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Festival di Sanremo, quanta Calabria e Sicilia sul palco e dietro le quinte

Dalla cabina di comando al palco, passando per l’orchestra dell’Ariston e Casa Sanremo. La 73. edizione del Festival parla anche un po’ siciliano e calabrese, come negli ultimi anni del trionfo in termini di ascolto che portano la firma del trio Amadeus-Fiorello-Presta.
E allora come non partire da loro. Ama è l’uomo dei record, al quarto festival di fila e con un quinto già firmato per la prossima edizione. Lui di papà palermitano che non perde occasione per ricordare le sue origini. E lo ha fatto anche ieri ai microfoni di Gazzettadelsud.it salutando tutti i lettori siciliani e calabresi: «Picciotti buon Festival a tutti, sarà un grande Sanremo e sono sicuro di aver fatto un ottimo lavoro anche quest’anno. Palermo è la città delle mie estati, trascorse a Mondello e poi mio papà è sempre un gran tifoso dei rosanero. Ci vediamo in estate».
Da Amadeus al “picciotto” di Letojanni Fiorello, che condurrà di fatto il Dopo Festival, il passo è brevissimo. Anello di congiunzione tra i due è il cosentino Lucio Presta, co-produttore e super manager dei grandi dello spettacolo, a cominciare da Benigni, Zalone e appunto Amadeus e Gianni Morandi che da stasera saranno protagonisti sul palco del teatro Ariston. Un guru della televisione, già al nono festival di Sanremo, che sta dietro agli ultimi grandi successi e che è pronto a scommettere di nuovo sul suo pupillo. «Ama ha fatto una rivoluzione – dice Presta – è stato bravissimo a unire i gusti e le esigenze di tutti e rimettere tutta la musica, anche quella dei giovanissimi, al centro di Sanremo».
C’è Sicilia anche sul palco con il siracusano Colapesce e il palermitano Dimartino, la calatina Levante, mentre in seconda fila c’è La Rappresentante di Lista con il palermitano Dario Mangiaracina autore della canzone dei Cugini di Campagna.
Ma veniamo al Festival che non si vede: nell’orchestra ben due messinesi e due calabresi. Si tratta della violinista Luisa Grasso, della violista Sharon Scalera, del contrabbassista Davide Sergi e del percussionista-timpanista Tarcisio Molinaro. E proprio per il maestro cosentino del Coservatorio, che sarà al Festival per la terza volta, questo Sanremo ha un valore speciale. Di rinascita.
Dalla banda musicale del suo paese (Marano Principato) al Festival di Sanremo, concretizzando quel progetto di vita che da sempre lo ha visto impegnato nello studio della musica. Collaborazioni con tantissimi artisti, lo scorso anno il secondo Festival. Poi la scoperta, improvvisa, tremenda. Di quelle che ti cambiano la vita. A raccontarlo proprio il maestro Molinaro. «Ho scoperto di avere un tumore al fianco, posso dire che lo scorso anno proprio su questo palco non ero solo ma avevo con me un compagno di viaggio ma di quelli che è meglio non incontrare. È cominciato un continuo peregrinare tra oncologi, radiologi, chirurghi, fino al viaggio a Padova per l’operazione». Adesso la fine dell’incubo e la rinascita: «È così che vivo questo Festival. Ma sono anche concentrato sulla musica. Ci sono canzoni davvero belle – continua Molinaro che è reduce dalle prove dei 28 cantanti che stasera e domani si esibiranno – . A un primo giudizio dico che ci sono cantanti con una grande voce, ma che magari non hanno un gran testo o un grande arrangiamento. O viceversa. Credo che Mengoni abbia forse la canzone che più delle altre ha tutti questi elementi. Musicalmente quale sarà il momento più alto di questo Sanremo? Direi il duetto di Giorgia ed Elisa, in prova hanno messo i brividi a tutti. Pazzesco».
Al suo fianco il collega più giovane, Davide Sergi, di Delianuova. Contrabbassista nella sezione sinfonica dell’orchestra: «Per me è la prima volta a Sanremo, studio a Torino ed essere qui è un orgoglio. Guardavo il Festival da piccolo con la mia famiglia e mi divertiva guardare proprio l’orchestra, sognando di poter essere un giorno al posto di uno di loro. Ci sono riuscito...».
La violinista messinese Luisa Grasso è alla quinta edizione di Sanremo, non nasconde l’emozione ma ha una certezza: «Amadeus, lui è davvero speciale. La sua rivoluzione è quella di un signore della tv che c'è sempre, che nota tutto. Lui è il direttore artistico di ogni particolare». Un sogno anche per l’altra messinese Sharon Scalera, seconda volta all’Ariston dopo il Sanremo in cui in sala non c’era pubblico: «Quel Sanremo è stato un’altra storia, davvero complicato. Ho sempre desiderato suonare in tv, unire orchestra e televisione (non sono molte le occasioni, Sanremo è il top)... sono riuscita a tirare quel sogno fuori dal cassetto».
A Casa Sanremo un posto di primo piano spetta al messinese d'adozione Enzo Piedimonte che per il secondo anno consecutivo sarà responsabile dell'area food. È definito "l’artista delle pizze", nato in Campania, 38 anni fa, aveva solo 11 anni quando ha preparato la sua prima pizza napoletana. Dopo l’esperienza in diverse pizzerie di Napoli e gli insegnamenti di due grandi maestri pizzaioli, Tonino Tammaro e Pasquale Aversano, Enzo Piedimonte a 24 anni si trasferisce in Sicilia. Il pizzaiolo mette radici nella pizzeria del cognato, sul bellissimo lungomare di Rodia, frazione di Messina. Il Ritrovo La Scala diventa il regno della pizza napoletana d’autore e Enzo, che intanto si fa conoscere come il ritrattista delle pizze, viene riconosciuto come colui che ha portato la vera tradizione della pizza napoletana a Messina. E adesso è pronto a sbarcare a Sanremo con la pizza “Chiara Ferragni”.
E sempre a casa Sanremo a coordinare i fotografi per Gruppo Eventi ci sarà il messinese Giuseppe Contarini. Al quarto anno consecutivo come coordinatore (escludendo l’edizione a porte chiuse del 2021, che ha contato pochissimi tecnici causa covid) Contarini avrà con sé la fotografa Federica Carrozza, che ricoprirà il ruolo di Data Manager, quindi catalogazione, post produzione e selezione di foto da inviare ai media e per i social media. Insomma buon Festival a tutti.

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