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Arrivederci serie A, non ci mancherai: Conte, Pirlo, Pioli, De Zerbi e i 9 “perché” (+1)

Arrivederci a fra 119 giorni, cara serie A. E perdonaci se ti lasciamo andare senza troppa nostalgia. I “perché” sono almeno un paio. Se da un lato è stata la stagione più breve della storia - infarcita da turni infrasettimanali e recuperi forsennati dettati dal Covid - dall'altra si è rivelata pure la più lunga: sottile, sottilissimo lo stacco rispetto al campionato precedente, quasi da rendere l'ultima annata e quella precedente una sola cosa. Ci è sembrata la stessa solfa soprattutto perché il calcio senza tifosi non è calcio. Banale come concetto? Retorica? Sarà, ma è tutto vero. A vedere Samir Handanovic alzare la Coppa scudetto nerazzurra sotto il cielo di Milano non hanno sofferto solo i tifosi della Juventus e simili, ma tutti gli amanti dello sport e forse pure gli interisti, inebriati solo a metà per via del contesto eccessivamente (e necessariamente, causa emergenza sanitaria) spartano: appena mille tifosi in un tempio tra i più accoglienti d'Europa hanno solo reso meno surreale la premiazione. Non basta, ma aiuta a credere che - si spera - dal 19 settembre si tornerà a fare sul serio con un sottofondo e uno sfondo adeguati. Soprattutto perché vorrà dire che ci saremo tirati fuori dalle sabbie mobili del coronavirus. Tutti. Maniaci del pallone inclusi. L'altro motivo è l'imminenza dell'avvio dei Campionati Europei. L'Italia mancava a un appuntamento internazionale di tale portata proprio dagli ultimi... Europei, quattro anni fa, avendo saltato il turno del Mondiale russo (nel 2018). Se fremiamo, tutti, un motivo c'è. E anche bello grosso.

Perché l'Inter ha vinto il campionato?

Perché era di gran lunga la squadra più forte di tutta la serie A. Nettamente. Delle volte la prova regina è sotto gli occhi, ma ci si ostina a non volerla vedere. A stonare, semmai, è stata la tempistica del successo finale: perché con un organico del genere l'Inter avrebbe dovuto uccidere il campionato ben prima di maggio, seppur quattro giornate d'anticipo siano comunque un ottimo margine e i 91 punti finali rappresentino quasi un record. Eppure l'Inter, nel girone d'andata, ha viaggiato a scartamento ridotto, zavorrata dalla Champions (avercene...). Pieno merito a Conte che, nonostante non passerà alla storia per essere un tecnico umile, ha saputo accettare di dover cambiare registro. Da quando nell'orchestra nerazzurra sono entrati in pianta stabile interpreti di qualità e profilo internazionale come Eriksen e Perisic, la capolista ha staccato la concorrenza. Resta un grande interrogativo sul futuro, influenzato dai problemi economici del club, già risolti in parte con un prestito a parecchi zeri. Di sicuro, però, anche grazie a Conte, il valore della rosa è aumentato sensibilmente (ammortizzati abbondantemente i 12 milioni netti guadagnati dal tecnico leccese) e, in caso di difficoltà, non è escluso che finiscano sul mercato 1-2 pezzi pregiati da sacrificare sull'altare dell'autofinanziamento. A quel punto, però, l'Inter rischierebbe di perdere il suo condottiero tecnico e spirituale.

Perché il Milan ha vinto il campionato dei terrestri?

Perché la dirigenza rossonera, assorbito lo sballottamento societario, ha mostrato una personalità da “vecchio” Milan. Quando già il progetto tecnico sembrava farsi beffi dei miracoli di Pioli, virando sul quotato Rangnick, c'è stato lo stop. Il risultato? Secondo posto meritatissimo e record di vittorie esterne (16 su 19!). Al di là della personalità di Ibra (in campo, a causa degli infortuni, solo in 19 gare), questo risultato ha il volto di due insospettabili: Kessie, centrocampista totale con uno dei rendimenti più alti d'Europa, e Calabria (perfetto per tutta la stagione: avrebbe anche meritato una chance azzurra).

Perché l'Atalanta e Gasperini potrebbero separarsi?

Perché la sensazione è che il livello raggiunto sia il più alto possibile, tenendo conto che la Dea non ha le risorse e l'appeal delle big. Due finali di Coppa Italia, tre piazzamenti Champions raggiunti (una semifinale sfiorata nella passata stagione) e la valorizzazione clamorosa dei giocatori. Ecco, gli si potrebbe chiedere solo di vincere, ma sarebbe profondamente ingiusto. L'Atalanta è già un miracolo così. E questo lo sa anche Gasperini.

Perché Pirlo rischia il posto lo stesso?

