Quel momento è arrivato. Quello discusso ma mai in discussione, quello osteggiato e ostentato (e ostinato), quello pure superato eppure a suo modo insuperabile. Il 71esimo Festival della Canzone Italiana comincia stasera. Venga il regno delle contraddizioni, di tutte quelle figure (figurine, figuracce e figuranti) meravigliosamente retoriche, sulla sua carrozza addobbata con fiori di canto e Ciuri in controcanto, dove le polemiche sono il pane e se non ce n’è… si fa la fame. E sia, comunque sia, «una settimana ritualistica che scompagina le nostre vite verso la spensieratezza, quest’anno quanto più possibile misurata, nel protocollo più rigoroso». Parola di Stefano Coletta, gran direttore di Rai1: «Il Festival con Amadeus e Fiorello ha senso in questo senso».
Il poeta misterioso e il Rambo di Letojanni
È che, «da quando lui dirige, il livello culturale si è alzato. Devo stare col vocabolario in mano quando parla. Farà un nuovo format: “Il poeta misterioso”». Fiorello è come il Natale, quando arriva arriva. Irrompe mascherato e spara su tutti, come quella volta che dal villaggio si ritrovò militare. «Era uscito Rambo 1, in armeria c’era una mitragliatrice identica a quella del film, uscii dal balconcino della caserma armato e intanto… è passato un superiore!». Tre mesi a Bari, «poi mi mandarono vicino casa... a Pordenone!». Quindi punta Amadeus, «ormai siamo inseparabili come i pappagalli... neanche Renzi ci potrebbe dividere». Punta tutto su Amadeus, perchè «è riuscito a mettere insieme Willie Peyote e Orietta Berti, come se al governo ci fossero insieme Lega e Pd».
Il pubblico c’è ma non si vede
Certo, c’è quella storia delle poltrone vuote (non quelle in parlamento, le sedie dei teatri). Niente gente, nemmeno i giornalisti o i medici già vaccinati, non sarebbe stato corretto allontanarli dai reparti. «Nessuno in sala, milioni a casa: la curiosità e la voglia di cogliere un’opportunità».
Fiorello, tu canti qualcosa?
«Con Enzo Avitabile un omaggio a Renato Carosone, verrà con i suoi bottari. Ce ne saranno 300 seduti in sala. Avremo un pubblico di bottari. Sarà mercoledì, giusto per riempire. Ho prenotato la cena alle 4.30. In fondo, perchè lasciare spazio tra una puntata e l'altra?».
Verso l’infinito e oltre…
Tradotto? Cinque serate, altrettante nottate. Quest’anno almeno l’intento è dichiarato, lo ha detto Amadeus in persona che «è facile si arrivi alle 2 di notte». Pace.
Sicilia e Calabria in prima serata: il programma
Tra i Big si esibiranno il cosentino Aiello e i siciliani Colapesce (di Solarino) e Dimartino (palermitano).
Ospiti: Diodato aprirà le danze. Ci sarà l'infermiera Alessia Bonari, simbolo della pandemia; la Banda della Polizia di Stato con due special guest. E Loredana Bertè, che presenterà in anteprima al Festival “Figlia di...”.
Un Festival made in Italy e Golden Globe
Tutto a chilometro zero. La strada la porta Laura Pausini, fresca di statuetta per “Io sì” (colonna sonora del film Netflix con Sofia Loren, “La vita davanti a sé”). Lei che è partita da quel palco per percorrerne tanta. «La mia carriera è iniziata lì con voi. Sanremo è il posto in cui canto peggio, ancora oggi non riesco a controllarne l’emozione». Sarà ospite il mercoledì e, «grazie a lei il Festival avrà un sapore internazionale». Lady Gaga? Risponde Fiore: «Ci stiamo lavorando, ma bisogna vedere come stanno i cani».
Quella grancassa di risonanza
Certo, «pensavo che a marzo saremmo stati fuori o quasi. Purtroppo non è così, la variabile pandemia è poco razionale». Obbligo o verità, c’è che <abbiamo tenuto Sanremo in vita anche per far rifiatare i lavoratori dello spettacolo. Umberto Tozzi, ad esempio- spoilera Amadeus- sarà con noi sabato sera, canterà i suoi successi con la sua band e lancerà una raccolta in loro favore. Molti sono i cantanti che devolveranno il cachet ai propri tecnici. E questo può succedere solo se la macchina riparte. Sanremo sa fare le rivoluzioni».
Sa aprire i mondi, sa trovare i modi, sa sciogliere i nodi. Sa fissare i chiodi. Sanremo è Sanremo. E se non ci sarà mai un Ama senza Fiore, ci potrebbe essere una Rai con un nuovo espositore: «Coletta...al posto del cavallo dovresti mettere lui. Come attributi siamo là, garantisco...».
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