Lo sgarbo è servito su un piatto d'argento. Hakan Calhanoglu è pronto a indossare la maglia nerazzurra. Il trequartista turco, dopo un'annata vissuta da assoluto protagonista prima e in modo anonimo poi (Europeo incluso) ha lasciato una sponda di navigli meneghini per accomodarsi sull'altra. Il Milan non è riuscito ad accontentare il giocatore turco mentre l'Inter, da par suo, si è trovata a dover tappare una falla gigantesca creata dallo stop improvviso di Christian Eriksen, reduce da un breve viaggio... nell'Ade. Sia chiaro, al momento, non c'è nessuna sentenza che stoppi definitivamente l'attività del danese ma, qualora ci fosse l'opportunità di tornare a giocare (da valutare se in Italia, dove vigono regole sanitarie molto più rigide rispetto ad altri Paesi), il reinserimento del 10 nerazzurro sarebbe molto lungo. E una squadra che ha già perso un condottiero come Antonio Conte e che si avvia a mollare uno-due pezzi pregiati della “rosa” non può concedersi il lusso si restare per troppo tempo (o forse per sempre) della sua mezzala di “qualità” necessaria nel 3-5-2 portato in dote dall'esperienza biancoceleste da Simone Inzaghi. Siccome l'occasione fa l'uomo ladro, l'Inter ha “rubato” Calha ai “cugini” milanisti. A costo zero, ma solo sulla carta, perché tra ingaggio del giocatore, bonus e commissioni a chi rappresenta il fantasista turco, l'investimento è stato fatto ugualmente.
Milan, c'è l'opzione Zaccagni per sostituire Calhanoglu e far sorridere Pioli
Adesso, però, a restare scoperta quanto a interpreti abili a giocare nella “terra di nessuno”, così come chiamano la trequarti, è il Milan. I rossoneri, però, hanno già risolto in tempi brevissimi altri grattacapi. A cominciare dal riscatto di Fikayo Tomori del Chelsea e, molto prima, dall'ingaggio del portiere francese Mike Maignan. (che non rende meno amaro l'addio a costo zero di Gianluigi Donnarumma, ma tappa un altro buco) e adesso dovranno concentrarsi sull'erede di Calhanoglu. Fari puntati su Mattia Zaccagni del Verona, reduce da un biennio di livello in maglia scaligera. Con il centrocampista offensivo classe 1995 il Milan riuscirebbe a risparmiare parecchio sull'ingaggio, rispetto a quanto avrebbe dovuto scucire per mantenere in rossonero Calhanoglu, ma allo stesso tempo sarebbe costretto a un esborso economico importante - per i tempi che corrono - per il cartellino: il Verona chiuderebbe volentieri a 20 milioni, ma il Milan sarebbe orientato al massimo sui 15. Una soluzione low-cost, comunque, se si pensa che in lista - una volta appurate le difficoltà a rinnovare l'accordo con il fantasista turco - c'era un certo Rodrigo De Paul (il giocatore destinato all'Atletico Madrid di Simeone) che ha una prospettiva mondiale ma costa almeno il doppio rispetto al giocatore dell'Hellas.
Brahim Diaz-Milan: si lavora al rinnovo del prestito con il Real Madrid
L'operazione-Zaccagni, se il Milan decidesse di affondare il colpo, sarebbe comunque condizionato dal buon esito della trattativa per prolungare il prestito dell'esterno-peperino del Real Madrid, Brahim Diaz, tra i giustizieri della Juventus nell'incursione da tre punti allo Stadium bianconero. L'obiettivo della dirigenza rossonera, appunto, è quello di rinviare un eventuale acquisto definitivo del giocatore, puntando, al momento, a una nuova cessione a titolo temporaneo e strappando un diritto di riscatto a una cifra ragionevole (anche qui la valutazione che ne fanno le Merengues - 30 milioni di euro - non si sposa con il budget che i rossoneri potrebbero scucire).
Kessié-sì, Kessié-no: il Milan non può perdere il suo faro a centrocampo
Passi per Calhanoglu, ottimo giocatore ma comunque sostituibile, passi per Donnarumma, molto meno rimpiazzabile ma con delle pretese economiche inesaudibili, ma il Milan non può certo farsi prescindere dalla diga Franck Kessié, che la cura somministrata da Stefano Pioli ha trasformato in un centrocampista internazionale. Ecco, di questo ne è perfettamente consapevole anche l'entourage del giocatore che ha battuto cassa: il contratto con l'ex giocatore dell'Atalanta scadrà esattamente tra un anno. Se da un lato i rossoneri non vorrebbero trascinare la questione per le lunghe, magari con il rischio di trovarsi in un altro cul-de-sac in stile Donnarumma-Calha, dall'altro è frenato dagli stessi motivi che hanno portato poi al duplice addio di portiere e fantasista. C'è distanza tra le pretese del giocatore e l'offerta del Milan tesa a prolungare l'accordo. La sensazione è che, alla fine, la situazione non si trascinerà a lungo: difficile un addio del centrocampista (dopo le due partenze illustri e con Ibra ai box nella prima parte del prossimo campionato a causa dell'operazione al ginocchio, il Milan non manderebbe messaggi confortanti alla tifoseria in vista del ritorno in Champions), più probabile un rinnovo a cifre che, in qualche modo, possano accontentare tutti. Uno strappo di qui, uno strappo di là e il gioco è fatto. Entourage del giocatore e paletti del Milan permettendo...
