E’ stato accolto da eroe, il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, nella sua storica visita a Bruxelles. Standing ovation al Parlamento europeo. Applausi e abbracci al vertice Ue dai capi di Stato e Governo. Lui, visibilmente commosso, ha mostrato tutta la gratitudine per l’Ue che non ha mai fatto mancare il suo sostegno da quando i carri armati russi hanno marciato verso Kiev, il 24 febbraio dell’anno scorso. Ma ha chiesto altro e di più. Non solo di accelerare sul processo di adesione all’Unione europea ma anche, e soprattutto, accelerare sulla fornitura delle armi per essere "al passo dell’aggressore": «carri armati, missili a lungo raggio e jet da combattimento». «Non posso permettermi di tornare a casa senza risultati», ha ammesso in conferenza stampa con Charles Michel, il presidente del Consiglio europeo, e Ursula von der Leyen, la leader della Commissione. I due l’hanno accolto all’aeroporto. Dov'è atterrato accompagnato, da Parigi, dal presidente francese, Emmanuel Macron. Il capo dell’Eliseo aveva ospitato Zelensky già ieri sera. Un appuntamento ristretto, a cui era stato invitato solo il cancelliere tedesco, che a Bruxelles è stato letto come un’incursione poco gradita.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, l’ha giudicata «inopportuna». «Credo che la nostra forza in questa vicenda sia l’unità e la compattezza e io capisco la questione politica interna, il fatto di privilegiare le proprie opinioni politiche interne, ma ci sono momenti nei quali privilegiare la propria opinione politica interna rischia di andare a discapito della causa e questo mi pare fosse uno di quei casi», ha detto ai giornalisti al suo arrivo al Palazzo Europa. Parole dure a cui Macron non ha voluto rispondere direttamente - «non commento in merito» - ma che ha voluto comunque precisare. «Ricevere il presidente Zelensky con il cancelliere Scholz è stato nel nostro ruolo, perchè come sapete Germania e Francia hanno un ruolo particolare da più di otto anni sulla questione. Abbiamo sostenuto insieme questo processo», ha spiegato il capo dell’Eliseo. «Inoltre sta al leader ucraino scegliere i formati dei suoi colloqui, oggi dopo il suo discorso al Parlamento europeo avrà incontri bilaterali con diversi leader», ha cercato di stemperare. In ogni caso, per Macron, «ciò che importa è essere collettivamente efficaci e di avere una trategia per ritrovare una pace duratura, che rispetti l’Ucraina nel suo diritto e nelle sue frontiere e che rispetti la giustizia».
Zelensky ha avuto un colloquio bilaterale anche con Meloni. «Dopo un incontro di gruppo con alcuni leader, le ha chiesto di trattenersi per un faccia a faccia», hanno spiegato fonti europee. Nell’occasione Zelensky «ha manifestato la forte gratitudine per l’impegno di Roma"; Meloni ha confermato «il sostegno italiano all’Ucraina contro l’aggressione russa». Si è parlato anche della sua visita a Kiev che dovrebbe avvenire prima del 24 febbraio.
Rivolgendosi ai leader, sia nella sessione di lavoro, che nei colloqui bilaterali, Zelensky è stato chiaro: «Purtroppo la guerra è in corso e durerà, non possiamo fermarci alle emozioni, servono armi. Armi di un certo tipo». Essenzialmente, dopo aver ottenuto il via libera per i carri armati Leopard 2, Zelensky punta ai caccia. I Mig-29 ma anche gli F-16. I leader Ue sono riluttanti. I pochi che hanno promesso qualcosa, si sono assicurati che non sia reso pubblico. «La mia visita a Londra ha dato frutti concreti, ci sono accordi di cui non posso parlare. Per arrivare a ottenere i jet ci vorrà del tempo, verrà dichiarato quando sarà il momento». Lo stesso vale per la sua visita di ieri a Parigi. «Non posso entrare nei dettagli dei piani militari di Kiev», ha precisato Macron. «Non saremo i primi a fornire i caccia, ma se altri aprissero la strada la nostra risposta sarebbe positiva», ha assicurato il premier polacco, Mateusz Morawiecki. Il collega slovacco, Eduard Heger, ha detto che sta lavorando sulla richiesta di fornitura dei Mig. Estonia e Belgio sono in versione «vorrei nma non posso», non avendo jet a disposizione. L’olandese, Mark Rutte, invita invece alla cautela: «Rischia di essere una linea rossa per lo scontro diretto con Mosca». In ogni caso sarà necessario passare per la Nato e non solo. «Quando si tratta di questi sistemi d’arma, spesso servono autorizzazioni dai Paesi produttori», spiega un diplomatico europeo. Esattamente com'era successo le scorse settimane con i Leopard tedeschi.
L’Ue può fare di più in autonomia sul processo di adesione. Michel e von der Leyen si sono detti «impressionati» dai progressi compiuti dall’Ucraina. «Vorremmo aprire i negoziati quest’anno, intendo proprio quest’anno, il 2023. Ci serve per dare motivazione all’esercito», ha detto Zelensky rivolgendosi proprio a Michel. «Sono cosciente della responsabilità che ho ma serve l’unanimità», ha risposto Michel dandogli in fin dei conti un assaggio di cosa sia e come funzioni l’Unione europea.
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