Martedì 26 Novembre 2024

A piazza San Pietro arriva l'albero di Natale, salvato l'abete di circa 200 anni pronto per il taglio

 
 
 

Anche se con qualche intoppo, l’aria di Natale comincia a soffiare in Vaticano. Sono iniziati in questi giorni in Piazza San Pietro, infatti, i lavori attorno all’obelisco per allestire la piattaforma che accoglierà il presepe e il piedistallo dove sarà innalzato l'albero di Natale. E se, come previsto, sarà la friulana Sutrio, in provincia di Udine, tra i borghi più caratteristici della Carnia, a offrire il presepe per la prossima Natività, non poche polemiche ci sono state per il maestoso abete bianco di 30 metri che doveva invece provenire da Rosello (Chieti), borgo montano abruzzese di soli 182 abitanti, ai confini col Molise. E' stato il fotografo naturalista Dario Rapino a segnalare nei giorni scorsi che l’abete di circa 200 anni pronto per il taglio, come dono del Comune di Rosello, si trovava invece in un’abetaia a Monte Castel Barone, in territorio di Agnone (Isernia), e che l’Ente Regione Molise non aveva concesso in merito alcuna autorizzazione. Dopo di che, in tutta fretta, il Comune di Rosello ha rinunciato e il taglio dell’abete bianco (Abies alba) è stato sospeso. Ieri, quindi, sulla questione dell’albero di Natale per Piazza San Pietro è intervenuto il vice presidente della Giunta regionale dell’Abruzzo con delega ai Parchi e riserve, Emanuele Imprudente, specificando che «nessun albero sarà prelevato per tale scopo da ambienti naturali». La Regione Abruzzo, facendo seguito alla querelle sorta in merito alla donazione dell’albero del Papa, è intervenuta in collaborazione con il Comune di Rosello, quello di Palena (Chieti) e i carabinieri forestali del nucleo biodiversità di Castel di Sangro (L'Aquila), disponendo il prelievo all’interno del vivaio forestale regionale di Palena di un esemplare arboreo di abete bianco dell’età di 62 anni e dell’altezza di 26 metri. «Grazie all’opera del Servizio foreste e parchi regionale, che ringrazio per la tempestività di azione - ha dichiarato Imprudente - l’esemplare di abete, unitamente a 40 piante in vaso, che saranno anch’esse donate alla Città del Vaticano, provengono tutte da attività di coltivazione. Il prelievo dell’esemplare si è ritenuto necessario a causa delle raggiunte dimensioni e della vicinanza a fabbricati e viabilità che ne rendevano non più compatibile la presenza per motivi di pubblica e privata incolumità». E oltre all’aspetto delle necessarie autorizzazioni, anche quello della sostenibilità ambientale - visto che il dono è diretto al Papa autore dell’enciclica Laudato sì - è stato salvato.

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