Marina Calderone, il legame con San Pier Niceto della nuova ministra del Lavoro. Originaria di San Pier Niceto, Marina Elvira Calderone, 57 anni, ha sempre avuto un legame speciale con la cittadina in provincia di Messina, dove spesso torna a trovare i suoi cugini e parenti. A novembre del 2013, il Comune di San Pier Niceto le ha conferito la cittadinanza onoraria. Marina Calderone è figlia di Luigi Calderone (scomparso da qualche anno), che è stato ufficiale della Guardia di finanza. Nato e cresciuto a San Pier Niceto, arruolatosi nelle Fiamme gialle, si è poi trasferito in Sardegna, dove si è sposato ed è diventato padre di due figlie. All'Università di Messina negli anni scorsi è intervenuta a un convegno sulle problematiche legate al mondo del lavoro. A novembre del 2013 è diventata cittadina onoraria alla presenza dell'allora sindaco Luigi Pietro Calderone e dell'allora presidente del Consiglio Domenico Nastasi (attuale primo cittadino). A giugno del 2014, Marina Calderone è stata anche la madrina ufficiale della diciassettesima edizione dell'Infiorata del Corpus Domini.
Chi è Marina Calderone
Marina Calderone è la nuova ministra del Lavoro e delle Politiche sociali. Arriva alla guida del ministero di via Veneto dopo un impegno trentennale nel mondo delle libere professioni. Sarda, nata a Bonorva (Sassari), classe 1965, laurea in Gestione aziendale internazionale, è consulente del lavoro dal 1994 e dal 2005 presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro, categoria che conta circa 26 mila professionisti. Dal 2009 è anche al vertice del Comitato unitario permanente degli Ordini e dei Collegi professionali (Cup). Diversi gli incarichi ricoperti negli anni. Dal 2014 al 2020 anche componente del Cda di Finmeccanica, oggi Leonardo. Promotrice del Festival del lavoro, l’appuntamento annuale organizzato dai consulenti che affronta le novità legislative e non solo che riguardano il mondo del lavoro. Evento itinerante (l'edizione 2022 si è tenuta a Bologna), che da 12 anni fa incontrare professionisti, politici, economisti, manager e sindacati sui temi del diritto e dell’attualità. E’ in prima fila da tempo per l’affermazione dell’equo compenso per i professionisti. Il ddl, a prima firma proprio della premier in pectore, Giorgia Meloni, era atteso per l'approvazione definitiva in Senato a luglio scorso nei giorni in cui è poi scoppiata la crisi di governo. Prevede l’estensione dell’equo compenso alle imprese dai 50 dipendenti in su. Ora la sfida è sul lavoro a 360 gradi, dal rilancio dell’occupazione alla tenuta dei redditi. Da tempo convinta della necessità di intervenire per ridurre il cuneo fiscale e contributivo che pesa su imprese e lavoratori, tra le questioni sul tappeto è chiamata a rivedere il Reddito di cittadinanza ("Non c'è dubbio - aveva affermato - che la riforma varata nel 2019 sia rimasta incompleta, non tanto nella parte relativa alle politiche passive, dove ha svolto un importante ruolo assistenziale, quanto per quella relativa alle politiche attive» per rafforzare il collegamento con l’occupazione). Aperta è anche la riforma delle pensioni, per superare la legge Fornero o comunque dare maggiore flessibilità per l’uscita.