viminale sono stati depositati 98 simboli. La stragrande maggioranza di loro dovrà raccogliere le firme per essere sulle schede elettorali. Le liste andranno presentate nelle varie Corti d’Appello domenica 21 e lunedì 22 agosto.
Le grandi coalizioni sono soltanto due: centrodestra e centrosinistra. Terzo polo e M5s si cimentano con un unico simbolo e senza alcun alleato.
Il centrodestra corre in Italia con un programma in comune e con quattro simboli: FdI, Lega, FI e Noi moderati. Ogni forza ha il proprio capo politico. All’estero i centristi passano la mano e ci sarà un simbolo unitario "Salvini-Berlusconi-Meloni".

Il centrosinistra corre in Italia e all’estero con quattro simboli: "Pd. Italia democratica e progressista", Impegno civico, "Alleanza Verdi Sinistra", +Europa.

Ogni forza ha il proprio capo politico e programma.

Il terzo polo di Azione e Italia viva ha un unico simbolo e non è in alcuna coalizione. Il capo politico è Carlo Calenda.
M5s corre da solo in Italia e all’estero. Il capo politico è Giuseppe Conte.

Clemente Mastella raccoglierà le firme per presentare la moglie Sandra nell’uninominale per la Camera a Benevento (Noi di centro). Cateno De Luca tenterà di correre nell’uninominale in Sicilia (Sud chiama nord). Roberto Fiore spera che Forza Nuova possa essere esentata dalla raccolta delle firme, in virtù del collegamento con l’associazione europea di estrema destra Apf. 'Unione popolare con De Magistris' afferma di avere già raccolto le firme necessarie per il Lazio.

Le elezioni politiche 2022 registrano la novità di un ex Presidente del Consiglio e di un ministro degli Esteri in carica, seppur dimissionario, che depositano personalmente il proprio simbolo al Viminale. Sono Giuseppe Conte e Luigi Di Maio.

All’ufficio elettorale del ministero dell’Interno operano in prima persona anche il vicepresidente del Senato Roberto Calderoli (per il leghista si tratta di una tradizione consolidata), il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Bruno Tabacci (Impegno civico), l’ex Guardasigilli Clemente Mastella e l’ex pm Antonio Ingroia, protagonista del processo Dell’Utri e presentatore con Marco Rizzo del simbolo 'Italia sovrana e popolarè.

Le uniche forze politiche che hanno messo nel simbolo la propria famiglia europea sono FI (Ppe), Azione-Iv (Renew Europe), 'Alleanza Verdi sinistrà (Europa verde, European Green Party), Forza Nuova (Apf).

E’ preponderante la personalizzazione della politica. Ben 26 simboli contengono il nome di un leader: Merlo (Maie), Calenda, Mastella, Salvini, Cateno De Luca, Giarrusso, Panzironi (Rivoluzione sanitaria), Pappalardo/Presutti (Gilet arancioni), Paragone (Italexit), Nappi (Naturalisti), Lista Pannella, Berlusconi, Adinolfi/Di Stefano (Alternativa per l’Italia), Lupi/Toti/Brugnaro, Musso (Forza del popolo), Di Maio (Impegno civico), Meloni, Papale (Luce del sud), Salvini-Berlusconi-Meloni (centrodestra all’estero), Sgarbi (Rinascimento), De Magistris, Peretti (Democrazia cattolica liberale), Cappato (Referendum e democrazia), Bonino, Palamara (Oltre il sistema) e Draghi (il simbolo è 'Italiani con Draghi. Rinascimentò ma a palazzo Chigi non sanno nulla di questo contrassegno).

Marco Cappato intende raccogliere le firme necessarie solo con modalità digitale. «Ci appelliamo al Presidente del Consiglio Mario Draghi perchè le elezioni non siano antidemocratiche - dice Cappato ai giornalisti - servono 60mila firme distribuite in tutto il Paese per poter partecipare alle elezioni e chiediamo di poter utilizzare le firme digitali per rivitalizzare la democrazia. Come già accade per i referendum, le firme digitali devono essere valide per partecipare alle elezioni politiche. Noi raccoglieremo le firme solo in modalità digitale. Chiediamo a Draghi di equiparare referendum ed elezioni politiche».

Entro il 16 agosto il Viminale deciderà in prima battuta sui "doppioni": ci sono quattro Democrazie cristiane; due Pli; due "Sud chiama Nord"; due Unioni popolari con De Magistris; un Partito comunista italiano e un Partito comunista dei lavoratori; svariate liste che includono la parola 'moderatì. Gli interessati entro il 18 agosto potranno adeguarsi e modificare il simbolo contestato oppure presentare ricorso presso l’Ufficio elettorale nazionale presso la Corte di Cassazione.

Caricamento commenti

Commenta la notizia