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Sanremo, una prima serata siciliana. Da “Ciuri” a Nino Frassica

L’esordio del Festival all’insegna dell’Isola. E anche Amadeus parla in dialetto. Tra i cantanti Dargen D’Amico, Giusy Ferreri e Mangiaracina. E domani il monologo di Saviano per Falcone e Borsellino

Musica, fiction, comicità. La prima serata del Festival di Sanremo 2022 ha una griffe tutta siciliana. Terra di Trinacria in ogni dove. Fiorello è travolgente, lui l’amico di una vita legato a doppia mandata con Amadeus, tanto che ormai in conferenza stampa il direttore artistico si avventura in un comico detto siciliano “di na ricchi mi trasi e dall’autra nesci” e svela il mistero: «Fiorello? L’ho convinto quando siamo andati in vacanza insieme ad agosto...». E Fiore sul palco lo ribadisce: «In vacanza con te non vengo più...».

Rosario Tindaro Fiorello, con quel secondo nome che è, al pari dei genitori (papà Nicola di Letojanni, mamma Sarina di Giardini Naxos), il legame più stretto con Messina. Un segno di devozione verso la Madonna Nera del Tindari, a cui la mamma è devota. «A Letojanni (dove è cittadino onorario, ndc) ci torno spesso, soprattutto in estate in vacanza». E chi dice che la prossima volta non ci sia anche... Amadeus...
In attesa di decidere la destinazione per le ferie, la coppia recita nel posto più naturale: quel palco che negli ultimi tre anni li ha visti assoluti protagonisti, nel bene e nel male (davanti a poltrone vuote). E Fiorello è un fenomeno. «Spero di rivederti al funerale – ride guardando Amadeus – tanto se nostro Signore fa l’appello tu sei con la A. Porto io il feretro, con Jovanotti, Antonacci e Nicola Savino. Ormai sta al Tg1 dalla mattina alla sera - insiste Fiorello - la gente lo ha scambiato per un virologo. Non gli credete quando dice che il quarto festival non lo farà, vertici Rai non glielo credete: vi do’ un consiglio per il prossimo anno, chiamate il generale Figliuolo. Dal teatro Astrazeneca di Sanremo, prima cantano gli over 80», scherza. «Amadeus mi ha rotto tutti i giorni: devi venire. Una sera, pioveva, ho visto un bambino fuori della mia finestra: era il figlio Josè con un cartello “Non abbandonare papà”», continua Fiore. «Se insisti ti mando i Jalisse, e sono fiumi di legnate.
Da Fiorello al messinese Nino Frassica, che nel pomeriggio viene travolto dall’affetto degli spettatori assiepati fuori dall’Ariston. «Nino vogliamo te presidente della Repubblica». Il maresciallo Cecchini sorride e poi racconta: «Siamo qui per Don Matteo, quest’anno c’è Raoul Bova e sono al suo fianco per presentare la fiction. Fiorello? Lo vedrò con grande affetto, è sempre stato un amico. Quando torno a Messina? Ci sono stato da poco, a Natale. Ci tornerò a Pasqua...».
Linea Rai: da Don Matteo a Màkari, da Nino Frassica a Claudio Gioè: da Messina a Palermo con la serie la cui seconda stagione debutterà lunedì 7 febbraio.
E poi tanta musica con in gara i tre siciliani: Dargen D’Amico, originario delle Isole Eolie (Filicudi) e i palermitani Giusy Ferreri e Danilo Mangiaracina de la Rappresentante di Lista.

Leggerezza e riflessione: nel festival “della gioia” di Amadeus ci sarà anche spazio per un omaggio a Falcone e Borsellino, nel trentennale delle stragi di Capaci e via D’Amelio, che sarà affidato giovedì sera a Roberto Saviano. «Sarà un monologo molto bello, davvero toccante, come solo Roberto sa fare», annuncia con orgoglio il direttore artistico. «È un onore per me e una grande responsabilità ricordare, giovedì 3 febbraio al Festival di Sanremo, a 30 anni dalle stragi di Capaci e via D’Amelio, la rivoluzione civile di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino», sottolinea lo scrittore sui suoi profili social. «Ci tengo a dire che interverrò a Sanremo a titolo gratuito; importantissimo per me, sul palco dell’Ariston, poter raccontare il sacrificio di due uomini che hanno cambiato radicalmente non solo le modalità del contrasto alle organizzazioni criminali, ma anche la loro narrazione. È a Falcone e Borsellino che dobbiamo la nostra capacità di guardare in modo radicalmente diverso alla sintassi del potere».

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