Succintissimo costume topless, tacchi alti, calze nere, cravattino, polsini e il cerchietto con le orecchie a punta: Playboy ha una nuova coniglietta, ma stavolta è un gay. Per la prima volta un uomo apertamente omosessuale è apparso sulla copertina del leggendario magazine dando un nuovo twist al suo storico soprannome di «rivista per soli uomini». Protagonista della rivoluzionaria cover story di ottobre è Bretman Rock, influencer di 23 anni diventato famoso per aver creato una popolare serie di lezioni di trucco su YouTube. Rock, che è anche protagonista di un reality su Mtv, ha un seguito su Instagram di oltre 17 milioni di seguaci, oltre ad essere un attivista militante della comunità Lgbtq.
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Playboy, che Hugh Hefner fondò nel 1953 e che l’anno scorso è passato a produrre contenuti solo online, ha condiviso su Twitter una frase di Rock che sottolinea la portata storica della foto. «Che Playboy abbia un maschio in copertina è una gran cosa per la comunità Lgbt, per la mia comunità di colore, ed è tutto così surreale», ha scritto l’influencer di origini filippine: «Viene da chiedersi, sta veramente succedendo? E io sono così grazioso». Per Anthony Allen Ramos, dell’organizzazione Glaad che si batte contro la discriminazione dei gay, la scelta di Rock rappresenta «un potente passo avanti verso una maggiore inclusione nel mondo della moda e del modeling».
Rock è il terzo uomo sulla copertina di Playboy dopo il fondatore Hefner e il musicista latino Bad Bunny, apparso nel 2000 sull'edizione online. Non è peraltro il primo della comunità Lgbtq "adottato" dalla rivista: l’anno scorso un’altra influencer del settore beauty, Victoria Volkova, è stata la prima trans ad apparire su Playboy Mexico sulle orme di Roberta Close, Caroline 'Tulà Cossey, Giuliana Farfalla e Geena Rocero, testimonial di altre edizioni.
Nel novembre 2017 la modella francese Ines Rau era diventata la prima Playmate di Playboy apertamente trans. Anche stavolta la scelta del magazine si è rivelata controversa: «Playboy è morto da tempo... e ora si capisce perché», ha commentato un lettore su Twitter. E un altro ha rincalzato: «Ora Playboy è Playgay. Distruggeranno ogni spazio rimasto di mascolinità». Le tante reazioni al vetriolo erano attese, ha detto un portavoce del PLBY Group, che pubblica la rivista: «Sono simili a quelli che Playboy ha ricevuto quando nel 1971 mise in copertina l’afroamericana Darine Stern, quando nel 1991 scelse la modella trans Tula Cossey; quando ci siamo battuti per l’aborto al tempo di 'Roe contro Wadè e negli anni Settanta per la riforma della cannabis. Se un uomo gay si sente sexy nel costume iconico delle conigliette, perché non dovrebbe poterlo indossare orgogliosamente?».
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