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Privacy e giovani: Ses aderisce al Manifesto di Pietrarsa del Garante

Privacy: non solo riservatezza, ma molto di più. Rispetto, dignità, equilibrio, responsabilità. Consapevolezza delle opportunità e delle insidie, sconfinate entrambe, degli ambienti sociali, tradizionali e innovativi. Valori da tutelare a ogni età attraverso comportamenti che è indispensabile conoscere sin da giovanissimi, nel moltiplicarsi delle occasioni e delle fonti di rischio,  nella certezza ormai consolidata che “virtuale è reale”.

Da 25 anni un prezioso soggetto istituzionale fa di questo percorso di conoscenza la sua missione: è l’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali, impegnata certamente sul fronte della repressione ma ancor più su quello della prevenzione, al fine di evitare - prima ancora che perseguire - lesioni a beni difficilmente risarcibili. Nei giorni scorsi l’Authority guidata dal giurista prof. Pasquale Stanzione e composta dalla vicepresidente Ginevra Cerrina Feroni (ordinaria di Diritto Costituzionale all’Università di Firenze), da Guido Scorza (avvocato e docente universitario) e Agostino Ghiglia (giornalista pubblicista, già deputato di FdI), ha celebrato i primi 25 anni di attività dell’organismo, di nomina parlamentare con mandato settennale (l’attuale collegio è in carica dal 2020). L’evento “State of Privacy ‘22” si è svolto a Napoli, nella location del Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa messa a disposizione da Ferrovie dello Stato: una call to action culminata con la sigla del Manifesto di Pietrarsa, che impegna a riconoscere il valore della privacy e contribuire alla sua tutela.

L’adesione di Società Editrice Sud

Un percorso nel quale anche Società Editrice Sud, guidata dal presidente e direttore editoriale Lino Morgante, crede molto, apprestandosi a condividerlo con la sottoscrizione del Manifesto e scegliendolo come tema forte, con il quale aprire la nuova stagione del nostro inserto Noi Magazine “coniugato al Futuro”. L’educazione digitale dei più giovani - facendo loro comprendere le potenzialità della tecnologia ma anche le sue insidie, e soprattutto mostrando il bello della condivisione senza il brutto dell’“invasione”, con la violazione della propria sfera personale - infatti rientra pienamente tra i temi portanti del progetto “Gazzetta del Sud in classe con Noi Magazine” e lo stesso inserto è realizzato nel rispetto dei minori coinvolti e del loro diritto alla riservatezza. Non solo condividendo con genitori e docenti l’autorizzazione al trattamento dei dati personali dei  partecipanti (immagine, nome), ma anche attraverso il dialogo diretto con essi su queste tematiche. Più volte l’argomento è stato dibattuto assieme all’avv. Scorza, che è stato ospite delle puntate di GDS Academy incentrate specificamente sulla tutela della privacy dei più giovani, rispondendo alle domande di studentesse e studenti degli istituti scolastici e dell’Ateneo di Messina.  Una sinergia che si concretizzerà in un impegno ancor più evidente nella comunicazione di tali tematiche da parte di Ses, che attraverso le pagine di Noi Magazine dedicherà la rubrica settimanale “Noi e la Privacy” alle campagne di comunicazione e agli approfondimenti promossi dal GPDP e rivolti specificamente alle giovani generazioni, anche attraverso la sezione dedicata sul sito istituzionale, “Generazione Privacy”, una pagina informativa specifica su minori, nuove tecnologie e protezione dei dati.

