Venerdì 15 Novembre 2024

Apoteosi Argentina! Finale leggendaria: Messi come Maradona

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Da Maradona a Messi, lungo un’attesa durata 36 anni. L’Argentina vince ai rigori il terzo mondiale della sua storia al termine di una finale bellissima, che rimarrà nella storia del calcio, in cui l’Albiceleste era stata ripresa due volte dalla Francia, la prima volta dopo aver assaporato il titolo per 80' (Mbappé ha segnato su penalty al 35' st l’1-2, poi un minuto dopo il 2-2) e poi nei supplementari. A trascinare i Bleus sempre Mbappé, autore di una tripletta in finale come nemmeno Pelé. A sancire la fine della Francia dal dischetto è stato, come nel 2006, un terzino: Grosso a Berlino e Montiel oggi. Insomma, un altro segno del destino. Ma a salvare l’Argentina, altro eroe di questa partita, era stato allo scadere dei supplementari il portiere Emiliano Martinez con una parata decisiva su Kolo Muani, che ricorderà forse per sempre questa azione. Un intervento, quello dell’estremo difensore dell’Argentina, che forse ha contribuito in modo decisivo a fargli assegnare a fine partita il premio di miglior portiere di questo Mondiale (macchiato peraltro dal gesto volgare della mano ai genitali, che va di pari passo con il suo "politicamente scorretto" nei confronti dei tiratori francesi dei rigori). Finisce con Infantino che consola Macron, sceso dalla tribuna, e sussurra all’orecchio di Messi, gongolando per una finale da leggenda che lo conforta nella sua convinzione che al di là delle rivendicazioni dei diritti si debba lasciare spazio al "divertimento per 90' di calcio"; anzi stasera per 120' più rigori. Finisce con le immagini del pianto a dirotto di De Paul, anche oggi tra i migliori in campo come del resto in tutto il Mondiale, e del ct Scaloni, nominato a suo tempo 'ad interim' e poi rimasto fino al giorno del trionfo (e dopo aver vinto, un anno fa, anche la Coppa America), e che dopo essersi ripreso dall’emozione balla in campo con i figli, e delle lacrime, anche queste senza freni, di mamma Celia Maria, proprio lei, la madre di Messi finora sempre discreta nei giorni dei successi del figlio ma che oggi proprio non ce la fa a trattenersi dall’andare in campo ad abbracciare il figlio. E i tifosi argentini continuano a cantare che da lassù Diego vede vincere "la Tercera" al suo erede, ora finalmente nell’Olimpo del calcio perché ora ha vinto tutto, adesso anche il Mondiale come Maradona e Pelé. E la Francia? A Deschamps non è riuscito di fare come Vittorio Pozzo, ct che vinse due Mondiali consecutivi, e rimarrà il dubbio se a condizionare in qualche modo i Bleus sia stato il virus di cui hanno sofferto alcuni dei suoi componenti. E chissà cosa sarebbe successo se in Qatar ci fossero stati Benzema, Pogba e Nkanté, tre titolari fermati dagli infortuni. Discorsi però ormai inutili, Qatar 2022 sarà ricordato come il Mondiale di Messi, e la terza stella sulla maglia se la cuce l’Argentina. Ma rimarrà anche il gesto di Mbappé che dopo essere stato premiato bacia la medaglia d’argento.

La partita

Tripletta Mbappé, doppietta Messi, a segno anche il redivivo Di Maria, mai visto nella Juve a questi livelli. Finiscono 2-2 i tempi regolamentari, 3-3 i supplementari, con la Francia sempre a rincorrere e a pareggiare, prima di due gol poi di uno. Alla fine i rigori: è lo svolgimento di una finale bellissima quanto rocambolesca. Ad aprire le marcature in un primo tempo dominato dall’Argentina era stato un rigore concesso per un fallo ingenuo di Dembele su Di Maria e trasformato di sinistro da Messi (23') esattamente nel minuto in cui aveva eguagliato Paolo Maldini come giocatore con più minutaggio della storia dei Mondiali. E, tanto per aggiungere un record all’altro, al calcio d’inizio aveva già staccato Lothar Matthaus per numero di presenze in un Mondiale: 26. Il raddoppio di Di Maria (36') con una ripartenza esemplare: Messi per Julian Alvarez, in profondità per Mac Allister. Il centrocampista vede l’inserimento di Di Maria, lo serve e il Fideo segna il 2-0. La Francia era inesistente, quasi umilita dal pressing dei rivali, Deschamps cercava di rimediare togliendo dal campo Giroud (infuriato al rientro in panchina) e un frastornato Dembele, ma le cose non cambiavano fino a dieci minuti dalla fine, quando la Francia beneficiava anche lei di un rigore (giusto, per fallo di Otamendi su Kolo Muani), trasformato da Mbappé. Il quale, appena un minuto dopo, all’81', inventava il pari della Francia con una pennellata d’autore che ammutoliva la "hinchada" argentina. Nei supplementari altre girandole di emozioni, con la rete ancora di Messi e il pari di Mbappé, anche questo su rigore concesso per un "mani" di Montiel su conclusione del n.10 francese. Ma c'erano anche due buone occasioni sprecate da Lautaro Martinez e la parata decisiva di un altro Martinez, Emiliano detto "Dibu". Poi i rigori e la festa finale, con Messi che accarezza la Coppa, la bacia, viene rivestito di una mantella regale e poi finalmente solleva il trofeo, accanto a un Dybala (suo uno dei rigori decisivi per il titolo) letteralmente impazzito di gioia. Sì, doveva essere il Mondiale dell’Argentina , e così è stato, per merito soprattutto di quel n.10 venuto dopo Diego.

