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L'Inter sbatte con la Shakthar, soltanto 0-0 contro De Zerbi

Shakhtar-Inter 0-0

SHAKHTAR DONETSK (4-2-3-1): Pyatov 7; Dodo 6.5, Marlon 6, Matviyenko 6, Ismaily 6 (32' st Kryvtsov sv); Maycon 6, Stepanenko 6; Solomon 6.5 (32' st Mudryk sv), A. Patrick 6, Pedrinho 6.5; Traorè sv (11' pt Tetè 6). Allenatore: De Zerbi 6.5.

INTER (3-5-2): Handanovic 6; Skriniar 7, De Vrij 6, Bastoni 6; Dumfries 6, Barella 6.5, Brozovic 5.5 (10' st Calhanoglu 6), Vecino 5.5 (36' st Gagliardini sv), Dimarco 6 (36'st Perisic sv); Dzeko 5 (10' st Correa 6), Martinez 5 (27'st Sanchez 6). Allenatore: Inzaghi 6.

Arbitro: Istvan Kovacs (Romania) 6.

Note: serata fresca, campo in ottime condizioni. Ammonito: Dumfries. Angoli: 2-5. Recupero: 3'pt, 2'st.

Ancora lo Shakhtar Donetsk, ancora uno 0-0, ancora un risultato che complica e non poco il percorso dell’Inter in Champions League. Come un anno fa, a Kiev i nerazzurri non riescono ad abbattere il muro degli ucraini, che stavolta, con De Zerbi in panchina, hanno pure cercato più volte il colpaccio. Anche perché il passo indietro degli uomini di Simone Inzaghi rispetto alle ultime uscite è stato evidente, sia in termini di condizione fisica che di idee di gioco. Eppure, esattamente come con Conte nella scorsa stagione, l’Inter rientra dall’Ucraina con l’amaro in bocca per le tante occasioni sprecate, tra la traversa centrata di Barella e la serie di opportunità gettate al vento da Dzeko e Lautaro, con Pyatov che nel finale si è esaltato salvando su Correa e De Vrij.

Un pareggio utile solo per muovere la classifica, dopo la sconfitta all’esordio contro il Real Madrid, ma i nerazzurri avevano ben altri obiettivi, anche per cercare di evitare gli errori del passato e la rincorsa, affannosa, agli ottavi negli ultimi 90'. Ora non saranno permessi errori nella doppia sfida con lo Sheriff, per non complicare ulteriormente una campagna europea partita non sotto i migliori auspici. Oltre a far emergere una certa allergia alla Champions, visto che nelle ultime 18 partite l’Inter ha trovato solo 3 vittorie, non propriamente numeri da big. Difficoltà che si sono presentate pure a Kiev, con uno Shakhtar fin da subito pimpante, nonostante perda subito Traorè per un brutto infortunio al ginocchio. La verve dei padroni di casa non si è spenta nemmeno dopo la traversa di Barella con un destro dal limite, prima grande occasione per i nerazzurri. Un legno che serve anche da sveglia per gli uomini di Inzaghi, perché poi Dumfries fa sfiorare l’autogol a Matviyenko con un cross velenoso e sul corner seguente Dzeko, da due passi, spara clamorosamente alto.

Nella ripresa è sempre lo Shakhtar a fare la partita (chiuderà il secondo tempo col 67% di possesso palla), creando tante opportunità potenzialmente pericolose seppur Handanovic, alla fine, non debba compiere nemmeno un intervento. L’Inter cerca di approfittare degli errori degli ucraini, ma a sua volta è molto imprecisa, come quando Lautaro calcia altissimo a tu per tu con Pyatov dopo un errore del portiere e capitano ucraino in impostazione. Non bastano nemmeno i cambi a rianimare i nerazzurri, apparsi anche in difficoltà a livello fisico dopo gli sforzi della sfida di sabato con l’Atalanta. Nel finale, però, la qualità emerge: serve il miglior Pyatov per salvare lo Shakhtar, con due interventi decisivi su un destro velenoso di Correa e su colpo di testa di De Vrij. Troppo poco, però, per riuscire a strappare i tre punti alla diretta concorrente per gli ottavi. Con il risultato che l’Inter, ancora una volta, si ritrova spalle al muro in Champions: i margini di errori saranno decisamente ridotti per provare ad evitare la quarta eliminazione consecutiva ai gironi.

 

 

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