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Mileto, anniversario della morte apparente di Natuzza - LA STORIA

Oggi i figli spirituali della Serva di Dio Natuzza Evolo, venuta a mancare il primo novembre del 2009, ricorderanno con la preghiera il giorno della sua morte apparente.

I fatti si svolsero nel mese di  luglio del 1940

Fortunata Evolo, all’epoca appena sedicenne e i cui fenomeni avevano già incominciato a suscitare l’intesse delle gente e della grande stampa, non comprendendo il significato di  “morte apparente”  disse alla famiglia Colloca, dove era ospite in via Duomo a Mileto, che la Madonna le aveva detto che il 26 luglio, giorno In cui la chiesa celebra Sant’Anna, sarebbe morta. La notizia si sparse nel giro di poco tempo in ogni angolo della Calabria e non solo, tant’è che la cittadina normanna già il giorno prima venne invasa da migliaia di persone, tra cui gli inviati dei giornali dell’epoca

Nel giorno preannunciato Natuzza cadde in un lungo sonno che durò diverse ore

In quello spazio di tempo la giovane donna venne attorniata da numerosi medici che stavano lì a controllare il suo stato di salute e ad aspettare la sua morte, tra questi i fratelli Naccari. Ma sino a quasi sera non successe praticamente nulla. Solo quando ormai stava per calare il buio la ragazza incominciò ad irrigidirsi fino a cadere in catalessi. Stette in quelle condizioni per diverse ore. Il suo risveglio avvenne a  notte fonda   quando oramai sembrava che tutto stesse per precipitare.

“In  Paradiso al cospetto di Gesù”

Racconterà poi al suo risveglio, Fortunata Evolo  che si era improvvisamente trovata “in  Paradiso al cospetto di Gesù” che le chiese di “portare a lui le anime, di amare e compatire, di amare e soffrire”. Aggiunse anche   che  “c’era una luce meravigliosa che faceva mille colori, bellissima” e che “ Gesù predicava e tutti gli altri rispondevano meno di me, che non sapevo  cosa rispondere, ma pregavano tutti”. Raccontò altresì che “c’era tanta gente, quattro, cinque file di centinaia di persone, piccoli e grandi sollevati da terra e a cerchio” e che erano presenti “tante anime di defunti con il viso per terra e in ginocchio che pregavano e altri in una grande luce”.

Il “Giorno della Promessa”

Mamma Natuzza  ha sempre ricordato il 26 luglio del 1940 come il “Giorno della Promessa”, ovvero “il più bello della mia vita” . Alcuni anni prima di morire, la mistica confidò, inoltre, a  don Pasquale Barone, già presidente della Fondazione da lei fondata, che in “quel lungo viaggio” la Madonna le aveva fatto vedere le opere che  sarebbero sorte negli anni a venire nella sua Paravati,  compresa la grande e bella chiesa dedicata al “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”.

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