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Loredana Bertè, la sorella Olivia la smentisce: "Mimì non voleva nemmeno parlarti"

Loredana Bertè è stata ospite del salotto di Silvia Toffanin a Verissimo. Ha raccontato della sua infanzia difficile passata sempre al fianco di Mia Martini. Un passato triste quello che avvolge le due sorelle: "Non abbiamo mai festeggiato il compleanno, le feste erano bandite, anche il Natale! Per sfuggire alle botte e alle litigate violentissime che c’erano in casa, andavamo al Luna Park: per noi era la cosa più sicura. A 15 anni ce ne siamo andate da casa", ha raccontato a Canale 5.

Mia Martini, ha rivelato Loredana Bertè, fu arrestata a causa di uno spinello. "Ho lasciato la scuola l’ultimo anno perché è successa una disgrazia: mia sorella Mimì è stata arrestata per uno spinello che gli avevano messo in tasca. Ha fatto due anni in carcere. Quando è stata liberata, prima del processo, l’abbiamo nascosta in una soffitta per un anno".

La cantante ha parlato ancora della tragica morte di Mia Martini a 47 anni per cui prova ancora forti sensi di colpa. "Provo una sofferenza continua, mi sento in colpa. Se le fossi stata più vicino magari le cose sarebbero potute andare diversamente. Non mi perdono di non aver usato il telefonino che lei mi aveva dato perché restassimo in contatto".

E poi ha aggiunto: "Con Mimì è morta una parte di me. Quando sono sul palco la sento dentro e do tutto, anche se sono terrorizzata e ho gli attacchi di panico prima di uscire. Non respiro, ma penso a lei e poi esco. Dopo aver finito il concerto - aggiunge – però, mi sento una persona migliore, sento di aver dato più di quello che potevo. Penso che Mimì oggi sarebbe orgogliosa di me".

Ma a smentirla è stata la sorella Olivia Bertè con un post pubblicato sulla sua pagina Facebook. "Mimì è stata in carcere quattro mesi e non due anni e soprattutto una volta rientrata a casa (un attico privo di soffitte) non ha mai avuto problemi con la giustizia, essendo stata scagionata a seguito di un regolare processo che l'ha prosciolta dall'accusa di spaccio per cui era stata ingiustamente arrestata".

Poi la terribile verità: "Il cellulare non solo non te l'ha mai regalato ma si guardava bene dal farti avere il suo numero. Il vostro identico manager era costretto a ricevervi in giorni diversi per evitare che vi incrociaste e scoppiasse il solito putiferio".

"Sarebbe meglio smettere le vesti della vedova inconsolabile - ha concluso -  e pensare esclusivamente al tuo percorso e non al suo...".

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