State Of Privacy ‘22: i primi firmatari

E proprio nell’ambito di State Of privacy ‘22  il tema della tutela dei giovani (sempre più esposti a gravissime situazioni di rischio che non sono sempre in grado di comprendere e fronteggiare) è stato centrale, con la “sfida” per l’educazione di 5 milioni di bambini ad essere consapevoli del valore dei loro dati.  Il “Manifesto” chiede a chi vi aderirà l’impegno a promuovere azioni e risultati quantificabili in ambiti specifici quali trasparenza, consapevolezza, educazione e a mettere in atto attività attraverso il sito istituzionale del Manifesto di Pietrarsa. Le iniziative mirano a rendere trasparenti, accessibili e comprensibili le informative sul trattamento dei dati personali, per passare da una trasparenza formale ad una trasparenza effettiva;  ad accrescere il livello di consapevolezza delle persone al valore dei loro dati attraverso attività promozionali, campagne di informazione, giochi  a premi, rubriche di attualità; a progettare percorsi di formazione, anche a distanza, rivolti a bambini e anziani sul valore dei dati personali e per accrescere la loro consapevolezza nell’uso dei dispositivi e dei servizi digitali. Primi aderenti al Manifesto, dopo la firma del presidente  Stanzione, sono stati:  Polizia postale (anch’essa fortemente impegnata sul fronte con la campagna “Una vita da social”, condotta assieme al Ministero dell’Istruzione), Guardia di Finanza, Università Roma Tre, Fondazione Telefono Azzurro, Iliad, Ferrovie dello Stato italiane, Arduino, RoadHouse, Meta, Mediaset, Google, Carioca, Enel, @LawLab (Luiss), Mondadori, McDonald’s, TikTok, Sky, il divulgatore scientifico Marco Camisani Calzolari, che hanno illustrato le iniziative che intendono portare avanti nel segno del  “Manifesto”.

Scorza: i dati personali, “valore” da conoscere

«I bambini pagano con i loro dati personali la loro vita nella dimensione digitale. Che si tratti di guardare un cartone animato, giocare a un videogame, scambiarsi qualche messaggio con gli amici o, persino, studiare, i servizi digitali che i più piccoli usano, normalmente, ormai, preferiscono non chiedere un canone di abbonamento e scommettere sul fatto che, in un modo o in un altro, i più piccoli daranno loro una montagna di informazioni straordinariamente preziose sul mercato pubblicitario. E, generalmente, vincono questa scommessa»  è l’allarme lanciato dall’avv. Scorza. « I bambini - ammonisce il componente dell’Authority - si spogliano di tessere più o meno significative del mosaico che rappresenta la loro identità personale raccontando ai fornitori di servizi chi sono, quanti anni hanno, cosa amano fare e come passano il loro tempo. E il tutto avviene in maniera assolutamente inconsapevole perché è pressoché impossibile che un bambino si renda conto di questo autentico scambio e, soprattutto, percepisca il valore dei propri dati personali e le conseguenze che, essendosene spogliato, potrebbe soffrire in futuro». «È partendo da questa premessa - spiega -  che, nel quadro delle celebrazioni per i 25 anni del Garante, si è deciso di lanciare un manifesto-sfida: educare al valore dei dati cinque milioni di bambini entro il 2023. E cioè raccontare loro cosa sono i dati personali, che impatto la circolazione di tali dati potrà avere sulle loro vite nella dimensione scolastica, universitaria, professionale e personale, quanto valgono questi dati per chi li raccoglie e, magari, “rivende” sui mercati globali. Perché l’idea di spendere qualche euro a fronte di un prodotto o di un servizio è qualcosa di facilmente accessibile ai più, anche tra i bambini, mentre l’idea di pagare in dati un servizio è qualcosa di difficilmente afferrabile persino per un adulto, figuriamoci per un bambino».

«In tanti, nel pubblico come nel privato - evidenzia l’avv. Scorza - hanno immediatamente raccolto la sfida, firmato il Manifesto e assunto l’impegno a scendere in campo attivamente dalla parte dei bambini. Mentre tanti hanno già anticipato, come l’editore di questo giornale, l’intenzione di farlo nelle prossime settimane. Basterà a risolvere tutti i problemi di privacy legati ai più piccoli? Naturalmente no. Ma potrebbe essere un altro passo avanti nella direzione giusta».

Il testo integrale del Manifesto

Viviamo nella società dei dati sempre più fortemente condizionata dagli algoritmi e dall’intelligenza artificiale. I dati – personali e non – sono protagonisti delle nostre vite nella dimensione personale, professionale, commerciale, culturale e politica.

