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Giorgia Soleri a nudo dopo l'intervento di endometriosi: "Un dolore che non si può tacere"

"Da qualche parte ho letto che se ascolti davvero una persona, l’endometriosi non è mai stata realmente così silenziosa. E silenziosa, nel mio caso, non è stata mai". Comincia così il  lungo post pubblicato su Instagram da Giorgia Soleri, la fidanzata di Damiano dei Maneskin. Uno sfogo, all'indomani della Giornata Mondiale dell' Endometriosi. E una speranza, dopo l'intervento che finalmente, dopo anni di sofferenze (e "incomprensioni"), l'ha liberata da quella malattia subdola ed invalidante.

 

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Un dolore, racconta Giorgia, che "Urlava come avrei voluto urlare io dopo le decine e decine di visite fatte snocciolando i miei sintomi uno dopo l’altro per sentirmi dire, in continuazione, che ero in perfetta salute. Come avrei voluto urlare quando il dolore era così forte da farmi rimettere e svenire, quando a 14 anni ho avuto il menarca e mentre tutti erano entusiasti io scoprivo troppo presto un corpo che ti si rivolta contro. Come avrei voluto urlare durante i miei troppo presenti ingressi al pronto soccorso. Come le infinite volte in cui mi sono sentita dire che ero esagerata, drammatica, ipocondriaca, con la soglia del dolore bassa".

Un dolore impossibile da mettere a tacere. "Invece a stare in silenzio son stata io, per 11 lunghi anni, accompagnata da un senso di inadeguatezza che mi nauseava quasi quanto quel dolore che a un certo punto ha iniziato ad attanagliarmi le pelvi come una dolorosa cintura di spine anche quando non avevo le mestruazioni, anche durante la minzione, la defecazione, i rapporti sessuali".

Per questo lei l'ha promesso a se stessa, "A quella ragazzina confusa, che non sarei mai più stata in silenzio e anzi, che ne avrei parlato sempre, anche a costo di risultare ripetitiva, noiosa, pedante. Per provare a dare un senso al dolore che spesso un senso non ce l’ha, e per provare a evitare ad altre persone questo incubo".

Un anno fa, il 21 Marzo, la diagnosi di endometriosi e adenomiosi, 5 mesi dopo, il 20 Agosto, "Finivo sotto i ferri sperando di poter finalmente iniziare una vita lontana dal dolore. Sono stata fortunata (non sempre è così), l’intervento ha ampiamente diminuito la sintomatologia dolorosa legata all’endometriosi".

Ma ad oggi una cura definitiva ancora non c’è. "Gli anni di ritardo diagnostico continuano ad essere 7-10 pur colpendo (si stima, al ribasso) 1 persone assegnata femmina alla nascita su 10. Per questo è così importante questa giornata. Non possiamo cambiare il passato, ma forse possiamo provare a costruire un futuro diverso per chi, ancora oggi, si danna in un dolore senza nome e senza legittimazione".

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