Una triste parabola: da ministro a fuori da tutto. Luigi Di Maio non è più, infatti, neanche il segretario di Impegno Civico, il partito che aveva fondato lo scorso agosto con Bruno Tabacci, l'unico entrato poi in Parlamento. Dopo il flop alle elezioni di settembre ieri, dopo aver passato il "testimone" della Farnesina al neo ministro degli Esteri Antonio Tajani, Di Maio ha ufficializzato e comunicato al direttivo del partito la sua scelta. Tra i primi a commentare il passo indietro di Di Maio sui social - "abbandonati" dall'ormai ex titolare degli Affari Esteri il giorno successivo alla debacle elettorale - Sergio Battelli, ex deputato M5S che, insieme ad una sessantina di ex grillini, aveva seguito Di Maio nella scissione del Movimento: «È stato un onore amico mio - scrive l'ex parlamentare genovese postando una foto che li ritrae insieme sugli scranni di Montecitorio -. L'amicizia e i rapporti umani non cambieranno mai come non cambierà mai la cattiveria e l'invidia della gente. Ad maiora semper». Alle ultime elezioni aveva racimolato appena lo 0,6%. Con Di Maio anche il messinese Francesco D'Uva aveva scelto la linea della scissione, lasciando il M5S.
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