Cinquanta sfumature di bionda, sua maestà la birra: le più bevute in Italia e le "regole" per servirla
Cereali, acqua, lieviti e luppolo. Più un accurato processo di lavorazione. Et voilà, la birra. Bevanda nata 4.500 anni prima di Cristo, è uno dei prodotti alimentari più longevi che, seppur con alcune modifiche, è arrivata fino ai giorni nostri. Simbolo di convivialità ma anche di relax, la birra è ormai una consuetudine per tanti italiani. E anche se il 2020 è stato un anno non buono persino per questo prodotto - l’impatto del Covid e la lenta ripresa hanno riportato il «peso» della birra ai livelli di 4-5 anni fa, secondo l’Osservatorio Birra, con perdite di quasi 1,4 miliardi di euro e circa 15mila posti di lavoro (14.634) lungo l’intera filiera e soprattutto nel canale Horeca - i primi sei mesi del 2021 evidenziano una ripresa. La birra, cioè, secondo il rapporto di Osservatorio Birra, continua a rappresentare un comparto strategico dell’Italia alimentare. Secondo Coldiretti, a spingere la ripresa è soprattutto la birra artigianale che conta circa 550.000.000 di litri prodotto ogni anno.
Ma quali sono le birre più diffuse e apprezzate in Italia?
Secondo Assobirra, l’associazione dei Birrai e dei Maltatori che riunisce le principali aziende che producono e commercializzano birra e malto in Italia, sono 8 le birre più popolari nel nostro paese.
Analcolica
Siccome la birra è per tutti, merita una menzione tra le birre a bassa fermentazione quella analcolica. Perfetta per chi non vuole o non può consumare alcol e con caratteristiche di aroma e gusto equiparabili a quelle di una normale Lager o Pils.
Blanche
Fatta in parti uguali di orzo maltato e frumento non maltato, cui si può aggiungere una percentuale variabile di avena che la rende morbida e quasi vellutata al palato, è ricca di suggestioni olfattive e gustative.
Bock
Proveniente dall’area germanico-alpina, è a bassa fermentazione e gradevole all’olfatto, caratterizzata da sentori mielati di malto e da un floreale fresco, ricco e vellutato al palato, con corpo strutturante e persistente.
Abbazia
Come ci suggerisce il nome questo tipo di birra nasce proprio nelle abbazie. E’ generalmente corposa e di forte contenuto alcolico con un colore che varia dall’oro carico all’ambrato fino al bruno scuro.
Ale
Prodotta soprattutto in Gran Bretagna, è ricavata da un malto d’orzo con lieviti ad alta fermentazione che garantiscono un corpo pieno e fruttato, di moderato contenuto alcolico, da bere a temperatura di cantina.
Lager
Divenuta sinonimo di birra tout court, è in realtà una birra chiara, fresca, di media alcolicità, delicata negli aromi e nel gusto e dal colore oro pallido.
Pils
Nata nella città boema di Plzen, è di fatto la capostipite di oltre il 90% della birra oggi prodotta nel mondo, caratterizzandosi per l’aroma floreale, il gusto dal finale secco e pulito e la schiuma abbondante.
Weizen
Popolarissima in Baviera, con un aspetto torbido e quasi lattiginoso, è a base di malti d’orzo e di frumento, che gli conferisce il tipico gusto acidulo, mentre l’amaro, data la scarsa presenza di luppolo, è impercettibile.
Differenti tipi di schiuma
Altra caratteristica fondamentale di una buona birra è la schiuma. A secondo di quale tecnica di spillatura si usa, vengono fuori differenti tipi di schiuma. Alta e abbondante in quella tedesca, equilibrata in quella belga e bassa, finissima e persistente in quella irlandese.
Quale bicchiere utilizzare?
Anche in questo caso la risposta non è univoca. Si preferiscono i bicchieri stretti e lunghi per le birre a bassa fermentazione e profumate, mentre è meglio optare per quelli più ampi per le birre ad alta fermentazione, più corpose. Se non si hanno a portata di mano nessuno dei due tipi di bicchiere, allora la cosa migliore è usare il calice del vino.
A che temperatura va servita la birra
Altro argomento importante è la temperatura. Servono 3 gradi per le birre chiare di bassa fermentazione e poco strutturate; arrivano a 8-10 gradi per le birre ad alta fermentazione mediamente strutturate e con media gradazione mentre si va sui 10-15 C per birre ad alta fermentazione e gradazione, corpo strutturato, ampia ricchezza retrolfattiva.
Come servire la birra
Qualunque sia il vostro genere preferito, comunque, ci sono delle regole auree per servirla. Cominciamo dalla spillatura. Anzitutto il bicchiere va risciacquato con acqua fredda per abbassare la temperatura del vetro e il calice all’inizio va tenuto inclinato a 45 gradi. Man mano che riempiamo il bicchiere, esso va raddrizzato per creare un cappello di schiuma alto e compatto. Ci sono tre varianti di spillatura: quella tedesca, effettuata in tre tempi; quella belga o olandese, conosciuta come spillatura dinamica, perchè il bicchiere è riempito in una sola versata; quella irlandese, unica nel suo genere, con un cappello di schiuma cremosa e persistente che si ottiene attraverso un sistema che spinge la birra con una miscela di azoto e anidride carbonica fino al rubinetto, dotato di uno speciale beccuccio con cinque microfori.