Silvio Berlusconi cede, va a 'casa' di Giorgia Meloni, in via della Scrofa, e quasi subisce la tregua con la leader di Fratelli d'Italia. Un'ora e mezzo dopo, insieme annunciano che il centrodestra andrà unito alle consultazioni al Quirinale per la formazione del nuovo governo.
E' la novità che segna - almeno ufficialmente - il superamento delle incomprensioni tra i due leader, esplose nel giorno del mancato voto di Forza Italia al presidente del Senato, acuite dal braccio di ferro del Cavaliere per 'salvare' la sua fedelissima Licia Ronzulli (battaglia persa) e sfociate negli appunti feroci sulla sua ex ministra. Il sigillo arriva con la nota congiunta dei due partiti: "L'incontro si è svolto in un clima di unità di intenti e di massima cordialità e collaborazione".
Dichiarazioni a parte, il mood è cambiato ed è Meloni a tradurlo in parole: "Ora guardiamo avanti e pensiamo a dare un governo al Paese". Tra le ipotesi in campo, cinque ministeri, tanti quanti la Lega che però conta anche il +1, cioè Giancarlo Giorgetti all’Economia, da qualcuno considerato come tecnico. Nel giorno in cui il centrodestra ricompone lo scontro dell’ultima settimana, inizia a prendere forma anche la squadra di governo, che tutti vogliono «forte» e «coesa». E soprattutto, pronta non appena Sergio Mattarella dovesse conferire l’incarico per il nuovo governo a Giorgia Meloni. La leader di Fdi concede all’alleato di Forza Italia quella "pari dignità" invocata fin dall’esito delle urne, dove gli azzurri sono usciti penalizzati nonostante la percentuale elettorale vicinissima a quella leghista, per via della suddivisione dei collegi. Ma Silvio Berlusconi, almeno per ora, non ottiene il bottino più ambito: il ministero della Giustizia, tiene il punto la premier in pectore, andrà a Carlo Nordio, magistrato in pensione e neoeletto deputato di Fratelli d’Italia.
Per Elisabetta Casellati, la favorita di Fi per il ruolo di Guardasigilli, potrebbero invece aprirsi le porte di un nuovo ministero delle Riforme (non c'è questa delega nel governo Draghi). Anche Università e ricerca e P.a. dovrebbero rientrare nel portafoglio azzurro: nel primo caso la casella potrebbe essere occupata da Annamaria Bernini mentre per il dopo-Brunetta si parla di Alessandro Cattaneo o anche di Sestino Giacomoni, entrambi potrebbero anche andare a presidiare il Mef come sottosegretari. Niente da fare nemmeno per il Mise mentre, nello schema delineato a via della Scrofa, Fi conquisterebbe il ministero della Transizione ecologica. Al posto di Roberto Cingolani andrebbe Gilberto Pichetto ma l’energia potrebbe tornare a via Veneto, con lo Sviluppo economico che in questo caso andrebbe a Guido Crosetto.
"Sono all’estero, non so niente" twitta il cofondatore di Fdi, nome ricorrente nel totoministri, ipotizzato in vari ruoli, compreso quello di sottosegretario alla presidenza del Consiglio. A Forza Italia spetterebbe la Farnesina con Antonio Tajani che, nella richiesta del Cavaliere, dovrebbe ricoprire anche il ruolo di vicepremier. Su questo una riflessione sarebbe ancora aperta ma anche in casa Lega si dà per scontato il doppio ruolo per Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture.
Gli altri 4 ministeri per il partito di via Bellerio (oltre al Mef, fuori quota) sarebbero l’Agricoltura, dove resta in pole l'attuale sottosegretario Gian Marco Centinaio, gli Affari regionali e l’autonomia destinato a Roberto Calderoli dopo il passo indietro rispetto alla presidenza del Senato, il ministero dell’Interno dove il nome più forte rimane quello del prefetto Matteo Piantedosi, che ha già ricoperto il ruolo di capo di gabinetto quando al Viminale c'era Salvini. Il quarto ministero potrebbe essere l’Istruzione o la Famiglia - per cui circola il nome di Simona Baldassare - o ancora la Disabilità, cui in un primo momento sembrava potesse rimanere l’attuale ministro Erika Stefani, anche se le sue quotazioni sarebbero in calo. Al Lavoro sembra mettere tutti d’accordo al momento Marina Calderone, che guida il consiglio dell’ordine dei consulenti del lavoro.
A Palazzo Chigi, come sottosegretario alla presidenza, Meloni dovrebbe portare con sé il fidatissimo Giovanbattista Fazzolari ma nei giorni scorsi si era ipotizzato, nel caso Fazzolari avesse assunto le deleghe all’attuazione del programma, anche a una figura tecnica. Un nome era quello di Giuseppe Chiné, attuale capo di gabinetto di Daniele Franco. Ma si racconta che Giorgetti abbia chiesto di tenerlo al Mef, se davvero toccherà a lui sedere alla scrivania di Quintino Sella. Ancora scoperta la casella della salute ancora contesa tra Fi ed Fdi ( con i nomi di Bertolaso e Rocca).
Un'ipotesi di lista di ministri
Secondo le prime indiscrezioni Antonio Tajani sarà vice premier e ministro degli Esteri. L’altro vicepremier sarà Matteo Salvini, che avrà la delega alle Infrastrutture.
- Economia: Giancarlo Giorgetti (Lega), ministro uscente dello Sviluppo economico
- Sviluppo economico: Guido Crosetto (FdI), sottosegretario di Stato al ministero della difesa nel governo Berlusconi IV
- Transizione ecologica: Gilberto Pichetto Fratin (FI), viceministro uscente dello sviluppo economico
- Difesa: Adolfo Urso (FdI), presidente del Copasir, ex capo di Gabinetto del ministro dell'Interno Matteo Salvini
- Interno: Matteo Piantedosi (Lega), prefetto di Roma
- Giustizia: Carlo Nordio (FdI)
- Lavoro: Marina Elvira Calderone (FdI)
- Salute: Francesco Rocca (FdI)
- Istruzione. Giuseppe Valditara (FdI)
- Università e Ricerca: Anna Maria Bernini (FI)
- Cultura: Giordano Bruno Guerri (FdI)
- Pubblica Amministrazione: Alessandro Cattaneo (FI)
- Agricoltura: Gian Marco Centinaio (Lega)
- Riforme: Elisabetta Casellati (FI)
- Affari Regionali: Roberto Calderoli (Lega)
- Affari Europei: Raffaele Fitto (FdI)
- Disabilità: Simona Baldassarre (Lega)
- Gioventù e sport: Chiara Colosimo (FdI)
- Rapporti con il Parlamento: Maurizio Lupi (Noi)
- Sud: Nello Musumeci
- Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio: Giovan Battista Fazzolari (FdI)
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