Nuovo piano vaccini, la mossa “antifurbetti” del Governo. Stop alle categorie, avanti per età
La mossa antifurbetti si è resa necessaria nel nuovo piano vaccini. Perché non ci sono solo i ritardi o la mancanza (fisica) delle dosi a tormentare gli italiani al tempo del coronavirus. La sindrome del sorpasso si è consumata anche in un periodo così delicato. E così il Governo Draghi ha tagliato la testa al toro scegliendo di estirpare alla base il problema: il programma di vaccinazioni, nuovo di zecca, non terrà conto della categoria dei lavoratori essenziali. In tal modo si eviterà di dar adito a interpretazioni di comodo.
I criteri
Si terrà conto, semmai, delle fasce anagrafiche. A tal proposito, sono state individuate cinque categorie in base all'età e alle “fragilità”. O almeno questo prevede la terza bozza del documento. Fermo restando che che gli over 80 avranno la priorità assoluta, saranno pochissime le altre categorie “protette” dal nuovo piano (ad esempio gli abitanti del “pianeta” scuola e le forze dell'ordine).
Le cinque categorie
Cat. 1: Persone estremamente vulnerabili e disabili gravi. Nello stilare il piano, è stato tenuto conto della particolare fragilità di alcune categorie di cittadini affetti da specifiche patologie valutate come particolarmente critiche perché legate al tasso di letalità associata al Covid per danno d’organo preesistente o compromessa capacità di risposta immunitaria a SARS-CoV-2, definite estremamente vulnerabili (tabella 1) e dei portatori di disabilità gravi ai sensi della legge 104/1992 art.3 comma 3.
Il nuovo piano
Logicamente, al di là del criterio delle categorie prioritaria, si dovrò tenere conto delle disponibilità dei vaccini (che in ogni Regione può essere diversa). Si procederà così: 1) vaccinazione degli over 80 e dei soggetti con elevata fragilità (dove previsto nelle tabelle 1 e 2, anche dei familiari conviventi, caregiver, genitori/tutori/affidatari. 2) completamento della vaccinazione delle categorie ricomprese nella fase 1, promuovendo la vaccinazione nei soggetti che non hanno ancora aderito alla campagna e avendo cura di includere, nel personale sanitario e sociosanitario, tutti i soggetti che operano in presenza presso strutture sanitarie e sociosanitarie, utilizzando anche vaccini a vettore virale per chi non ha ancora iniziato il ciclo di vaccinazione 3) completamento della vaccinazione del personale docente e non docente, scolastico e universitario, delle Forze armate, di Polizia e del soccorso pubblico, dei servizi penitenziari e altre comunità residenziali. 4) vaccinazione dei soggetti di età dai 70 ai 79 e, a seguire, quella dei soggetti di età dai 60 ai 69 anni.