Giovedì 26 Dicembre 2024

Barbaro, Battaglia, Petrilli e Costa: un sogno olimpico per tre calabresi ed una messinese

 
 
 
 
 
Raffaella Battaglia
Anna Barbaro in allenamento
Enza Petrilli
 

L'imperatore Naruhito, il conto alla rovescia, i fuochi d'artificio: allo stadio Olimpico di Tokyo ha preso il via la cerimonia d'apertura delle Paralimpiadi, le cui gare sono in programma da domani al 5 settembre nell capitale giapponese che un mese fa ha ospitato le Olimpiadi "We have the wings", il titolo della cerimonia, che allude alle ali che spingono al volo del sogno paralimpico gli atleti in gara. In tribuna, nello stadio senza pubblico per l'emergenza Covid, accanto a Naruhito c'e il presidente del comitato paralimpico internazionale, il brasiliano Andrew Parsons. La prima delegazione a fare il suo ingresso allo stadio Olimpico è stata quella degli atleti rifugiati. A tenere alta la bandiera c'era Mohammad Abbas Kharimi, paratleta del nuoto afghano nato a Kabul. Per l'Afghanistan, priva al momento dei suoi due atleti che ieri sono usciti da Kabul per andare in Australia, ha sfilato solo la bandiera nazionale, portata da un volontario. L'Italia sfila per 14esima con i portabandiera Bebe Vio e Federico Morlacchi I due atleti afghani Hossain Rasouli (lancio del disco) e Zakia Khudadadi (taekwondo) non hanno potuto raggiungere il Giappone dopo la presa di potere nel Paese da parte dei talebani, come annunciato dal presidente del Comitato internazionale paralimpico, Andrew Parsons, durante il media breafing che si è tenuto a Tokyo. A rappresentare l'Italia nella spedizione più numerosa di sempre (115 atleti), saranno la schermitrice Beatrice Vio, oro e bronzo nel fioretto ai Giochi di Rio 2016, e dal nuotatore Federico Morlacchi, un oro, tre argenti e tre bronzi da Londra 2012 a oggi. La delegazione azzurra ha fatto il suo ingresso alla cerimonia di apertura delle Paralimpiadi 2020 in corso allo stadio Olimpico di Tokyo. L'Italia ha sfilato per 14esima tra le nazioni presenti. Bebe, che a Rio ebbe l'occasione di portare la bandiera alla cerimonia di chiusura, domani da alfiere azzurro avrà la grande responsabilità di "rappresentare un Paese così bello, per me è veramente qualcosa di grande - ha aggiunto - La nostra Nazionale di scherma è pronta, è carica, non vediamo l'ora di cominciare". Forte anche l'emozione di Federico Morlacchi: "Quella che proveremo domani sarà un'emozione unica, perché vedere quel fuoco che arde dopo un anno complicato sarà una liberazione", ha spiegato il nuotatore, atteso prima dalle gare e poi dalla dolce attesa. "Il mio obiettivo ai Giochi è molto semplice - ha aggiunto Morlacchi - Voglio solo divertirmi e godermela fino in fondo. Poi dal 5 settembre inizierà la missione più difficile, la missione di papà per la quale nessuno, alla fin fine, è mai allenato...". Tra gli atleti che hanno sfilato alla cerimonia di apertura delle Paralimpiadi di Tokyo 2020 in corso, c'era anche Morteza Mehrzad nella delegazione iraniana. Sulla sua carrozzina, dall'alto dei suoi 2 metri e 46 centimetri di statura, è il secondo uomo più alto del mondo. Nel sitting volley, ha già guidato la sua nazionale all'oro paralimpico a Rio 2016 e a Tokyo punta al bis.

Il sogno olimpico delle atlete calabresi Barbaro, Battaglia e Petrilli e della messinese Costa

E la Calabria sognerà grazie alla tenacia, alla forza di volontà e alla perseveranza di tre atlete: Anna Barbaro nel Thriatlon, Raffaella Battaglia nel Sitting Volley, Enza Petrilli nel Tiro con l’arco. Queste tre ragazze hanno già raggiunto notevoli risultati sportivi. Anna Barbaro due bronzi ai Campionati Europei, due ori nella Coppa del mondo e la vittoria nelle Para Series; Raffaella Battaglia, nazionale dal 2015, insieme alle compagne del Dream Volley Pisa, ha conseguito il titolo di campione d’Italia per ben due anni consecutivi e migliore giocatrice; Enza Petrilli per due anni argento nei campionati italiani assoluti di tiro con l’arco e bronzo al Para Archery European Cup 2021. Ma queste tre atlete hanno ottenuto un più importante traguardo scardinando una visione ristretta ed errata della “disabilità” uscendo dal cliché che le avrebbe ghettizzate. Hanno dimostrato che non esiste limite che un individuo possa aggirare o superare se vuole. Assieme alle calabresi anche la messinese Carolina Costa, judoka ipovedente. La peloritana, 27 anni, messinese doc, figlia del compianto maestro Franco e dell’olimpica Katarzyna Juszczak capitana della Nazionale italiana di judo della Fspic (Federazione italiana sport per ipovedenti e ciechi), è indubbiamente tra le atlete da battere nella categoria + 70 kg. Prima nella ranking list mondiale con oltre 1600 punti ha un solo obiettivo anche se scaramanticamente non ne vuole parlare. Carolina salirà sul tatami del Nippon Budokan di Tokyo domenica 29 alle 3.30 (ore italiane).

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