Specie nella dimensione digitale i nostri dati sono proiezioni della nostra identità personale. In ambito pubblico e privato, un numero crescente di decisioni che ci riguardano e che hanno un impatto sempre più significativo sulle nostre vite dipende dai nostri dati personali. I nostri dati personali consentono a un numero crescente di soggetti pubblici e privati di conoscerci sempre meglio e, questa conoscenza, se utilizzata nel modo sbagliato, può influenzare decisioni negoziali e politiche. I nostri dati personali generano un enorme valore economico sui mercati globali e, se utilizzati a scopi politici, potrebbero mettere a rischio i processi democratici. La disciplina europea sulla protezione dei dati personali attribuisce, salvo eccezioni, alle persone il controllo assoluto sui propri dati personali.

Presupposti necessari di tale controllo sono un’adeguata consapevolezza sul valore dei propri dati personali e sui diritti dei quali si dispone e un’adeguata trasparenza da parte di chi tratta tali dati.

Le persone e i più piccoli in particolare hanno una percezione modesta del valore dei propri dati e della propria identità personale e talvolta considerano l’intera disciplina della materia come un inutile e rinunciabile orpello o ostacolo burocratico. Tutti i soggetti interessati, in ambito pubblico e privato, dovrebbero impegnarsi per accrescere il più possibile il livello di trasparenza dei trattamenti dei dati, così da garantire alle persone quell’effettiva conoscenza delle caratteristiche essenziali dei trattamenti che consentirebbe loro di esercitare un controllo effettivo sui propri dati personali. L’uso di espedienti diversi legati al disegno delle interfacce e alla user experience può talvolta influenzare la libera scelta delle persone in relazione al trattamento dei loro dati personali. Tale stato di cose rischia di compromettere, specie nella società degli algoritmi e dell’intelligenza artificiale, i diritti e le libertà fondamentali sui quali si fonda la nostra democrazia.

Per scongiurare tale rischio è indispensabile e improcrastinabile la promozione di una campagna di massa di educazione al valore dei dati personali e la diffusione di best practice capaci di accrescere il livello di trasparenza effettiva garantita alle persone, a cominciare dai bambini. In questo contesto gli aderenti si impegnano a promuovere azioni concrete, capaci di produrre risultati misurabili e quantificabili nelle seguenti direzioni:

[1] TRASPARENZA

Rendere le informative sul trattamento dei dati personali trasparenti, accessibili, comprensibili, efficaci nella semplicità e incisività del linguaggio utilizzato così come nella forma, nei canali e nei mezzi utilizzati nel proporle agli interessati. L’obiettivo delle azioni rientranti in questa linea direttrice dovrebbe essere quello di passare da una trasparenza formale a una trasparenza effettiva, investendo per tale finalità risorse e creatività analoghe a quelle investite nelle attività di comunicazione e informazione strumentali al perseguimento dei propri obiettivi.

[2] CONSAPEVOLEZZA

Progettare e realizzare iniziative promozionali, campagne di informazione, operazioni e giochi a premi, rubriche di attualità, spettacoli teatrali, programmi televisivi e radiofonici così come produrre giochi, videogiochi, cortometraggi e ogni altro genere di analoga attività volta ad accrescere il livello di consapevolezza delle persone in relazione al valore dei dati personali nella loro vita.

[3] EDUCAZIONE

Progettare e organizzare percorsi di formazione, anche a distanza, o pubblicare contenuti educativi volti a fornire ai non addetti ai lavori, in particolare ai soggetti vulnerabili come bambini e anziani, nozioni di base in relazione al valore dei dati personali, all’utilizzo consapevole dei dispositivi e dei servizi digitali, ai loro diritti e alle forme e agli strumenti utili a esercitarli e proteggerli.

E si impegnano altresì a promuovere le predette attività attraverso il sito istituzionale del Manifesto di Pietrarsa, a misurare e a condividere i principali risultati conseguiti attraverso lo stesso sito.

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