La bellezza dello sport è racchiusa nella gesta e nei gesti dei suoi protagonisti. Sta tutta lì. In molti, per questioni anagrafiche, non conoscono Carlo Parola, eppure gli amanti e i collezionisti delle figurine Panini lo “custodiscono” da decenni sugli scaffali. È sempre con loro, un po’ come un vaso all’ingresso di casa, là da un’eternità: non ci si fa più caso, eppure esiste. Così come esiste la rovesciata di Parola, “testimonial” dalla casa modenese che produce figurine da una vita. L’ex giocatore della Juventus, infatti, è stato reso celebre da quel preciso gesto tecnico. Librandosi in aria colpì la palla in acrobazia. La perfezione stilistica, quasi da quadro. Parola è passato alla storia per essere stato scelto come la “faccia” della bustina di figurine, ma non è stato l’unico a far parlare di sé. Se poi a regalare una perla sono mostri sacri, è chiaro che la risonanza mediatica è maggiore: si pensi alla rovesciata con cui Cristiano Ronaldo condannò la Juve all’eliminazione dalla Champions tre anni fa con tanto di standing ovation dello Stadium per l’allora giocatore del Real Madrid (un apprezzamento gradito a tal punto da conficcarsi come una freccia scagliata da Cupido verso il cuore del portoghese) o al barrilete cosmico creato dal nulla su un campo di calcio, nella semifinale dei Mondiali messicani del 1986, da Diego Armando Maradona.
Joao Pedro consola Kurtic dopo Cagliari-Parma
Gesta, dicevamo, ma anche gesti. Qualcosa di profondo e radicato, che sorvola la tecnica e appartiene a un emisfero più nobile dell’essere umano. Quello dei sentimenti. Sta facendo il giro del mondo la foto del capitano del Cagliari, Joao Pedro, che al termine dell’epico scontro salvezza contro il Parma, vinto dai sardi al termine di una clamorosa rimonta finale, si accovaccia in mezzo al campo insieme al centrocampista del Parma, Jasmine Kurtic. Entrambi hanno giocato nel Palermo, si conoscono, ma ciò non rende meno memorabile il frame di fair play regalato al termine di una battaglia calcistica che lascia ai rossoblù un’ultima speranziella salvezza, ma allo stesso tempo condanna i gialloblù a una retrocessione quasi certa. Ecco perché Joao Pedro ha asciugato le lacrime di Kurtic: appena 20’ minuti prima il Parma stava conducendo 3-2, pregustando il sorpasso ai danni dei cagliaritani. Se il fato non ci avesse messo lo zampino, magari le lacrime avrebbero solcato il viso di Joao e la pacca sulla spalla l’avrebbe data Jasmine al suo ex compagno. Perché la bellezza del calcio non è solo rovesciate da “bustine” o arcobaleni cosmici disegnati su un prato verde; è anche nei volti inondati da una disperazione mitigata dall’abbraccio sincero tra vincitori e vinti. E questa no, non passa inosservata come un qualsiasi vaso piazzato all’ingresso di un’abitazione. Non lo farà mai per chi ama lo sport al di là delle gesta e... fino ai gesti.
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