E' tra le pochissime bacchette femminili nel mondo della musica, per questo Beatrice Venezi non nasconde la soddisfazione per l'incarico a Giorgia Meloni, prima donna a guidare un governo in Italia. "Festeggiamo un primato sperando che in futuro non sia più una eccezione, mi auguro che non sarà più una notizia", ha detto in una intervista all'ANSA. "Meloni che ha rotto il soffitto di cristallo è una questione socio culturale che ha a che vedere con la politica nel senso più nobile del termine. E' una novità che sicuramente avrà ricadute positive: non c'è niente di più potente dell'esempio", aggiunge. "L'Italia ci arriva tardi, avevamo avuto anche l'opportunità di eleggere un presidente della Repubblica donna ma ce lo siamo fatto sfuggire. Una cosa però voglio mettere in chiaro: essere donna non deve essere considerato un valore aggiunto, ci tengo a sottolinearlo se no cadiamo dall'altra parte, bisogna avere, garantire, accesso paritario a tutti e andare avanti sulla base del merito e si deve essere messe in condizioni di poterlo dimostrare senza barriere, al di là del genere sessuale". Arriverà il tempo in cui tutto questo discorso di oggi sarà archeologia culturale? "Ritengo di si - risponde Venezi - l'obiettivo è non considerare tutto questo un problema. Se parliamo di giovani generazioni questo è un tema già superato: il più grosso problema del nostro paese è il ricambio generazionale. Quello che mi auguro è proprio che questo ricambio avvenga presto. I ragazzi sono già diversi, vedo molto meno machismo". Le donne nella musica a dirigere orchestre sono in Italia pochissime, lei si è mai sentita un primato? "Non mi piace considerarlo così, penso si debba cambiare la narrazione delle donne. A fare cose straordinarie ce ne sono tante di donne, già il fatto di essere madri e lavoratrici in un paese che non ti aiuta affatto è eroico, bisogna cambiare la narrazione dell'eccezione: tutte le volte che una donna ce la fa è considerata e narrata come eccezione, invece c'è una lunga lista di talenti, penso alla musica classica ma anche alla scienza, che dovrebbero essere conosciute, studiate, entrare nei manuali scolastici, solo così un vero duraturo cambiamento culturale si attua e non staremo più a sottolineare l'eccezione, come oggi, che magari conferma la regola". Il mondo della musica sta cambiando? "Non mi pare, è un mondo antico ma anche qui vedo importanti segnali dai più giovani". Dopo la svolta di oggi qual è il prossimo passo? "Impegnarsi nel cambiamento culturale, lavorare ad una narrazione diversa dalla scuola ai media, a tutto quello che influisce sull'immaginario collettivo e poi credo che solo un ricambio generazionale ci aiuterà veramente in maniera molto naturale. Impareremo a considerare quella di oggi non una rivoluzione ma una semplice evoluzione della società".