Lunedì 23 Dicembre 2024

Achille Lauro, a Sanremo via dalla comfort zone: "Cerco di distruggere la mia carriera"

 
Achille Lauro Superstar
 
Achille Lauro
 
 
 
Achille Lauro
Achille Lauro
Achille Lauro, l’ospite fisso. Achille Lauro («Ci regalerà cinque quadri» ha detto Amadeus)
 
Il duetto con Annalisa
Italian singer Achille Lauro performs on stage at the Ariston theatre during the 70th Sanremo Italian Song Festival, Sanremo, Italy, 04 February 2020. The festival runs from 04 to 08 February. ANSA/ETTORE FERRARILa madre è l’attuale amministratrice dell’agenzia di Lauro, la No Face Agency
Achille Lauro nasce l’11 luglio 1990 a Verona
Sul palco di Sanremo

Quattro di fila prima di lui nessuno li aveva fatti. Quattro Festival consecutivi sono record assoluto. Dopo la “rivoluzione ultra punk di Rolls Royce  e la dirompente, divisiva Me ne frego”, dopo i 5 quadri da superospite (di un’edizione superdeserta) Achille Lauro torna all’Ariston, là dove (molto) è cominciato.

Perché Sanremo è un’esposizione e Domenica… è sempre domenica

E Sì, Sanremo è una mostra. Non è esattamente la sua roba ma potrebbe essere ancora una volta la vetrina del progetto. E infatti Achille Lauro ci torna, con Domenica (testo di de Marinis-Manzari-Petrella e musica di Ciceroni Cutolo- Manzari e Calculli che dirigerà l’orchestra) che è “giorno di libertà”, con una canzone che suona estremamente popolare e per niente pop”, che ripesca il perso, che lo contrappone al testo… sedotto dall’Harlem Gospel Choir. Gli amici d’America saranno sul palco con lui perché “è il brano che lo chiede. Non il marketing, è la spiritualità del canto”.  Per la serata cover, invece, Sei bellissima in duetto con Loredana Bertè. Un “brano incredibile, ritornello cult e strofe struggenti, teatrali. Che raccontano di dipendenza, di svilimento. Un pezzo profondo di donna, emozionale e attuale”. Coi Maneskin? Nessuna competizione. Nessuna competizione proprio. “Vado a fare Sanremo come fosse un programma a parte. In cui ho i miei 4 minuti. Ci sono tante sfumature di me in giro, se avessi voluto essere competitivo avrei portato 16 marzo… ma poi sbatto sempre nella provocazione”.

Il disco chiude il cerchio e apre il tour (a Taormina il 14 luglio, Messina l’indomani)

Domenica è anche una delle 7 nuove tracce di Lauro - Achille Idol Superstar, nuova edizione (fuori l’11 febbraio). Più che altro la naturale prosecuzione dell’album Lauro, in un percorso già cominciato con 1969. La cover è opera di Miaz Brothers. La tecnica, quella del volto offuscato. “Perché il volto è in continuo mutare” e lo è pure la storia di chi è ritratto. Una pietra che rotola, che non fa muschio. Come il tour strarock&roll, cross over, musical” che porterà in giro l’album attraverso l’Italia più bella e strategica per tutta l’estate. Il tour Achille Lauro Superstar – Electric Orchestra arriverà pure a Taormina, il 14 luglio e a Messina (unica tappa gratuita, recupero della data saltata a dicembre), in piazza Duomo, l’indomani.

E tutto diventa uno

Il palco è come un videoclip, la musica messa in scena, “in cui tutto è proiezione di me che sono uno di tutto”. Luoghi come il Teatro Antico Lauro li sognava da sempre. Lauro ha sempre sognato. “Facevo 130 date in un anno, ma nei garage. Immaginando questi livelli, di fare le cose in gruppo, in alto”. Così, dopo mesi in volo, è stato tempo di isolarsi. Lauro - Achille Idol Superstar è nato su un’isola deserta, mentre Achille Lauro era solo, in ritiro con la squadra. Così questa volta, per questo lavoro, la session è diventata la vita. “Siamo saliti su un altro scalino creativo. Abbiamo prodotto l’evoluzione di quello che già abbiamo. L’incredibile possibilità di produrre album fuori moda e farli diventare di tendenza”.

Il pezzo di un pazzo

“Sono anni che cerco di distruggere la mia carriera. Mai soddisfatto del presente, cerco sempre il futuro. Oggi sento di avere il gruppo perfetto per andare oltre. Che non è trasgredire o infrangere. E’ la motivazione per andare avanti, per non ripetersi, per non ristagnare nel comfort. In fondo arte e distruzione sono la stessa cosa. Arte è distruzione. Se non suscita, non smuove, se non divide non è arte. Chiamare arte la mia lo trovo presuntuoso. La mia è musica con mille chiavi lettura. Chi ascolta la canzone, chi guarda il costume…chi coglie il concetto. Ma non è che ti metti una parrucca e vai sul palco… Noi facciamo quello che gli altri non fanno. Chiedersi chi voglio essere, dove voglio andare. Se oggi non pagherà, arriverà il tuo momento. Tra chi dice non sei degno ritirati, c’è chi dirà…questo segue la sua strada. Fare di più è fare qualcosa che fai solo tu. E farlo per te”.

leggi l'articolo completo