Aver subito una violenza sessuale da ragazza subito dopo la laurea a Princeton, quando stava iniziando a riprendere la sua carriera di giovane attrice: è la rivelazione shock di Brooke Shields, nel documentario in due parti sulla sua vita, Pretty Baby: Brooke Shields diretto da Lana Wilson (Miss Americana), presentato in anteprima al Sundance film festival e che poi debutterà sulla piattaforma Hulu. L’ex top model non ha fatto il nome del suo stupratore, ma ha detto di averlo incontrato altre volte in ambito professionale. Così accettò il suo invito per una cena che lei pensava fosse per parlare di un nuovo film.
Durante l’incontro però il mood cambiò all’improvviso e Shields provò ad andare via prima. L'uomo la convinse ad andare nel suo hotel dicendole che le avrebbe chiamato un taxi dalla sua stanza e invece si spogliò e la aggredì. «Avevo paura di essere soffocata», ricorda Shields nel documentario. «Non ho neanche lottato, mi sono solo detta: "Resta viva e poi scappa"». L’attrice spiega anche di averci messo anni ad elaborare quanto accaduto e ad ammettere con se stessa di aver subito uno stupro: ha poi scritto una lettera al suo violentatore, in cui gli esprimeva la sua rabbia per quanto subito, ma non ha ricevuto risposta. Nel film non fiction l’attrice rievoca altri momenti difficili nella sua vita e nella sua carriera, come l’essere stata rappresentata nei photoshoot e nei film come un oggetto sessuale fin da bambina, a partire da un controverso servizio fotografico e dal film di Louis Malle Pretty Baby (1978), dove a 11 anni appare nuda a bacia il 29enne Keith Carradine.
Durante le riprese «non volevo sembrare stupida o senza talento, quindi mi sono semplicemente dissociata da ciò che stavo facendo" racconta. Una sessualizzazione andata avanti con scene di nudo e di sesso in film come Laguna Blu di Randal Kleiser, girato a 14 anni, e Amore senza fine di Franco Zeffirelli, girato a 15.
L'attrice condivide anche il ricordo di una reazione violenta del regista italiano, durante le riprese di una scena di sesso, nella quale Brooke Shields secondo il cineasta non stava mostrando l’espressione giusta: «Zeffirelli continuava a prendermi l’alluce e, a torcerlo in modo da farmi assumere... un’immagine di estasi? Ma era più angoscia che altro, perché mi stava facendo male», spiega nel film. Tra i temi del documentario, anche la successiva ossessione dei media per la sua verginità, l’alcolismo di sua madre e il primo matrimonio con la star del tennis Andre Agassi, che si sarebbe rivelato un uomo molto geloso e maniaco del controllo.
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