Basterà il filotto finale inanellato dall'ex campione del Mondo a salvare la panchina? Sia chiaro, la Juventus aveva messo in conto di poter restare tagliata fuori dalla lotta per lo Scudetto, ma lo scarto con l'Inter (non solo), sulla lunga distanza, è sembrato notevole. Soprattutto se, allenatore a parte, la squadra è stata rinforzata e non depotenziata (unico scambio “a perdere” Pjanic-Arthur con il Barca) con i vari Chiesa, Morata e Kulusevski. Le due Coppe vinte, sotto questo profilo, sembrano più approdate in bacheca per inerzia, sfruttando la scia dei successi precedenti. E la qualificazione Champions è arrivata all'ultimo assalto, complici scivoloni altrui. Per questo motivo la permanenza di Pirlo non va data affatto per scontata.

Perché Gattuso è scivolato sulla buccia di banana?

La “fatal Verona”, il Napoli, l'ha vissuta a domicilio. Gli azzurri sono arrivati a un passo da una qualificazione Champions che sarebbe stata più che legittima. Hanno fallito il match-ball della 38esima e si dovranno accontentare dell'Europa League. Avrebbe meritato ben altro congedo “Ringhio” Gattuso, che ha avuto il merito di regalare una Coppa Italia ai partenopei dopo molti anni di digiuno. Il tira e molla con la proprietà non ha aiutato nessuno. Né lui né tantomeno il Napoli.

Perché Simone Inzaghi non meritava tutto questo?

In scadenza di contratto nonostante un quinquennio in cui dalle casse dello stadio laziale sono partite, alternativamente, la musichetta della Champions a quella dell'Europa League (molto più avvincente da quando le “retrocessioni” dalla competizione europea principale rimettono in gioco squadre top). Per non parlare della crescita garantita a elementi come Immobile, Milinkovic-Savic e Luis Alberto, che troverebbe spazio dall'inizio in quasi tutti i club del mondo. Eppure il telefono non squilla. Non lo meritava affatto.

Perché Paulo Fonseca è un gran Signore?

Sì, con la S maiuscola. Perché ciò che è stato perpetrato ai danni del tecnico portoghese ha dell'ignobile. Il ritorno in Italia di José Mourinho ha fatto passare in secondo piano il fatto che la Roma un allenatore, fino a fine anno, lo avesse già. Eppure non si è perso d'animo, portando al termine la stagione con dignità. E tanti sorrisi. Si è addirittura confrontato spesso con il suo successore per favorirne l'inserimento. La Fiorentina lo vorrebbe sulla panca: ce lo auguriamo tutti che un personaggio di questo spessore (che, tra l'altro, è stato l'ultimo baluardo di una italiana a cadere in Europa League: semifinale contro il Manchester) non lasci lo Stivale.

Perché De Zerbi scappa in Ucraina?

Che il Sassuolo arrivi nella prima metà della classifica (stavolta ha proprio esagerato, giungendo a due gol dalla possibilità di giocarsi un posto in Europa League) ormai non fa più notizia. Ma questo solo perché De Zerbi, nel suo periodo emiliano, ha reso tutto facile. Molti opinionisti e addetti ai lavori hanno etichettato come folle, o quanto meno singolare, la sua scelta di sposare il progetto dello Shaktar Donetsk, in Ucraina. Ecco, quegli stessi opinionisti dovrebbero chiedersi perché preferisca un'altra Nazione, dal richiamo tutt'altro che forte, all'Italia. E se il problema fossimo noi e non lui? Meditare, meditare...

Perché Juric fa l'impresa al “San Paolo” e si giustifica?

Domenica sera, a Sky Sport, è andato in scena un siparietto che gli spettatori avrebbe francamente evitato. Il tecnico del Verona, Juric, reduce da un altro campionato sopra le righe, è scattato come una molla alla domanda del giornalista; anzi, dopo che il cronista era riuscito a costruirne mezza di domanda, prima di essere verbalmente aggredito dall'ex tecnico del Crotone. Il motivo? Juric credeva che la sua squadra fosse stata accusata di essersi impegnata troppo... finendo con il guastare la festa al Napoli. Perché mettersi sulla difensiva, quasi volendosi giustificare? Tra l'altro Juric, e il suo Verona, nella notte del “San Paolo” hanno solo dato credibilità al sistema calcio nostrano che, neanche dopo Calciopoli e l'avvento del Var, ha smesso di essere sotto attacco. Perché, mister Juric?

Perché il Mancio potrebbe sorprendere tutti?

Gli Europei, dicevamo. L'ultima domanda, fuori dal tema campionato, ci proietta direttamente sulla competizione tanto attesa. Dopo aver svelato i preconvocati in vista della kermesse sembra quasi essere svanito l'effetto sorpresa. La sorte, però, ci ha messo lo zampino: Pellegrini e Sensi, due centrocampisti, si sono infortunati e Mancini potrebbe dover correre ai ripari. La prima sorpresa l'ha già regalata preconvocando il ventunenne Raspadori del Sassuolo (destinato al taglio man man che gli Europei si avvicinano, ma non si sa mai...). Auguriamo il meglio sia a Sensi che a Pellegrini, ma nel frattempo un nome lo facciamo noi: Pobega dello Spezia, scultoreo centrocampista dello Spezia, scuola Milan, dal gol facile e dall'ottimo tempo dell'inserimento. Non ci stupiremmo di vederlo nella lista, in caso di bisogno. D'altronde il Mancio, con i giovani, sa come si fa.

 

 

 

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