Naomi Judd, la leggenda del country morta il 30 aprile a 75 anni, si è suicidata. Lo ha reso noto la figlia Ashley, in una intervista a «Good Morning America». «Ha usato un’arma. Mia madre ha usato un’arma da fuoco», ha detto Ashley: «Una cosa che come famiglia ci metteva a disagio rivelare, ma poi ci siamo detti che, se non lo facevamo noi, lo avrebbe fatto qualcun altro». Attrice e attivista del movimento #MeToo, Ashley Judd è ancora sotto shock: è stata lei a trovare il corpo senza vita della madre ed è ancora sconvolta dal trauma. Ashley, con la sorella Wynonna, è una delle due figlie della Judd.
Wynonna cantava con la madre nel popolare duo The Judds. Naomi soffriva di depressione e le figlie, annunciandone la scomparsa, avevano accennato alla «malattia mentale» della madre: «Oggi noi sorelle abbiamo vissuto una tragedia. Abbiamo perso la nostra bellissima madre per una malattia mentale e siamo distrutte. Navighiamo in acque inesplorate». La dichiarazione non aveva però indicato una causa della morte.
Il marito di Naomi, Larry Strickland, aveva chiesto al pubblico di rispettare la privacy della famiglia. Naomi a sua volta aveva parlato della sua lotta col "male oscuro" in un memoir del 2016 dal titolo «Fiume del tempo: la mia discesa nella depressione e come sono emersa con speranza». Come parte del duo The Judds, Naomi e Wynonna avevano accumulato negli anni 14 canzoni «number one» tra cui «Mama Hès Crazy», «Why Not Me», «Girls Night Out» e «Rockin' With the Rhythm of the Rain». Avevano smesso di cantare in coppia quando Naomi, nel 1991, si era ammalata di epatite, ma di recente erano tornate sul palco a Nashville per i CMT Music Awards con una versione della loro hit del 1990 «Love Will Build a Bridge», accompagnate da un coro di cantanti gospel. Pochi giorni fa Naomi è stata accolta in forma postuma nella Country Music Hall of fame: «Non è arrivata a accogliere di persona questo onore», ha detto Ashley: «Questo è il livello di catastrofe che le covava dentro: le menzogne che la malattia le diceva erano troppo convincenti».
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