La Meloni attacca Gere: "Cerca visibilità al processo contro Salvini". L'ironia dei social - FOTO
A Giorgia Meloni non va giù che tra i testi che sfileranno sul banco al processo Open Arms contro Matteo Salvini ci sia «un attore in cerca di visibilità». L'attore è Richard Gere, star di Hollywood e amatissimo tra le donne anche per il bell'aspetto. Ed è immediata l’ironia social, con commenti divertiti e sorpresi sull'uscita della leader Fdi. L’attore americano è uno dei tanti testimoni, indicati dalle parti, che ieri il Tribunale di Palermo ha ammesso nel processo che vede imputato l’ex ministro e leader della Lega per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio. Sul banco dei testi sfileranno decine di persone: politici vecchi e nuovi, ministri italiani, ex premier italiani e stranieri, 007. Ma è sulla testimonianza di Gere, chiamato in causa perché salì sulla Open Arms, che il centrodestra oggi va all’attacco per denunciare la spettacolarizzazione del procedimento. «Ma quanto può essere credibile una nazione nella quale si consente a un attore in cerca di visibilità di testimoniare contro un ex ministro della Repubblica deridendo le nostre istituzioni? Siamo veramente oltre il limite della decenza», si inalbera Meloni correndo in aiuto del suo alleato. E sui social è subito un fiorire di battute e di accostamenti come il meme che paragona Gere abbracciato a Julia Roberts in una scena del famosissimo Pretty Woman a una foto con abbraccio di Meloni e Salvini. Anche per il leader leghista la presenza di Gere al processo è grave. «Tutto a spese degli italiani...», scrive Salvini su Instagram, rilanciando una propria affermazione: «Ditemi voi quanto è serio un processo in cui a testimoniare sulla mia cattiveria verrà Richard Gere da Hollywood». E contro «l'uso cinematografico della giustizia» si scaglia anche Maurizio Gasparri: «È un’autentica pagliacciata la testimonianza dell’attore Gere al processo farsa di Palermo. Proporrò come presidente del tribunale per il futuro Lino Banfi. E mi scuso con il grande Lino se ipotizzo per lui, amico di tutti gli italiani, un incarico oggi privo di adeguato prestigio».