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Giorgia Soleri chiude Instagram e Twitter: "Vorrei farvi provare 10 minuti del mio dolore"

Giorgia Soleri ha deciso di abbandonare i social e nello specifico i profili Instagram e Twitter: "Basta con chi nega e sminuisce il mio dolore...!", ha scritto l'influencer, scrittrice e modella in una sua ultima storia su Instagram.

La decisione della Soleri è scaturita dopo l'ennesima pesante critica ricevuta nei suoi confronti in riferimento anche alla sua malattia. La Soleri. fidanzata con Damiano dei Maneskin, infatti soffre della sindrome da vulvodinia e endometriosi e, come ha raccontato anche nei mesi scorsi presentando il suo libro in Calabria a Vibo, si è fatta da tempo portavoce di una campagna di sensibilizzazione verso queste problematiche femminili, troppo spesso ignorate. Tanti però non le hanno creduto accusandola di aver fatto tutto ciò solo per ottenere maggiore visibilità.

“Io una malattia cronica, non la augurerei nemmeno al mio peggior nemico, ma ammetto che vorrei farvi provare 10 minuti del mio dolore”, ha tuonato la Soleri, stanca di ricevere critiche e commenti negativi. E anche poco prima di chiudere i suoi profili, l'influencer ha dovuto fronteggiare le "cattiverie" di chi metteva in dubbio la sua "endobelly", vale a dire il gonfiore addominale a causa dell'endometriosi, sostenendo addirittura che si trattasse della pancia di chi aveva esagerato nel mangiare.

"E in più sono le 5 del mattino e io sono sveglia da ore perché non sto bene. Ieri avevo dei programmi a cui ho dovuto rinunciare e ora devo pure sorbirmi questa gente che dopo due minuti si sente in diritto di negare il mio dolore". Ed è così che ha assunto la decisione di defilarsi dai social: questa la sua risposta ad hater e detrattori

La vulvodinia

"Ho iniziato a raccontare la mia storia il 2 settembre 2020 che è stato il giorno in cui ho ricevuto la prima diagnosi di vulvodinia. E' un dolore vulvare - ha raccontato la Soleri a Vibo l'estate scorsa - persistente da più di 3 mesi senza una causa riconoscibile tramite degli esami di laboratorio. E' una crescita del nervo pudendo, quello che innerva i genitali. Si hanno dolori nei rapporti, nella penetrazione, dolore al clitoride, alle labbra. Ma non solo, purtroppo la malattia prende la vescica e per 8 anni ho sofferto di sintomi vescicali prima di ricevere una diagnosi. Vivo con il dolore da metà schiena fino a tutte le gambe e soffro anche di sciatica a 26 anni. Mi sono sentito dire che ero ansiosa, che ero stressata, che ero frigida, che ero depressa. In tutto ciò ero ansiosa e depressa, nel 2017 ho tentato il suicidio. Una delle cause di quest'ansia è stato il dolore cronico non riconosciuto e quindi vorrei che si smettesse di dire: non sono pazza, ho una malattia. Ma essere pazzi è una malattia. Mi veniva detto che avevo un problema psicologico e vengo abbandonata a me stessa. Ho deciso di raccontarlo sui social perchè il senso del pudore non ce l'ho mai avuto. Ne parlo e scopro che una su sette ne soffre, ci siamo unite, abbiamo creato un comitato scientifico di specialisti. La mia ginecologa, in Italia ce ne sono davvero pochi, ha il primo appuntamento libero nella primavera del 2024, questo per farvi capire il bisogno che c'è di medici formati su queste malattie. Abbiamo creato un sito, ci sono dietro 40-50 ragazze e facciamo tutto noi partendo da zero. Abbiamo redatto una proposta di legge da soli presentandola in Parlamento e abbiamo fatto tutto questo in meno di un anno chiedendo il riconoscimento come malattie croniche invalidanti perchè ad oggi non sono riconosciute dal sistema sanitario nazionale. Occorrono tanti soldi per curarsi, per me ho calcolato che servono mille euro circa al mese. Chi ha la possibilità in Italia di spendere tutti questi soldi?".

 

 

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