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"Zitti e buoni": ai Maneskin il Sanremo 2021. Poi Fedez-Michielin e Ermal Meta. Quarti Colapesce e Dimartino

E' il rock dei Maneskin con il brano "Zitti e buoni" a trionfare nella 71° edizione del Festival di Sanremo. Il gruppo lanciato da X Factor ha battuto in finale la coppia Francesca Michielin e Fedez, secondi con "Chiamami per nome", e Ermal Meta, super favorito della vigilia, terzo con "Un milione di cose da dirti". ll verdetto, in qualche modo storico perché premia un genere che ha frequentato poco l’Ariston, è anche frutto di un cast innovativo selezionato da Amadeus per il suo secondo festival. A Willie Peyote, con "Mai dire mai" (La locura) è andato il Premio della Critica Mia Martini - Sezione Campioni, attribuito dalla Sala Stampa. I siciliani Colapesce-Dimartino con "Musica leggerissima" hanno conquistato il premio Lucio Dalla, assegnato dalla Sala Stampa Radio-Tv-Web, secondo Ermal Meta, terza Annalisa. Madame ha vinto il premio "Miglior testo Sergio Bardotti" per il brano "Voce", Meta il premio "Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale.

La classifica

1) Maneskin

2) Michielin-Fedez

3) Ermal Meta

4) Colapesce-Dimartino

5) Irama

6) Willie Peyote

7) Annalisa

8) Madame

9) Orietta Berti

10) Arisa

11) La Rappresentante di lista

12) Extraliscio

13) Lo Stato Sociale

14) Noemi

15) Malika Ayane

16) Fulminacci

17) Max Gazzè

18) Fasma

19) Gaia

20) Coma Cose

21) Ghemon

22) Renga

23) Gio Evan

24) Bugo

25) Aiello

26) Random

 

Premio Mia Martini a Willie Peyote

Willie Peyote con il brano «Mai dire mai (la locura)» ha vinto il Premio della critica 'Mia Martinì al 71° Festival di Sanremo assegnato dalla sala stampa. Ha ottenuto 21 voti, precedendo il duo Colapesce-Dimartino che ha ricevuto 13 voti e gli Extraliscio con Davide Toffolo che di voti ne hanno avuti 6. I votanti sono stati 64.

Premio Lucio Dalla ai siciliani Colapesce-Dimartino

Colapesce-Dimartino con Musica Leggerissima conquistano il Premio Lucio Dalla, assegnato dalla Sala Stampa Radio-Tv-Web, con 21 preferenze su 98 votanti. Secondo Ermal Meta con 12 voti, terza Annalisa con 8.

L'inizio della serata: Fiorello omaggio a Little Tony

In una città semi deserta, mentre fuori dall’Ariston un gruppetto di partite Iva invoca lavoro, sui social si discute, il festival è in testa ai trending topic, impazzano i meme e si moltiplicano gli appelli al voto: scontato l’endorsement di Chiara Ferragni per il consorte Fedez in gara con Francesca Michelin, mentre Can Yaman si schiera con Arisa. Prima della gara, aperta da Ghemon, tocca a Fiorello. Giubbotto di pelle rossa con le frange, lo showman rende omaggio a Little Tony. Poi scherza con Amadeus che ha escluso l’ipotesi di un festival ter ("Ti capisco, perché è impegnativo, hai un’età, ma se non lo fai tu finalmente sto in pace") e lancia l’anatema sul futuro: «In bocca al lupo a quelli che verranno l’anno prossimo a fare il festival: vi auguro questa platea piena, la galleria piena, il pubblico in mezzo all’orchestra, milioni persone fuori dell’Ariston, ospiti internazionali, ma vi deve andare malissimo, ve lo auguro con tutto il cuore».

«Ultima cosa. Mi ha chiamato Franceschini, sai che noi della cultura abbiamo la chat, e mi ha chiesto di ricordare che sono i 700 anni di Dante. Mi ha chiesto di leggere qualcosa: ma io le cose le so a memoria, declamo». Recita l’incipit dell’Inferno, l’ultimo verso del Paradiso e chiosa: «Quello che c'è in mezzo ve lo leggete voi perché noi abbiamo 26 cantanti». Nelle gag - in parte pescate dal repertorio - finiscono anche l’incolpevole opera lirica ("si potrebbero dire anche le parolacce, non se ne accorge nessuno"), il balletto ("Il lago dei cigni dura due ore e mezza, il cigno non muore mai") e le recite scolastiche.

Il saluto di Ibra

Zlatan Ibrahimovic, venuto a commissariare il festival, ha definito la sua squadra: «In attacco Zlatan e Ibrahimovic, a centrocampo Fiorello perché serve il fantasista, in difesa l'orchestra perché ha difeso con i denti la forza della musica , Ama tu come portiere e come stopper Achille Lauro perché così allo stadio hanno paura. Lauro mi è simpatico, volevo fare lo scambio di maglia, ma non si può, perché è sempre nudo». Il bomber del Milan ripercorre la sua carriera stellare, tra successi e sconfitte, e spiega il senso della sua presenza: «Il fallimento non è il contrario del successo, è una parte del successo. Fare niente è il più grande sbaglio che puoi fare. La cosa più importante è fare ogni giorno la differenza, con impegno, dedizione, costanza, concentrazione. Non è il mio festival, né quello di Amadeus, ma è il vostro, dell’Italia intera, la mia seconda casa».

Ornella Vanoni emoziona

Classe e ironia, Ornella Vanoni si prende la scena: «Il pubblico non c'è, ma l’emozione è uguale». E punzecchia Fiorello: «Ma la tua passione è cantare? È un festival di musica, se canti anche tu non va bene, noi chi siamo?». Poi si rivolge agli orchestrali: «Sono più importanti loro del pubblico, magari ne capiscono di più. Ma sono stanchi, sfatti». Al pubblico regala il medley su Una ragione di più, La musica è finita, Mi sono innamorato di te, Domani è un altro giorno, poi duetta con Francesco Gabbani su Un sorriso dentro al pianto. Canta anche Serena Rossi, che dopo il successo di Mina Settembre è pronta per il nuovo show La canzone segreta, dal 12 marzo su Rai1, e fa commuovere Ama dedicandogli "Io e te" di Jovanotti. Giovanna Botteri cita "L’anno che verrà" di Dalla, poi accenna alla sua esperienza da corrispondente in Cina, quando un anno fa il Paese scoprì di essere in guerra contro il virus.

Achille Lauro insanguinato

Achille Lauro per il quadro finale ha scelto la sua C'est la vie, con un omaggio all’orchestra, e stavolta invoca la benedizione di Dio «su tutti noi, esseri umani». D'effetto. Nel suo monologo conclusivo - dopo aver ascoltato gli audio originali con gli insulti che gli sono stati rivolti nel tempo da Red Ronnie, Matteo Salvini, Maurizio Gasparri, Valerio Staffelli -, a petto nudo e con delle rose infilzate nel petto sanguinante (le parole che feriscono), la consueta benedizione stasera è: «Dio benedica solo noi essere umani».

 

 

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