Che sia un atleta fuori dal normale è stato detto e ridetto. Sulle sue capacità aerobiche sono stati consumati litri di inchiostro. Ma quando finirà di stupirci questo ragazzone di 39 anni? Probabilmente solo il giorno in cui appenderà gli scarpini al chiodo, perché, ogni volta che scende in campo, il campione svedese scrive nuove pagine di questo sport. La giocata acrobatica effettuata nel posticipo contro il Cagliari (vinto grazie ad una sua doppietta, la quinta stagionale) con il quale manda in corsia Dalot è solo l'ultima di una serie di perle incastonate nella storia del calcio, il suo calcio, iconico, inconfondibile. Abbinare le conoscenze, mai nascoste, apprese in tenera età grazie all'esercizio del taekwondo a una tecnica sopraffina hanno reso ancora più rappresentativo il suo modo di giocare. Mantenere la stessa capacità elastica di quando (ahinoi) realizzò la rete con cui 17 anni fa, di fatto, condannava la Nazionale italiana all'eliminazione dopo la fase ai gironi agli Europei del 2004, probabilmente lo scriverà all'albo dei più grandi professionisti di questo gioco.