Domenica 17 Novembre 2024

The Voice Senior, Antonella Clerici: "Alla passione va data sempre un’opportunità"

Antonella Clerici conduce The Voice Senior
Antonella Clerici “tra le poltrone“ di The Voice Senior
Un’opportunità per gli over 60
La squadra di The Voice Senior al completo
I coach di The Voice Senior
Loredana Bertè in attesa del debutto come coach
Gigi D’Alessio coach di The Voice Senior
Clementino coach di The Voice Senior
Loredana Bertè coach di The Voice Senior
Al Bano e la figlia Jasmine coach di The Voice Senior

«Rappresentano la categoria più debole in questo periodo di pandemia, ma hanno dimostrato grinta e determinazione da vendere». Così Antonella Clerici, conduttrice tv, introduce i concorrenti del talent “The Voice Senior”, dedicato a cantanti over 60, che da stasera su Rai1 (ore 21:25), si sfideranno sul palco rivivendo un’antica passione che non hanno avuto modo di portare avanti nella loro vita. Accompagnati nel loro percorso dalla spumeggiante padrona di casa, cercheranno di entrare a far parte dei rispettivi team dei coach Loredana Bertè, Gigi D’Alessio, Clementino e Al Bano con la figlia Jasmine. Rappresentato con successo in paesi come Germania, Polonia e Messico, e prodotto in Italia da Fremantle, “The Voice Senior” è uno spin-off dell’omonimo programma che già da anni viene realizzato per giovani cantanti. Cinque le puntate previste, di cui le prime tre dedicate alle ormai celebri Blind Auditions, momento per eccellenza della gara, dove i giudici, di spalle, ascolteranno i concorrenti senza poterli vedere. Solo ventiquattro cantanti, sei per team, accederanno al Knock out, la semifinale dove i talenti di ciascuna squadra si sfideranno fra loro con un cavallo di battaglia. Sarà il coach però a decidere chi portare avanti del proprio gruppo, e solo due concorrenti per team accederanno alla spettacolare finale. «Avrò la funzione di Caronte – ci dice Antonella Clerici - per traghettare il pubblico di Rai1 dentro la storia dei concorrenti; ma il mio ruolo come conduttrice sarà più defilato, soprattutto nelle Blind Auditions dove saranno i coach a fare il grosso del lavoro. Sarò quindi più discreta e moderna, meno “caciarona”, senza rinuciare però alle mie classiche boutade». Cosa scoprirà il pubblico di questi cantanti “diversamente giovani? «Che sono “gagliardi”, come si dice a Roma. Soprattutto che la terza parte della vita oggi non è più quella che immaginavamo da piccoli, con i nonni vecchietti e annoiati in poltrona. Il periodo dai 60 fino agli 80 e oltre può diventare una seconda opportunità quando si coltiva una passione, che mantiene costante l’entusiasmo per la vita. I nostri concorrenti hanno tutti un grande talento, non sono professionisti ma avrebbero potuto esserlo se fossero nati in altro luogo o avessero avuto un pizzico di fortuna in più, per diventare come Al Bano o Loredana o perlomeno provarci. Qualcuno è arrivato anche fino a Castrocaro e poi si è trovato a competere con Zucchero, o Baglioni…. C’è chi, pur avendo un altro lavoro ha continuato a cantare nelle piazze, nelle balere o con un’orchestra di liscio; altri hanno fatto tutt’altro nella vita, come una maestra che canta divinamente Mina». Verrà presentato anche il loro privato? «Certamente ed è anche più interessante rispetto al “The Voice” principale perché c’è un vissuto più lungo alle spalle. Le loro storie saranno i tasselli di uno spaccato generazionale completo, con varie categorie sociali: persone benestanti, altre con meno fortuna nella vita, altre ancora segnate da malattie, lutti o separazioni dolorose. Ma ci saranno anche modelli contemporanei di famiglie allargate, perché alcuni concorrenti si sono presentati con compagni e figli di primo letto». Che tipo di musica porteranno questi giovani degli anni ’60 e ’70? «Ci sarà molto rock, genere della loro giovinezza, molto amato soprattutto dalle donne che hanno fatto pezzi straordinari. Loredana avrà l’imbarazzo della scelta. Qualcuno ha provato a fare rap, imparandolo dai nipoti, ma la maggior parte fa rock e musica melodica, di Mina e Battisti, più in linea con quella generazione». Qualche indiscrezione dal “dietro le quinte” sugli accompagnatori? «Quasi sempre sono più agitati dei concorrenti che, una volta giunti sul palco, si trasformano, assumendo un atteggiamento di maggiore sicurezza: sembrano più alti, camminano diversamente, e quando parte la prima nota tirano fuori tanta grinta e personalità. Mentre i parenti che conoscono altri aspetti del loro carattere, si stupiscono di tanta grinta e allo stesso tempo si agitano perché temono che i coach non si girino ». E i giudici? Sempre esigenti come nel format originale? «Sempre perfezionisti, severi, ma affettuosi, perché con una persona in età ci si rapporta in modo empatico, con grande rispetto per la sua passione. Molti dei coach sono meridionali e portano tutto il calore del Sud. Al Bano è il classico uomo e papà tosto, e pretende rispetto dalla figlia Jasmine. È molto divertente assistere allo scontro generazionale tra una bella ragazza dinamica che ama la trap, e un padre molto impegnativo. Clementino, anche lui del Sud, con la sua giovinezza ed esuberanza, è uno showman completo che improvvisamente ti cambia le regole del gioco, e da cui non sai mai cosa aspettarti. Gigi è il cuore di Napoli, ma anche un grande musicista, molto tecnico, vede tutte le intonazioni e sente tutto. E poi c’è Loredana, una donna senza età, che non dice mai una banalità, sempre sul pezzo. È una giuria splendida!».

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