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Trenta giorni al voto. Salvini glissa su Meloni premier: "Prima le urne, poi decide Mattarella"

Inizia oggi ufficialmente la campagna elettorale. Mancano esattamente 30 giorni alle elezioni politiche del 25 settembre e con il passare delle ore aumentano le schermaglie tra gli schieramenti, ma anche all'interno di essi. Tra i temi sul tappeto la leadership del centrodestra: tutto lascia pensare, sondaggi alla mano, che in caso di vittoria del centrodestra debba essere Giorgia Meloni la naturale candidata a presidente del Consiglio.

"Se vincesse il centrodestra e ci fosse l'affermazione di FdI non ho ragione di credere che Mattarella possa assumere una scelta diversa". Così la leader di FdI continua il proprio tour elettorale e da Ceglie Messapica, in Puglia, insiste nel rivendicare Palazzo Chigi qualora il suo partito fosse il più votato di un centrodestra vittorioso alle elezioni.

"L'anomalia non sarei io, ma lo è stata Monti", ha aggiunto la leader di FdI, che nei giorni scorsi si era ancora rivolta ai media stranieri per rassicurare l'opinione pubblica internazionale sul fatto che con lei a capo del governo non ci saranno né sconquassi nei conti pubblici né cambiamenti nella collocazione internazionale del nostro Paese.

"Io ho fatto un manifesto di presentazione della campagna elettorale - ha spiegato - sul tema di essere pronti. Sappiamo che per il nostro ordinamento la scelta su chi guiderà l'Italia alla fine spetta al presidente della Repubblica. Sarà una campagna molto lunga e complessa. Se il centrodestra vincesse le elezioni e per quelle che sono le nostre regole FdI sarebbe primo partito, l'indicazione degli italiani sarebbe chiaro". "Faccio politica da 30 anni - ha detto ancora Meloni - ho fatto tutta la trafila, ho cercato di portare avanti nel migliore dei modi tutti gli incarichi assegnati. Ritengo di essere pronta per questo compito altrimenti non mi sarei candidata. Ma non lo faccio a cuor leggero. Nessuno si può mettere di fronte a un incarico del genere senza che gli tremino i polsi. Io ieri notte non sono riuscita a dormire per il problema delle bollette. Quando hai sulle tue spalle la vita degli altri - ha concluso - non lo fai con leggerezza".

La presidente di FdI ha replicato anche a Luigi Di Maio, che aveva insistito proprio sulla sua presunta inadeguatezza a guidare il governo: "Sono attacchi di disperazione, di uno che è pagato per screditare l'Italia. Io non ho mai parlato male all'estero della mia nazione".

Berlusconi rassicura

"Giorgia Meloni non ha nessun bisogno di essere legittimata a fare il premier" ha sottolineato da parte sua il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi, "anche perché la legittimazione dipende solo dal voto degli italiani. E proprio per questo abbiamo detto e scritto che sarà chi ha più voti a proporre al capo dello Stato il nome del premier".

Salvini cauto

"Io aspetto il voto degli italiani prima di fare qualsiasi commento, poi il Presidente della Repubblica sceglierà come è giusto che sia. Tutti dicono che il centrodestra ha già vinto. Calma. Sono convinto che il centrodestra possa vincere, sono convinto che la Lega possa prendere un voto in più di tutti gli altri, ma non impongo nomi e ruoli a nessuno e men che meno al presidente della Repubblica", così Matteo Salvini, rispondendo a Bari ai giornalisti che gli chiedevano un commento sul Giorgia Meloni presidente del Consiglio nel caso Fratelli d'Italia prenda più voti.

Letta attacca sulla politica estera

"Non si può tollerare l'ingerenza di una potenza straniera ostile. Se si è patrioti, se si è per l'Italia, si condannano gli interventi della Russia di Putin nella campagna elettorale e le azioni di spionaggio. Noi siamo seri e coerenti, la destra drammaticamente ambigua. #Scegli". Lo scrive su Twitter il leader del Pd, Enrico Letta, secondo cui "la Russia sì è definitivamente parte di questa campagna elettorale" e su questo tema "la destra italiana è drammaticamente ambigua".

Renzi e Calenda insistono sulla questione energetica

«Insieme a Carlo Calenda pensiamo che la questione energetica sia 'LA' questione che più sta impattando sulla vita delle famiglie e delle imprese. Bisogna dire sì agli impianti, necessari». Lo scrive il leader di Italia viva, Matteo Renzi. «Lo dicevamo ieri in Salento per il Tap o in Basilicata per Tempa Rossa o a Ravenna per le trivelle. Lo diciamo oggi a Piombino. E per questo stiamo organizzando una iniziativa speciale: mercoledì 7 settembre ci collegheremo tutti insieme da varie zone d’Italia contro la cultura del no a Tutto. Per noi fare campagna elettorale significa avanzare proposte precise e serie. E avere il coraggio di difenderle contro chi vive di sondaggi e populismo», aggiunge.

Conte sulla crisi energetica: "Subito in Parlamento per interventi massici"

«Più 711 euro a famiglia: questa - secondo Codacons - è la stangata di autunno che si abbatterà sui cittadini, schiacciati da bollette e spesa alimentare. Non siamo disposti a far ricadere sulla testa delle persone i ritardi accumulati su tetto al prezzo del gas, scostamento di bilancio, tassazione su extraprofitti ben più efficace, taglio Iva sui beni alimentari». Lo scrive il presidente del M5s, Giuseppe Conte, che aggiunge: «Ora tutti i partiti in campagna elettorale stanno scoprendo che avevamo ragione. Allora andiamo subito in Parlamento per sostenere anche con le altre forze politiche interventi massicci. Si è perso già troppo tempo».

«Quando abbiamo alzato la voce con il governo, già 6 mesi fa, per un piano straordinario di interventi ci sono piovute addosso accuse di tutti i tipi. Nel migliore dei casi eravamo i disturbatori che creano fibrillazioni nella placida armonia dell’equilibrio di governo. Ma il mandato del M5s non è mai stato chiudere gli occhi e non disturbare l’osannato governo dei Migliori. Il nostro mandato è sempre stato e sempre sarà la difesa degli interessi dei cittadini, a partire dai meno garantiti. Se ci fossimo mossi per tempo avremmo potuto prevenire con maggiore efficacia e minori costi la spirale recessiva già innescata da mesi», nota

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