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Australian Open 2021, il pagellone degli azzurri e dei big

È stato un Slam lungo e decisamente particolare. Altri aggettivi sarebbero insignificanti al cospetto di quanto accaduto per portare fino in fondo gli Australian Open 2021. Il primo torneo della storia giocato in una sorta di “bolla” per evitare i contagi ai tempi del Covid-19. Tutto è filato liscio, ma gli organizzatori hanno vissuto con le palpitazioni fino all’ultimo istante.

Il pagellone

Djokovic (Serbia)... 18: Come gli Slam vinti (a due incollature dai marziani Federer e Nadal); metà di questo bottino è stato conquistato in Australia. Non ci sono più parole per il numero 1 al mondo. Sarebbero superflue

Naomi Osaka (Giappone) 10: Wow! La nuova tigre del tennis mondiale ha centrato il bis in Australia senza mai dare la sensazione di poter essere messa in difficoltà. Solo la spagnola Muguruza (vincitrice di Slam, non una qualunque) le ha strappato un set. Non è riuscito neanche quello a Serenona Williams, all’ultimo “urlo” nella terra dei canguri.

Medvedev (Russia) 9: Il suo torneo avrebbe meritato un altro finale, ma di fronte c’è un muro che non si crepa neanche a furia di bordate sovietiche. Tornerà alla carica, ma al momento è stato rispedito al mittente.

Aslan Karatsev 9 (Russia): Avrebbe meritato molto di più, l’underdog sovietico, ma il massimo è giusto attribuirlo ai vincitori. Ritrovarsi dai margini della Top100 alle semifinali di uno Slam non è da tutti e qualcuno ha anche scomodato paragoni illustri (con Ivanisevic, ma parliamo di due “stoffe” completamente diverse) o azzardato similitudini a noi care (le semifinali del Roland Garros raggiunte da Cecchinato). A ogni modo, senza giocare un tennis stratosferico, Karatsev ha scritto la pagina più bella degli Aus2021.

Jennifer Brady 9 (Usa): La risposta femminile al russo Karatsev. E forse anche qualcosa in più, perché raggiungere la finale di uno Slam da outsider vale il prezzo del biglietto, seppur non abbia incrociato avversarie impossibili. O almeno fino alla tigre nipponica.

Stefanos Tsitsipas 8,5 (Grecia): Lo vedremo alzare coppe di ogni misura sotto i cieli di tutto il mondo, c’è poco da obiettare. Ma al momento all’eroe ellenico che sembra uscito da un poema omerico manca sempre qualcosa per cingersi di alloro. E dire che la tavola per il primo trionfo Slam era ben apparecchiata dopo essersi sbarazzato di Nadal. Il ciclone Medvedev gli ha mostrato che ancora non è il suo tempo. Ma arriverà, stiamone certi.

Rafa Nadal 8 (Spagna): Come si fa a essere generosi con un campione di tal rango che si ferma ai quarti di finale di uno Slam? Presto detto: l’atleta iberico ha convissuto con un problema alla schiena più forte di lui (ed è quanto dire) per tutto l’arco del torneo. In sostanza è sfuggita solo la zampata vincente sul 2-0 contro Tsitsipas: la maggiore freschezza atletica del greco (molto più lucido anche in virtù del suo avversario agli ottavi - il nostro Berrettini - ben prima di scendere in campo). Rafa non molla e guarda già a Parigi e al Roland Garros (Slam “di casa”).

Matteo Berrettini 8 (Italia): Che peccato, che gran peccato. Gli Australian Open 2021 passeranno alla storia del tennis azzurro per lo Slam dei dubbi. Quelli che resteranno a vita e non potranno mai essere sciolti in assenza di controprova. Dove sarebbe potuto arrivare Berrettini senza l’infortunio che gli ha precluso la strada verso i quarti? Non lo sapremo mai, purtroppo.

Gael Monfils 8 (Francia): Un’altra stortura, ma anche stavolta solo in apparenza. Il voto non va né al suo torneo (durato appena 3 ore e 49 minuti) né alla carriera - che gli appassionati dello show-tennis si augurano possa essere ancora lunga - ma alla conferenza successiva alla sconfitta di primo turno contro il finlandese Ruusuvuori. Non vince da un anno, il buon Gael, e questo fardello è insopportabile. Da qui le lacrime sincere mostrate in mondovisione. Anche i titani del tennis del 2000 e passa hanno un cuore e si portano dietro delle debolezze. Merci, per avercele mostrate.

Sara Errani 7 (Italia): Toh, chi si rivede! Per tanti hanno ha fatto parte dello squadrone azzurro femminile, prima di calare dopo i ritiri di Flavia Pennetta e Roberta Vinci. La tennista italiana più vincente di sempre, però, ha mostrato, a sprazzi, che sa ancora come si fa.

Fabio Fognini 7 (Italia): Mezzo voto in meno per la zuffa verbale in salsa nostrana contro il siciliano Caruso al termine dell’incontro a tinte azzurre che ha visto prevalere il ligure sul filo di lana. Va bene che Fogna ci ha abituato anche a siparietti peggiori, ma ci sarà pure un limite, no? Nulla da eccepire sul discorso tecnico, perché è arrivato dove ha potuto, tenendo conto che era reduce da una convalescenza post-operatoria e dalle finali dell’Atp Cup.

Salvatore Caruso 6,5 (Italia): Anche lui coinvolto nel litigio tricolore (con meno responsabilità, sia chiaro, anche perché portava con sé la frustrazione per una sconfitta bizzarra e non ha utilizzato le espressioni del suo avversario), ha comunque fatto il suo - anche di più - nel torneo australiano. Si attendono conferme ma il giocatore del Ct Vela di Messina può mirare a scalare ulteriormente la Top100.

Jannik Sinner 6 (Italia): Un voto sulla fiducia. Senza dubbio l’atleta azzurro che ha più chance di raggiungere la vetta del Ranking, in barba ai nuovi corazzieri del post Federer-Nadal-Djokovic. Sufficienza striminzita, però, nel primo Slam del 2021 perché il successo contro un avversario di pari livello (ma con maggiore esperienza nel circuito, seppur si tratti di un altro giovane) come il canadese Shapovalov. Da queste sconfitte, però, può solo imparare. Perché ha la testa giusta e un talento sconfinato.

Lorenzo Sonego 5 (Italia): Perdere contro un vecchio lupo di mare come lo spagnolo Feliciano Lopez ci sta. Anche al secondo turno di uno Slam. A bruciare, semmai, è la modalità di eliminazione: da 0-2 a 3-2 contro un giocatore che ha diverse primavere alle spalle. Tradotto: un sorpasso del genere sarebbe lecito... a parti invertite.

Dominic Thiem 5 (Austria): Insieme a Medvedev è il giocatore più vicino a ereditare lo scettro dai Fab3, ma stavolta ha toppato di brutto. Uno dei primi 4-5 tennisti al mondo, che aspira alla vetta, non può uscire agli ottavi di uno Slam (seppur contro l’ottimo bulgaro Dimitrov). Capita, per carità. Ma che non accada più.

Camila Giorgi 5 (Italia): Fuori troppo presto, anche a causa di problemi fisici. Senza dubbio il talento migliore della scuderia rosa, ma i tentennamenti sono troppi. Camila, quando arriverà il tuo momento?

 

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