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Addio a Sofia Sacchitelli, la studentessa con il tumore al cuore simbolo della lotta alle malattie rare

Studentessa al quinto anno della facoltà di Medicina, Sofia Sacchitelli scoprì il male quasi per caso. Sul finire della pandemia fu colpita da tosse, febbre e vomito insistenti che la spinsero a fare un tampone, risultato negativo.

«Ho poco tempo, ma voglio essere utile agli altri. Vorrei che grazie alla ricerca si possa individuare qualcosa di specifico sulla patologia dell’angiosarcoma cardiaco, qualcosa che possa essere usato come obiettivo da colpire per future terapie». Così parlava poche settimane fa Sofia Sacchitelli, morta la scorsa notte a 23 anni per una malattia rara che le era stata diagnosticata un anno fa.

Era consapevole di avere poco tempo da vivere ed ha deciso di dedicare gli ultimi mesi per aiutare gli altri fondando la onlus "Sofia nel cuore", con un mix di altruismo e fiducia nella ricerca scientifica che le è valso anche un premio da parte della Università di Genova, dove studiava.

Chi era Sofia Sacchitelli

Studentessa al quinto anno della facoltà di Medicina, Sofia scoprì il male quasi per caso. Sul finire della pandemia fu colpita da tosse, febbre e vomito insistenti che la spinsero a fare un tampone, risultato negativo. Quindi altre analisi fino alla diagnosi definitiva: l’affliggeva un angiosarcoma cardiaco, un tumore al cuore tanto raro, con 2-3 casi ogni milione di persone, quanto aggressivo.

Aveva capito subito che le sue possibilità di sopravvivenza erano quasi nulle: «il destino purtroppo mi ha impedito di realizzare tutti i progetti che avevo in mente - spiegava nelle poche uscite pubbliche e nelle interviste - Volevo diventare medico, sposarmi, avere dei bambini, passare dei momenti con le persone che amo, andare a vedere la Samp con mio papà e mia sorella, viaggiare, accudire i miei genitori da anziani e invecchiare».

Prima della fine Sofia ha deciso di sfidare la malattia fondando la onlus e mettendosi in gioco in prima persona. Ha promosso la campagna in un incontro pubblico di cui avevano parlato i media, poi attraverso interviste a tv, quotidiani e riviste. Con l’aggravarsi delle sue condizioni di salute parenti e amici l’hanno sostituita in diversi eventi pubblici.

La sorella Ilaria ha ritirato la medaglia d’oro al merito conferita per la prima volta dall’Università di Genova a una studentessa proprio per il suo impegno nella raccolta di fondi per il sostegno alla ricerca. La Regione Liguria l’ha inserita tra le 'donne pionierè esempio da seguire durante le celebrazioni dello scorso 8 marzo. La Onlus "Sofia nel cuore", sostenuta anche da Genoa e Sampdoria, ha già raccolto 100mila euro e sta già organizzando il primo progetto di ricerca con l'associazione Italian Sarcoma Group perché, come evidenziato da un’amica di famiglia e componente della onlus, «l'obiettivo è proseguire le strada indicata da Sofia». Oggi l’anno ricordata
in tanti, anche dal presidente ligure Toti e sindaco Bucci.

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