Tira e molla Hakimi: Psg e Chelsea in “pista” tra sorpassi e controsorpassi
L'altro caso “caldissimo” del mercato milanese riguarda l'addio, praticamente certo, dell'esterno nerazzurro Achraf Hakimi, il sacrificabile che consentirà all'Inter di non dover vendere altri campioni e poter comunque portare avanti un mercato dignitoso. Inizialmente la dirigenza nerazzurra puntava a una megaplusvalenza dalla cessione dell'esterno marocchino: 90 milioni (eventuali bonus inclusi) a fronte di acquisto di 40 (più bonus che, alla luce della cessione-lampo, in gran parte non si concretizzaranno). Più del doppio, in sostanza. Ma Zhang e i suoi dovranno “accontentarsi” di una cifra inferiore. Se il Chelsea aveva cercato di ammorbidire le pretese di Marotta&co inserendo nella trattative contropartite gradite alla società e al tecnico (Marcos Alonso più di Emerson Palmieri), il Psg di Leonardo ha fatto leva esclusivamente sulla necessità dell'Inter di ricavare cash - tanto cash - dall'affare. L'offerta che ha fatto ripiombare i parigini nella corsa ad Hakimi con il club londinese toccherà presto quota 75 milioni. I nerazzurri gradirebbero un ulteriore sforzo. A 80, in sostanza, si chiuderebbe. La sensazione è che questa cifra possa essere sfiorata a breve, sempre con il gioco a incastro dei bonus.
Nainggolan e... i suoi fratelli
Pur potendo tirare una boccata d'ossigeno dopo l'addio di Hakimi, l'Inter dovrebbe comunque proseguire il mercato in uscita per poter limare costi di gestione e foraggiare il portafoglio delle entrate. Più che ai costi dei cartellini, l'ad Marotta e il ds Ausilio punteranno a liberarsi ingaggi-zavorra. Come quello di Radja Nainggolan. Già messo in conto che dalla cessione, probabilmente al Cagliari, del “ninja” ne verrà fuori una sanguinosa minusvalenza, ma liberarsi di un onorario così pesante (pressapoco la cifra che l'Inter sborserà per accontentare Calhanoglu) aiuterebbe. Eccome. Con un piede fuori dal Centro “Suning” anche Alexsandar Kolarov che di milioni ne percepisce 3 ma non ha incantato nella stagione precedente e anagraficamente non potrebbe far parte a lungo del progetto. Per non parlare di Arturo Vidal (6,5 milioni netti) che spinge per restare ma sarebbe stato sulla lista delle cessioni anche in caso di permanenza di Conte. Discorso diverso per Ivan Perisic: l'esterno croato è sì “blindato” da un contratto ingente (5 milioni) ma dopo l'ormai prossima partenza di Hakimi e l'addio di Ashley Young (Aston Villa), sarebbe troppo pericoloso sgomberare così rapidamente le corsie laterali, tenendo conto rimarrebbere il solo Matteo Darmian, Federico Dimarco - di rientro dal Verona - da valutare in ritiro e un Danilo D'Ambrosio in scadenza (difficilmente rinnoverà) e, tra l'altro, ormai convertito al ruolo di “braccetto” nella difesa a tre. Le altre situazioni da monitorare riguardano Matias Vecino e Andrea Pinamonti, altri potenziali cedibili per far cassa (4,5 milioni solo d'ingaggio, per non parlare dei cartellini). Il centrocampista porterebbe fieno in cascina, certo, ma il tecnico Inzaghi sarebbe così costretto a privarsi di uno dei pochi giocatori “strutturati” in mediana (l'altro è Roberto Gagliardini, che sarà confermato). L'uruguagio che “la prende e la riprende” non sarebbe una prima scelta per l'allenatore, ma farebbe “testo” all'interno del gruppo. Quanto a Pinamonti, il problema riguarda proprio l'ingaggio sproporzionato (2 milioni) per un attaccante giovane che ha giocato qualche scampolo di partita nel finale della scorsa stagione. In una squadra campione d'Italia, sia chiaro, è maturato molto anche lui, ma avrebbe bisogno di sentirsi protagonista e un prestito, l'ennesimo nel suo caso, sarebbe la soluzione ideale. Il ruolo di quarta punta, salvo occasioni last-minute alla Calhanoglu, lo prenderà inizialmente un altro giocatore del Verona ceduto in prestito dall'Inter, ovvero Eddy Salcedo Mora. poi si vedrà.
Il mercato sulle sponde dei navigli meneghini è caldissimo. Bollente.
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