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Lunedì si chiude sui sottosegretari: in corsa Mangialavori, Ferro e Siracusano

Una quadra, dicono da più parti nel centrodestra, si è trovata sulla redistribuzione delle caselle. Ora inizia lo sprint all’interno dei partiti, perché quelli che sgomitano per un posto da viceministro o segretario sono ben più dei posti disponibili. Giorgia Meloni vuole nominarli nel Cdm che molto probabilmente sarà convocato per lunedì (domani il pre-consiglio, perché ad alcuni ministeri va cambiato il nome), quindi sia in FdI sia nelle forze alleate ogni nodo va sciolto nel fine settimana. La premier non vuole perdere altro tempo. Nel pomeriggio ha incontrato Giovanbattista Fazzolari (probabile sottosegretario all’attuazione del programma) e il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, con il quale già ieri sera aveva avuto una lunga riunione assieme al ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani a Palazzo Chigi, dove si era intrattenuto un paio d’ore anche il presidente del Senato, Ignazio La Russa. Ora si guarda soprattutto all’esito della corsa interna a Forza Italia.

«Una guerra», per dirla con un deputato alla prima legislatura che a sua volta ha qualche ambizione. Silvio Berlusconi conta però di pescare soprattutto dal bacino dei non eletti. Come l’ex governatore della Sardegna Ugo Cappellacci, entrato in corsa per un posto da sottosegretario al Mef (l'alternativa azzurra sarebbe Maurizio Casasco), dove Noi moderati occuperà una delle sue due (o tre) caselle. Potrebbe farlo con Renzo Tondo, ma nel gruppo centrista c'è maretta, con le varie componenti che non si accordano sul nome. Per l’Economia circola anche l’ipotesi - non inedita - di un doppio viceministro. Uno sarà con ogni probabilità Maurizio Leo, responsabile economico di FdI, l’altro potrebbe essere il leghista Federico Freni. FI dovrebbe alla fine avere due viceministri. In ambienti della maggioranza, uno viene dato quasi per certo, Francesco Paolo Sisto alla Giustizia. L’altro potrebbe essere uno fra Valentino Valentini, allo Sviluppo economico, e Paolo Barelli, all’Interno.

Fra gli azzurri in aria di governo ci sono anche Matteo Perego di Cremnago (Difesa), Francesco Battistoni (Agricoltura), Giuseppe Mangialavori (Infrastrutture) e Alberto Barachini, a cui sembra destinata la delega all’Editoria. Le prossime ore possono però riservare sorprese. Gli azzurri del Sud chiedono più spazio, e soprattutto mancano nomi femminili. Quindi uno di questi otto alla fine potrebbe dover cedere il posto alla messinese Matilde Siracusano. Fra i leghisti nel sottogoverno possono entrare anche Claudio Durigon come viceministro del Lavoro, Edoardo Rixi (Infrastrutture), Vannia Gava come viceministro all’Ambiente, Andrea Ostellari (Giustizia), Lucia Borgonzoni (Cultura), e fra i papabili ci sono anche Massimo Bitonci e Jacopo Morrone. Come avvenuto per i ministri, gran parte dei circa 38 posti saranno per FdI. Fra questi, si ragiona nella maggioranza, sono attesi anche Giulio Terzi di Sant'Agata come viceministro agli Esteri, Marcello Gemmato alla Salute, Wanda Ferro al Viminale, Andrea Delmastro alla Giustizia (o alle Infrastrutture), Marcello Gemmato alla Salute, Alessio Butti sottosegretario all’Innovazione digitale, Galeazzo Bignami al Mise, Paola Frassinetti all’Istruzione, Salvatore Deidda alla Difesa, e hanno chance anche Edmondo Cirielli e Augusta Montaruli.

Un altro Cdm servirà a distribuire le deleghe ai ministeri. Quelle sul commercio estero potrebbero finire a un comitato interministeriale fra Farnesina e Imprese. Il ministro dello Sport Andrea Abodi avrà quelle per Milano-Cortina. Settimana prossima è attesa la nomina del nuovo ad della Fondazione organizzatrice: in pole Alessandro Araimo, ma sono papabili Alfredo Altavilla, Diana Bianchedi, Andrea Zappia e Evelina Christillin.

 Mangialavori (Fi): mai coinvolto in procedimenti giudiziari

«Qualunque associazione tra il mio nome e il concetto stesso di 'ndrangheta, o qualsivoglia forma di mafia, è gravemente infamante e offensiva della mia storia personale e politica e, dunque, assolutamente inaccettabile. Per questa ragione ho dato mandato ai miei legali di depositare querela contro Repubblica.it per il titolo di un articolo che, tra l’altro, non ha alcuna attinenza con il contenuto, dove ciò accade. Non sono peraltro mai stato coinvolto in alcun procedimento giudiziario». Lo afferma, in una dichiarazione, il deputato di Forza Italia Giuseppe Mangialavori. «Continuerò a battermi in Parlamento e altrove - aggiunge Mangialavori - per una politica dove ci si sfida sui contenuti e ci si rispetta, non sulla demolizione dell’avversario e sulla diffamazione. Sono calabrese e sono orgoglioso di essere onesto, come milioni di miei concittadini».

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