Le reazioni

Il sogno si è realizzato. Quello di Lionel Messi, della Nazionale argentina, di un intero popolo. La vittoria nella finale al cardiopalmo contro la Francia è stata sofferta «ma meritata», dicono in coro i giocatori dell’Albiceleste. E Leo Messi, il capitano e leader della squadra rivela di voler «giocare ancora qualche partita in Nazionale da campione del Mondo». «La Coppa del Mondo è quello che mi mancava. Adesso è qui - le parole di Messi - Chiudere la mia carriera in questo modo, perché sono sicuramente i miei ultimi anni, è qualcosa di impressionante. Abbiamo sofferto molto ma ce l’abbiamo fatta. Mi piace stare in Nazionale, il gruppo, voglio continuare a vivere qualche altra partita da campione del mondo». Se la vittoria dell’Argentina ha consacrato definitivamente Leo Messi, molto merito lo ha anche Emiliano 'Dibu? Martinez, il portiere dell’Albiceleste, ancora una volta determinante dagli 11 metri, ma non solo. «E' stata una partita di grande sofferenza, lo sapevamo: non siamo riusciti a controllare la partita come dovevamo. Ma per diventare campione del mondo devi soffrire», dice a fine partita. «Quando siamo andati ai rigori finali - ha detto il portiere dell’Albiceleste - ho detto ai miei compagni di rimanere sereni, perchè un paio li avrei presi..». Peccato solo per quel gesto finale, dopo la premiazione quale miglior portiere del torneo, una caduta di stile probabilmente figlia di una calo di tensione. «Ancora non me ne rendo conto, è troppo bello essere campioni del mondo. Però non può essere che abbiamo sofferto così tanto, ma questa squadra è fatta per soffrire ed è capace di reagire a ogni cosa. Sono emozionato, e orgoglioso dei miei». C'è tanto di Lionel Scaloni, ct dell’Argentina, nella vittoria del Mondiale. «Dopo tante critiche, ora godiamoci finalmente il trionfo - dice ancora Scaloni - perché ce lo siamo meritato. E' tutto merito dei miei, sono stati un gruppo incredibile». «Siamo campioni del mondo, non l’avrei mai immaginato, non mi sarei mai immaginato di tenere la coppa. Siamo nati per soffrire, noi argentini siamo così. Siamo in cima al mondo, penso che ce lo meritiamo», commenta Rodrigo De Paul. «Non dimenticherò mai questo momento della mia vita - le parole di Enzo Fernandez, eletto miglior giovane del torneo - Venire qui, avere l’opportunità di giocare un Mondiale e vincerlo per il mio Paese, non ha prezzo. E’ un momento che porterò sempre con me, vincere il Mondiale, è incredibile. Messi se lo merita più di tutti, sono contento per lui». «Non ci sono parole per descrivere questo momento - dice Leandro Paredes - Anche nel sogno più bello, non pensavo che avrei raggiunto questo obiettivo. È per la gente. È per gli argentini. Sarà difficile tornare con i piedi per terra dopo quello che abbiamo raggiunto. Siamo molto felici, abbiamo lavorato sodo per raggiungere questo obiettivo». Di contro c'è la delusione della Francia, espressa nelle parole del ct, Didier Deschamps: «Tutto questo crea ancora più rimpianti, se avessimo incassato il 3-0 non ci sarebbe stato nulla da dire. Non abbiamo fatto le cose giuste per un’ora. In seguito, con molto coraggio, energia e qualità, abbiamo spinto l'Argentina al limite - spiega il tecnico dei Blues ai microfoni di TF1 - Dopodiché, si gioca a cosa? Non abbiamo fatto tutto bene, ma come sempre in questo Mondiale, c'era cuore ed energia. Quando tocchiamo qualcosa e ci sfugge, è ancora più difficile da digerire. Ma è così, e bisogna accettarlo». Via twitter sono arrivati i complimenti del presidente argentino, Alberto Fernandez: «Grazie ai giocatori e al team tecnico. Sono l’esempio che non dobbiamo arrenderci» e «che abbiamo un grande popolo e un grande futuro».

Sequenza rigori

Mbappé gol Messi gol Coman parato Dybala gol Tchouameni fuori Paredes gol Kolo Muani gol Montiel gol

Record Mbappé: a 23 anni a segno in due finali mondiali

Con la doppietta contro l’Argentina, Kylian Mbappè a soli 23 anni entra nel club ristretto dei calciatori andati a segno in più finali dei mondiali. Nel 2018, infatti, l’attaccante del Psg aveva segnato il quarto gol della Francia nella finale vinta per 4-2 con la Croazia, in Russia. Vava, Pelè e Zinedine Zidane hanno realizzato tre gol in due finali e il brasiliano Ronaldo e Paul Breitner con la Germania ne hanno realizzati due in altrettante finali.

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