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Britney Spears si scusa: descrivevo una fiaba ma era l'inferno

Messaggio ai fan su Instagram, ora si apre battaglia legale

All’indomani del clamoroso "j'accuse» in tribunale, Britney Spears si è scusata con i fan per aver presentato finora come rose e fiori la sua vita sotto il giogo del «padre-padrone» Jamie Spears: «Ero imbarazzata di quel che mi stava succedendo» ha detto la pop star che mercoledì ha chiesto alla giudice Brenda Penny della Superior Court di Los Angeles di lasciarla tornare a vivere dopo 13 anni di ferrea custodia legale paterna. Una battaglia legale tutta in salita si profila per la cantante Britney, che a dicembre compirà 40 anni, e che adesso è tornata a usare il suo profilo Instagram per rivolgersi direttamente agli oltre 30 milioni di ammiratori spiegando che la persona pubblica che hanno conosciuto sul social non era veramente lei: «Ora mi pento di aver dato l’impressione nell’ultimo paio di anni che tutto fosse ok quando non lo era».

Principessa del pop e idolo delle teen-ager a partire degli anni Novanta quando, ad appena 10 anni, aveva debuttato con Justin Timberlake e Christina Aguilera nel «Mickey Mouse Club», la cantante ha messo a parte i fan di "un piccolo segreto": i suoi post descrivevano «una vita da favola», ed era "umano" desiderarla. «Faceva del resto così mia madre, per il bene mio e dei miei fratelli fingeva che tutto fosse ok. Ma io non voglio che la gente pensi che la mia vita è perfetta, perchè NON LO È AFFATTO e ora anche voi lo sapete», ha proseguito la popstar a caratteri cubitali spiegando che è stato «l'orgoglio» a impedirle di ammettere che stava passando «un inferno».

Ora che la verità è venuta a galla e mentre si calmano le scosse di assestamento dopo la testimonianza shock di mercoledì, il caso Britney Spears apre nuovi, incerti interrogativi legali. La cantante ha detto alla Penny di non aver mai saputo che avrebbe potuto presentare una petizione per liberarsi della "custodianship», l’istituto legale usato di solito per tutelare gli assets di persone molto anziane o incapaci di intendere e di volere a cui è stata assoggetta nel 2008 con lo stato del suo labile stato mentale. Cosa sono stati dunque a fare gli avvocati nominati dalla corte per rappresentare i suoi interessi in tutti questi 13 anni, incluso l’ultimo, Samuel D. Ingham III?

«Mi dispiace per la mia ignoranza, ma onestamente non sapevo. L'avvocato mi ha detto che non posso, che non è buono, non posso lasciare che il pubblico sappia queste cose di me», aveva detto la cantante in corte. Dopo l’apparizione della sua cliente, Ingham si è detto pronto a farsi da parte se necessario, ma la giudice Penny non si è ha ancora pronunciata sui prossimi passi nel caso. Per il suo lavoro con la Spears, l'avvocato è stato pagato profumatamente: ben 475 dollari l'ora, pari a oltre 373 mila dollari nel solo 2019.

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