Venerdì 22 Novembre 2024

I look a Sanremo 2002. Spopolano tatuaggi, piercing, anfibi, petti nudi e... canotte FOTO

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Giacche oversize, capelli cortissimi, tatuaggi, piercing, anfibi e plateau, uomini ingioiellati e outfit fluid in cui il genere sessuale non conta: al festival di Sanremo si sfoglia l'album di una generazione, la Z dei venti - trentenni che meccia (è il loro slang del resto) ossia mescola epoche, le stratifica, trova l'identità nell'osare look senza farsi troppi problemi, aggressiva fuori romantica dentro. E soprattutto esalta lo street style genderless, quello che sempre più incrociamo nel quotidiano. Certo ci sono gli stilisti dietro ogni abito del festival, la moda da anni si è presa l'evento in una gara di firme che comincia mesi prima, ma sono gli artisti a costruire con le maison un'immagine che li rispecchi e li metta ancora di più in connessione con il pubblico che li sostiene. E così lo stile scelto fa la differenza e avvicina ancora di più quella platea giovane che è la nuova conquista di questa terza edizione di Amadeus. Lasciando da parte per motivi generazionali Ranieri, Morandi, Zanicchi e altri che certo non osano e vanno su eleganze classiche, c'è uno street style in versione disco del sabato sera sul palco dell'Ariston con look vicini all'immaginario queer pop e chic. Achille Lauro già nelle scorse edizioni aveva dettato la linea anticipando look senza confini di genere, è stato un apripista, ma oggi, tenero, romantico, con i capelli decolorati e corti, i pantaloni nude di paillettes (Gucci) non è più solo. E' in buona compagnia: di Mahmood e Blanco con i loro completi cool XXL (Balenciaga) e il petto nudo nel vedo non vedo di maglie impalpabili, del duo in Moschino La Rappresentante di Lista con echi Lady Gaga, di Michele Bravi, di Sangiovanni paladino del rosa - stereotipi cromatici di genere duri a morire - e dell'ecoplastica riciclata per i pantaloni , dei punk Highsnob e Hu, i più hard di tutti con la testa rasata di lei e il carico di incisioni di inchiostro di lui, Aka 7even animalier o pink e di Rkomi in total leather. Tutti carichi di accessori, anelli, orecchini, catene: sono gli uomini a osare più delle donne, divertendosi con make up vistoso, smalto alle unghie e tagli drastici come il razor cut di Mahmood. Le firme ci sono eccome, dagli smoking luccicosi di Gai Mattiolo per Amadeus ai dress iperfemminili di Alberta Ferretti per Noemi, dai vestiti di Philippe Plein per Giusy Ferreri e Fabrizio Moro, dai completi sostenibili di Stella McCartney per Aka 7even. Capitolo a parte Giovanni Truppi, minimal esagerato in canottiera.

leggi l'articolo completo