La storia di Domenico Berardi è una come tante ma giunta come rarissime alla ribalta del calcio nazionale. Di bambini con il sogno del pallone è pieno il mondo da quando l’“English game” è stato creato. Tanti sogni però si sono infranti ancor prima di cominciare. Quella del ragazzo di Bocchigliero è particolare e romantica allo stesso tempo, per la sua gestazione. Un talento sopraffino con l’aria un po’ scanzonata di chi da piccolo, con la complicità di risorse fuori dal comune che gli consentono di dribblare come birilli qualsiasi cosa gli si presenti a tiro, preferisce giocare per sé e palleggiare piuttosto che sudare e correre insieme agli altri compagni. Sono altre circostanze negative però a impedirgli di compiere il grande salto perché le sue capacità sono chiare a prima vista a chiunque ha la fortuna di ammirare quel piccolo talento de “Il Castello”. A un certo punto però la dea bendata si accorge di non poter fare un torto così grande a quel ragazzo. Mimmo fatica a pensarsi lontano dalla famiglia –in particolare dal papà Luigi, che lavora all’Anas, e dalla mamma Maria, casalinga – e dagli affetti più cari. La svolta capita tuttavia a 930 chilometri da casa, a Modena. Dopo un provino precedente con la Spal, Mimmo pensa di essere costretto a rinunciare al suo sogno nel cassetto. Invece, rimanendo dal fratello maggiore Francesco, quel romanzo triste subisce una brusca inflessione ricominciando da zero, o quasi. Con una piega ben diversa. Perché Domenico viene notato da un collaboratore del Sassuolo, Pasquale Di Lillo, che lo segnala a Luciano Carlino, vice allenatore della formazione Allievi dei neroverdi. Questa volta il provino va a gonfie vele ma l’inghippo sorge sul trasferimento e così resta per un anno in Emilia ma senza giocare. Solo per allenarsi. Quelle sedute noiose che qualche anno prima avrebbe saltato molto volentieri. È quello però l’ultimo intoppo di una carriera che da quel momento ha spiccato il volo. Allievi nazionali, Primavera e poi nell’estate del 2012 il ritiro con la prima squadra. L’incontro con Eusebio Di Francesco. Il tecnico abruzzese gli concede subito fiducia nella partita di Coppa Italia con l’Avellino. Prima però il Sassuolo comprende che è bene blindarlo prima di fargli mettere piede in campo. Così gli fa firmare il primo contratto da professionista. L’impatto è devastante. Il calabrese si impone in serie B, contribuisce alla promozione dei neroverdi con 11 reti. L’anno successivo in serie A fa addirittura meglio: infila sedici perle e un formidabile poker al Milan. Allo “Scida”, Mimmo si presenterà adesso con un bagaglio di 224 presenze in massima serie. A 80 chilometri da casa, con nessuna voglia di arrestare la sua corsa. Anzi, con quella matta di tornare titolare dopo il problema muscolare che gli ha fatto saltare 4 gare a gennaio e salire sul treno della Nazionale per il prossimo Europeo.
Il ritorno alla base: riecco Berardi in Calabria
Oggi alle 18 () c'è Crotone-Sassuolo e Domenico Berardi tornerà per la quinta volta nella sua carriera in Calabria. L’attaccante di Bocchigliero ha affrontato in tre circostanze il Crotone e in una la Reggina. Ritroverà adesso nuovamente i pitagorici ai quali ha segnato già 3 gol (tre pure gli assist). Soltanto una volta però ha colpito nella sua regione. La prima volta in cui è tornato vicino casa è accaduto il 25 gennaio 2013. In serie B, Crotone-Sassuolo è terminata 2-1 per i rossoblù. Nello stesso anno, il 16 aprile, ha incontrato pure la Reggina (0-2 neroverde). Gli altri confronti si sono consumati tutti in serie A. Il quarto, e per il momento ultimo, il 29 aprile 2018. I crotonesi si sono imposti ampiamente (4-1) ma Berardi ha inferto dal dischetto la prima “coltellata” alla sua terra. Da allora sono passati 1021 giorni, oggi la saga si arricchirà di un nuovo capitolo.