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Laura Pausini, gli abiti e la.. bilancia. Quando il "body shaming" sbarca in tv

A Dominella che contestava il fatto che la Pausini potesse indossare un abito più adatto ad una donna dal girovita perfetto, ha replicato la Setta sostenendo che le donne si giudicano dal cervello e non dal peso che hanno sulla bilancia. E ne è nato anche un batibecco con Tiberio Timperi, altro conduttore del programma.

Tutto è successo nel giro di pochi minuti, ieri, durante la puntata domenicale di «Uno Mattina in famiglia» in onda tutti i week end in diretta su Rai 1. Si commentava l’Eurosongcontest official e, dopo uno spazio comune, alla conduttrice Monica Setta è toccato il compito di chiedere a Stefano Dominella, ex patron della Gattinoni ed esperto di moda, i voti dei look di Laura Pausini.
A Dominella che contestava il fatto che la Pausini potesse indossare un abito più adatto ad una donna dal girovita perfetto, ha replicato la Setta sostenendo che le donne si giudicano dal cervello e non dal peso che hanno sulla bilancia. E ne è nato anche un batibecco con Tiberio Timperi, altro conduttore del programma.

«Ha fatto bene Monica Setta a difendere la Pausini. Donne e uomini dai fisici scolpiti e dai lineamenti perfetti ammiccano dalle pagine dei social più in voga, alimentando nei giovani più fragili l’idea che quella sia la normalità, che per contare qualcosa nel mondo di oggi si debba possedere un corpo «alla moda», essere «della taglia giusta», commenta con AGI la psichiatra Laura Dalla Ragione.

Le insicurezze dei ragazzi, il loro senso di inadeguatezza, i loro conflitti interiori - aggiunge - si riversano così in una guerra contro se stessi e contro il cibo e il lockdown di certo non li ha aiutati. I disturbi legati alla bulimia ed all’anoressia nel corso della pandemia, infatti, hanno visto un’impennata. E se da una parte molte ragazze (ma anche ragazzi) lottano per superare le loro difficoltà, dall’altra fa veramente rabbia, scorgere nei commenti sui social, ma anche nella vita fuori dal web, giudizi, critiche, commenti ironici su visi e corpi meravigliosi perchè unici ma fuori da improponibili clichè.

Siamo davanti ad un problema sociale sempre più evidente - commenta ancora la psicoterapeuta, responsabile dei centri per i disturbi del comportamento alimentare dell’USL Umbria 1 - specie tra i giovanissimi. Chi è «diverso» è oggetto di insulti e forme di «body shaming», così viene chiamato il giudizio e la critica delle forme del corpo delle persone che avviene in particolare attraverso il web. Ecco perchè ha fatto bene la Setta a ribadire il concetto che non è la magrezza a dare valore ad una persona oppure ancor peggio ad un vestito».

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