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Salvini a Pontida: governeremo per 5 anni. Letta a Monza: nessun destino già scritto

«Per smentire tutte le chiacchiere, le invidie, le gelosie e le parole al vento, perché rimanga scritto l’impegno a prendere per mano questo Paese. Scripta manent. Ministri e governatori sottoscrivono i 6 impegni su cui ci mettiamo la firma». Così Matteo Salvini ha lanciato i sei punti su cui la Lega si è impegnata in vista di un eventuale futuro governo del c.destra. Ha fatto firmare i 6 punti ai ministri e governatori sul palco di Pontida. Quindi ha citato gli impegni: stop al caro bollette, riforma dell’autonomia, flat tax e pace fiscale, Quota 41 per le pensioni, il ripristino dei decreti Sicurezza, una giustizia giusta.

«Zero canone Rai, zero. Si può fare, lo fanno altri 10 Paesi». E’ la proposta fatta da Salvini, dal palco del raduno leghista di Pontida spiegando che è «uno dei piccoli esempi di cose che si possono fare». E poi intervenire contro il caro bollette «non è capriccio della Lega, ma un sacrosanto dovere del governo in carica e l’Europa, se c'è, batta un colpo». Ma c'è spazio anche per le rassicurazioni: «Io, Giorgia e Silvio siamo d’accordo su quasi tutto e per 5 anni governeremo bene e insieme. Promesso, niente scherzi né cambi di casacca e di programma. Quello che c'è nel programma è sacro e lo portiamo fino in fondo. Le lasciamo agli altri le divisioni». Stoccate anche agli avversari politici: «Ora in tv c'è un Letta nervoso perché sta vedendo 100 mila persone, gli mandiamo un salutone e un bacione. Enrico un panino con la salamella c'è anche per te». E poi anche una piccola anticipazione: Giulia Bongiorno «sono convinto che sarebbe un grandissimo ministro della Giustizia». Così il segretario della Lega, Matteo Salvini dal palco del raduno di Pontida. E su altri componenti di un eventuale governo di centrodestra ha aggiunto: «Vi prometto che il prossimo ministro degli Esteri sarà un diplomatico e non un Giggino volante. E il prossimo ministro della Salute sarà un medico e quello della Giustizia un avvocato... pensate voi la stranezza...».

Letta a Monza

Sono centinaia i sindaci del centrosinistra che sono arrivati in piazza Roma, nel pieno centro di Monza per l’evento promosso dal Pd nell’ultima domenica di campagna elettorale dal titolo 'I Comuni per l'Italia'. Per il Pd ne sono attesi 500. Nello stesso giorno in cui la Lega si ritrova al tradizionale raduno nel pratone di di Pontida nella città capoluogo della Brianza, Enrico Letta ha chiuso l’evento, dopo che hanno parlato dal palco venti sindaci da tutta Italia, tra cui quello di Milano, Beppe Sala, quello di Roma, Roberto Gualtieri, quello di Firenze, Dario Nardella per citarne solo alcuni. «

Siamo l’unico vero grande partito nazionale. L’Italia non uscirà da questa crisi con uno scontro tra partito del Nord e del Sud uno contro l’altro» ha detto Letta. "L'Italia ha bisogno di un grande partito nazionale - ha aggiunto- il Pd è l’unico che governa tutta Italia, da Monza a Catanzaro, che è in grado di offrire soluzioni sia al Mezzogiorno che al Nord con politiche nazionali. Monza è il simbolo di quello che accadrà domenica prossima, siamo a Monza esattamente per questo. Siamo a Monza perché abbiamo deciso di scegliere una città simbolo di buon governo ma soprattutto una città che la destra era sicura di vincere al primo turno al voto di giugno - ha aggiunto - . Eravamo sotto ai sondaggi al primo turno e siamo arrivati al secondo, eravamo sotto nei sondaggi al secondo turno e abbiamo vinto. A Monza, con i 500 sindaci presenti, e le centinaia connessi noi siamo l’unico vero partito nazionale. Per noi quella che vince è l’Italia dei sindaci e del buongoverno del centrosinistra. I tanti sindaci che sono qui dimostrano la nostra forza e il nostro rapporto con territorio, il buon governo e la concretezza - ha aggiunto -. Noi cominciamo l’ultima settimana di campagna elettorale esattamente con l’idea della concretezza e della capacità di buon governo dei nostri sindaci. L'attenzione ai territori deve essere molto maggiore. In questo momento - ha continuato - per noi territori vuol dire soprattutto il disastro delle Marche, con l’alluvione e il dissesto idrogeologico. Per questo vogliamo che i soldi del Pnrr vengano ben usati e per noi vuol dire passare dai territori e usarli presto, bene e senza nessuna discussione su rinegoziazioni».

Per Letta, «l'argomento con cui abbiamo cominciato la campagna elettorale, l’ambiente non può più essere considerato di serie B, è un tema fondamentale, a partire dalla mobilità sostenibile che con fatica ci ha portato in giro per i territori perché deve esserci un futuro in cui si riducono emissioni, inquinamento, e si proteggono i territori». E ha aggiunto: «La campagna elettorale ha svoltato in questi ultimi giorni, ha visto in tanti territori riaprirsi completamente la situazione" ma «per noi, soprattutto ha svoltato dal punto di vista dei temi. Non c'è nessun destino che è già scritto, se noi vogliamo che questo destino cambi e noi lo vogliamo. Sta a noi cambiare il destino del nostro Paese e fatemelo dire a tutti quelli che mi dicono se mi sono pentito di essere tornato in politica - ha aggiunto - , io dico no perché ho avuto grande fortuna e la politica mi ha dato solo esperienze positive. La politica ti fa fare solo esperienze positive grazie alla nostra comunità».

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