Domenica 22 Dicembre 2024

Giorgia Meloni, 100 giorni di governo: il percorso da "maratoneta" della prima donna premier

 
 
SETTEMBRE - Giorgia Meloni vince le elezioni insieme al centrodestra
 
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni
La premier Giorgia Meloni, con il compagno Andrea Giambruno
 
 
 
 

I primi cento giorni di governo di Giorgia Meloni. La prima donna presidente del Consiglio donna nella storia d'Italia fa i conti con i primi passi compiuti a Palazzo Chigi in questo primissimo scorcio di legislatura che la vede al timone dell'esecutivo dopo aver trionfato alle elezioni politiche del 25 settembre. Un percorso da "maratoneta" come ella stesso lo ha definito in una recente intervista. Catapultata da un ruolo di opposizione fino a poco tempo fa di un piccolo partito del centrodestra italiano, alla guida del governo del paese, uno dei paesi più importanti dell'Unione europea. L'ascesa elettorale, la vittoria e il riconoscimento da parte degli alleati, Salvini e Berlusconi, di essere lei la guida del centrodestra di governo. E allora bando ai personalismi, alle lotte intestine, agli interessi di bottega. La Meloni cambia subito atteggiamento: da donna che non ammette peli sulla lingua, avvia, inevitabilmente, un percorso di basso profilo. Si chiude nel suo ufficio a programmare e dialogare con i più stretti collaboratori. Non è più la Meloni sbarazzina e sfrontata dell'opposizione di governo, ma è la donna che deve guidare il Paese fuori dalle sacche di una crisi imperante con le bollette e il caro energia a farla da padrone. Arrivano subito i primi passi: il decreto rave, la stretta sulla sicurezza, l'allentamento sulla stretta anti-Covid. Ma è subito tempo anche di forti contrasti a livello internazionale con i giorni difficili sulla questione migranti con la Francia e con un rapporto, quello con il presidente Macron, che sembra non sbocciare. Poi però è già tempo di manovra e di bilanci: la corsa a mettere giù i provvedimenti più urgenti, l'approvazione velocissima alle Camere e le polemiche impazzite su Pos, contante, pensioni. Con il nuovo anno riemergono vecchie ed antiche "grane": c'è da fronteggiare la questione del caro benzina e un clima non proprio idilliaco con alcuni ministri. Ora però è tempo di guardare avanti, con le sfide che attendono il governo Meloni: la guerra in Ucraina, le riforme istituzionali (autonomia e presidenzialismo vedranno la luce) e il primo vero test elettorale all'orizzonte: le imminenti elezioni regionali in Lombardia e nel Lazio.

Berlusconi: "I primi passi nella direzione giusta"

Il governo compie cento giorni, e il bilancio secondo il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, è positivo: «Mi sembra che i primi passi dell’esecutivo siano andati nella direzione giusta. E comunque gli obiettivi della nostra coalizione e del governo riguardano l’intera legislatura" dice a Il Messaggero. Per le elezioni regionali, spiega, «sono fiducioso che nel Lazio prevalga la voglia di cambiare dopo anni di immobilismo, Francesco Rocca e i candidati di Forza Italia, sono una garanzia di cambiamento e di buon governo del centro-destra. Sono anche fiducioso che il voto in Lombardia continui a premiare i nostri trent'anni di buongoverno». L’ex premier non pensa che Forza Italia verrà ridimensionata dal voto: «Tutt'altro, anzi ne usciremo rafforzati. Forza Italia è indispensabile sul piano dei numeri e soprattutto sul piano politico. Non esisterebbe un centrodestra di governo senza i liberali, i cattolici, i garantisti, gli europeisti, gli atlantisti, che siamo noi di Forza Italia, senza il centro del Partito Popolare Europeo che noi orgogliosamente rappresentiamo in Italia». Per quanto riguarda l’opposizione, «al momento, l’unica forza della sinistra che vedo in buona salute è quella dei Cinque Stelle che credo siano lontanissimi dal pensare di riconoscere la leadership della sinistra ad un segretario del Pd, chiunque sia». Fra i prossimi obiettivi di legislatura, Berlusconi indica "una riforma fiscale basata sul taglio delle aliquote e la flat tax; l’aumento delle pensioni minime a mille euro al mese e la possibilità per i giovani di trovare un lavoro attraverso la totale detassazione e decontribuzione dei contratti di primo impiego; la semplificazione della burocrazia; una riforma garantista della giustizia sulla base delle linee indicate dal Ministro Nordio, che noi condividiamo totalmente».

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