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Nico Mannion torna in Italia: giocherà nella Virtus Bologna. Chi è il golden-red-boy dell'Italia del basket

Nico Mannion è un nuovo giocatore della Virtus Bologna. Il giocatore italo-americano saluta così la Nba e i Golden State Warriors per accasarsi nell’ambiziosa squadra felsinea guidata in panchina da Sergio Scariolo. Mannion, nato a Siena e figlio d’arte, il papà Pace ha giocato per tanti anni in Italia, è stato uno dei protagonisti della cavalcata italiana alle Olimpiadi di Tokyo 202.

Chi è Nico Mannion

Quando il rosso è il colore del talento. Nico Mannion da Siena come Jannik Sinner da San Candido di Bolzano.Rossi e talentuosi, appunto. Il secondo, Sinner - rifiuto olimpico a parte - è ormai una certezza.  Negli ultimi giorni il mondo degli sportivi sta cominciando a conoscere il primo, ovvero Mannion. Gli amanti del basket, invece, lo seguono da quasi un lustro. Vent'anni (compiuti il 14 marzo del 2021) e radici cresciute nel giardino dello sport.

Papà Pace Mannion, la Virtus Siena

Mannion è un figlio d'arte: papà Pace è stato un giocatore della Virtus Siena, a inizio anni 2000, ed ecco perché Nico è nato in Toscana e, oggi, può difendere i colori dell'Italia. Benedetto quel passaggio senese, verrebbe da dire. E dire che Pace Mannion, autentico globetrotter, in Italia ha giocato anche altrove (Cantù, Treviso, Caserta, Reggio Emilia, Fabriano e Roseto). Adesso i tifosi italiani sognano un ritorno a casa del figliol prodigo Nico. Arriverà il giorno, ma al momento a goderselo sono altri appassionati di pallacanestro: quelli oltre Oceano.

Golden State nel destino di famiglia

Di diverso c'è solo il numero di scelta nel Draft Nba (43 contro 48) e l'epoca, perché per il resto la storia di Nico somiglia a quella di papà Pace. Entrambi sono stati svezzati dai Golden State Warriors. L'attuale giocatore della Nazionale, in realtà, sta ancora vivendo la fase dello svezzamento e dal 2020 cresce all'ombra di un certo Steph Curry, l'uomo che segnerebbe una tripla anche sorseggiando un the alla pesca, bendato. Da mamma Gaia (Bianchi), inoltre, è arrivata un'altra discreta dose di atletismo e passione per lo sport, dato che è stata una pallavolista.

Gli esordi in Arizona e Sports illustrated

Complici le carriere dei genitori, Nico è cresciuto in Italia, parla la lingua del Belpaese e conosce molto della nostra cultura, ma a un certo punto della storia ha cercato di seguire la scia del padre, trasferendosi in America. Gli osservatori a stelle e strisce non hanno impiegato molto tempo ad accorgersi che dietro quella capigliatura rosso fuoco si celasse un potenziale fenomeno. Un talento che ha iniziato a sprigionare in Arizona (Pinnacle High School). Già all'età di 15 anni, inoltre, guadagnava le pagine di Sport Illustrated: un onore toccato solo ai grandissimi o ai potenziali grandissimi. Ed è proprio durante la sua esperienza americana che pure i talent scout italiani hanno iniziato a riempire taccuini su taccuini sul conto di Nico Mannion. Non affatto casuale, dunque, la prima convocazione azzurra datata 2018, in occasione delle qualificazioni mondiali: perché, sì, il cestista di Siena ha scelto l'Italia. Nel frattempo, l'erede di Pace, si aggiudicava il secondo titolo statale consecutivo prima di approdare in Ncaa, anticamera della Nba.

Un trampolino di lancio chiamato Wildcats e la chiamata in Nba

Lo scelgono gli Arizona Wildcats, dandogli modo di restare nel proprio Stato e non spostarsi troppo da casa. La crescita prosegue in modo netto e le sirene azzurre sono sempre più frastornanti: è solo questione di tempo, ma Nico Mannion sarà un perno della Nazionale. Poi, come detto, nel 2020 arrivano gli Warriors guidati dal guru e pluricampione Nba (sia da giocatore che da tecnico) Steve Kerr. Un primo anno fisiologicamente difficile, con tanto di prestito in G-League ai Santa Cruz Warriors, prima di entrare pian piano nel Mondo Nba. L'esordio, la prima da titolare, la prima doppia cifra e - soprattutto - i 19 punti contro i Sacramento Kings (lo score personale più alto, finora, in Nba).

No a tatuaggi e gossip

Mannion è ancora giovane, per carità, ma al momento non si segnalano tempeste ormonali, materiale da gossip o tatuaggi troppo appariscenti. Un ragazzo acqua, sapone e talento. Basti dare un'occhiata sul suo profilo social per rendersi conto che il basket è tutta la sua vita. Spulciando tra le foto, inoltre, ne spunta anche una con il suo idolo-chioccia Curry. In comune non hanno solo il ruolo (playmaker-guardia) ma anche il dono tipico dei cestisti di talento. E miglior musa ispiratrice, per Nico, proprio non poteva esserci.

 

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