Lunedì 23 Dicembre 2024

Serie A, da Canà e Boskov a Mazzarri e Giampaolo: le 9 frasi che... vanno capite

Oronzo Canà
Peppino Meazza
George Best
Vujadin Boskov
Marco Van Basten
Serse Cosmi ha ottenuto il primo successo
José Mourinho
Walter Mazzarri
Marco Giampaolo

Le conferenze stampa calcistiche, ai giorni nostri, sempre più privi di sconquassatori mediatici, risultano quasi sempre di una noia mortale. Ecco perché quando ad allenatori e giocatori si illumina la lampadina è luce pura nel tunnel della monotonia. Abbiamo selezionato nove frasi pronunciate dai protagonisti dello sport più bello del mondo che hanno un po' fatto la storia. L'ultima è fresca fresca, risale a sabato sera. Ed è costata carissima.

È stata tutta colpa di quel gol a freddo

Per gli innamorati del calcio di una volta c'è una e una sola pellicola cult: “L'allenatore nel pallone”. Un superlativo Lino Banfi indossa i panni di allenatore “ripescato” dalla naftalina (e ormai dedito alla cura della vigna di famiglia): Oronzo Canà viene chiamato a guidare la Longobarda, squadra fresca di promozione in serie A. Mentre il seguace dei metodi di Nils Liedholm s'impegna per cercare di capire come conquistare una salvezza tranquilla in sella a una squadra privata dei suoi giocatori migliori nel mercato estivo, il presidente della Longobarda, Borlotti, trama alle sue spalle per cercare di riportare la propria squadra... in B. Il motivo? Troppo costosa la massima serie (e ancora non era stato sdoganato il “paracadute” per le retrocesse, cosa che avverrà nella realtà, in tempi recentissimi). Da qui la scelta di affidarsi a Canà, l'uomo giusto per “non” compiere l'impresa salvezza. Andrà diversamente, perché l'allenatore pugliese riuscirà a conquistare una salvezza all'ultimo respiro alla faccia di Borlotti e della presidentessa fedifraga, trascinato da un talento brasiliano, Aristoteles. Ma a restare nel cuore degli appassionati di calcio furono soprattutto le interviste rilasciate da Canà ai giornalisti  Una delle perle, rimaste nella memoria degli appassionati del film, Banfi la tira fuori dopo l'esordio amaro in A della Longobarda, sconfitta 5-1 dalla Roma:«È stata tutta colpa di quel gol a freddo. Noi eravamo freddi, loro caldi e incazzati». Sì, perché la squadra di Canà si era portata in vantaggio prima di essere sommersa di gol...

Meazza e il rigore parato da un portiere “distratto”

Giuseppe Meazza è stato uno degli attaccanti più prolifici del calcio italiano. Giocava in un'altra epoca, quando l'Italia si trovava in pieno secondo conflitto Mondiale. Scrisse pagine importanti indossando la maglia dell'Inter (poi, quella del Milan) e della Nazionale. Non un personaggio destinato a passare inosservato. E non solo per le caterve di gol con cui infilzava i portieri avversari. Ecco, a proposito di numeri uno, c'era proprio una categoria che non sopportava: «Non c’è niente di più umiliante di vedersi parare un rigore da un portiere così cretino da non capire la finta».

The Best

Secondo molti è stato il miglior calciatore britannico di tutti i tempi. The Best, George Best. Tanto effervescente in campo quanto stravagante fuori. Non ne faceva mistero. Anzi, ne andava fiero. Una delle dichiarazioni passate alla storia, però, venne pronunciata quando non era più sulla cresta dell'onda: «Ho speso gran parte dei miei soldi per alcool, donne e macchine veloci, il resto l'ho sperperato». The Best.

Il miglior amico di Marco Van Basten

L'amicizia nel mondo dello sport è merce rara. Parola di Marco Van Basten, ex asso del calcio mondiale ed ex centravanti olandese del Milan di Sacchi. Il tulipano più forte di sempre, appassito troppo presto a causa di una caviglia ballerina. Verrà ricordato per le prodezze in campo e le vittorie ma anche per il suo essere schietto. Talmente schietto da arrivare a dichiarare: «Nel calcio vale quanto ha detto Ivan Lendl rispetto al tennis: se desideri farti un amico, comprati un cane». Definitivo.

Vuja e la sua filosofia... pratica

Delle volte dietro una frase banale si cela una grande verità. Il rigore, ad esempio, rappresenta il climax della dialettica calcistica: divide, come pochi. Prendete 100 tifosi (poco importa che siano di parte o neutrali) e proponetegli le immagini di un'azione culminata con un fallo - o presunto tale - in area di rigore: difficilmente il verdetto sarà unanime. In alcuni casi, nel caso di episodi controversi, si rischierà anche il 50 e 50. E allora? C'è chi, filosoficamente, ha tagliato la testa al toro. Il grande Vujadin Boskov: «Rigore è quando arbitro fischia».

Serse Cosmi e le palle inattive

Uno degli allenatori meno banali della storia del calcio italiano è senza dubbio Serse Cosmi. Cuore perugino doc (di recente ha allenato nuovamente i Grifoni, dopo le imprese dei decenni scorsi, ma senza la stessa fortuna), rispose a modo suo a una domanda posta da un giornalisti al termine di una partita persa dal Perugia: «Se il nostro problema sono le palle inattive? Sì, ma quelle dei miei giocatori».

Prostituzione intellettuale

Pescare una frase simbolo dello Special One è impresa ardua, tanto è ampio il campionario di José Mourinho. Tra le tante, però, quella che maggiormente ha fatto rumore è stata sfoggiata nella conferenza stampa della “prostituzione intellettuale”. Una figura retorica rivolta alla stampa. Una delle tante provocazioni che facevano da parafulmine alla squadra allenata Mourinho, l'Inter. Funzionò, alla luce dei successi conquistati da JM in nerazzurro.

Stavamo giocando bene, poi ha iniziato a piovere

Il rapporto tra Walter Mazzari e l'Inter, dopo un inizio positivo, è via via scivolato verso la rottura. L'esonero è arrivato nel 2014 dopo un pareggio in casa contro il Verona. L'inter si fece raggiungere dagli scaligeri e la dirigenza nerazzurra non lo perdonò. Ma secondo molti la goccia (di pioggia...) che ha fatto traboccare il vaso non fu tanto la prestazione incolore o il non aver battuto una squadra nettamente alla portata dell'Inter, ma la dichiarazione post-gara. «Peccato, avevamo dominato. L'espulsione ci ha condizionato. Poi ha iniziato anche a piovere...».

Purtroppo eravamo in superiorità numerica

Freschissima - dicevamo - praticamente di giornata l'uscita di Marco Giampaolo, tecnico del Torino, che ha scatenato l'ironia sui social, impietosi, sempre in agguato. Sabato pomeriggio i granata non sono andati oltre lo 0-0 contro lo Spezia, nonostante potessero contare sull'uomo in più per 82 minuti (recupero escluso). «La superiorità numerica ci ha penalizzato». Ah, va bene. Una frase costa cara? Con il Toro in grande difficoltà, Cairo ha optato per Nicola come nuovo tecnico. Al di là della frase infelice, però, il percorso di Giampaolo da allenatore dei granata non è stato entusiasmante. Con o senza superiorità numerica da dover... sopportare.    

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