Serie... Halloween: Mourinho ha uno Stregone per capello, la zucca del Napoli è piena. Juve, niente dolcetto
Serie... Halloween: Mou ha uno Stregone (Ibrahimovic) per capello, mentre la zucca (Spalletti) del Napoli è piena e la Juve resta senza dolcetto. Nella notte delle streghe ruba la scena lo... Stregone. Anzi, quel diavolaccio di Ibrahimovic. C'era da prenderlo per pazzo - alzi la mano, suvvia, chi non l'ha fatto - quando, insediatosi sul trono rossonero per la sua seconda volta in carriera (un ritorno sulla soglia dei quarant'anni e con acciacchi vari sotto la corazza scandinava), affermava: “Se fossi arrivato prima avremmo vinto lo Scudetto”. Sì, come no. C'era la Juve (sai che novità...) di Sarri a menare le danze e una pandemia da coronavirus sempre più vicina - neanche questo potevamo saperlo - che avrebbe sparigliato le carte. In tutti i sensi. Parlava così e ne aveva ben donde, se è vero come è vero che la profezia si sta avverando a meno di due anni di distanza. Che in teoria dovrebbero pesare sulla bisaccia di Ibra, ma il realtà lo rendono leggero come un fenicottero. Perché per volare alto in classifica non bisogna certo essere zavorrati. Lo sta capendo (si spera) pian piano anche José Mourinho, sempre più schiacciato dal peso di un passato che non tornerà più. Dopo la parentesi Tottenham, la chiamata dalla Capitale. Il modo migliore - la Roma - per rimettere piede in un campionato che lo aveva salutato da dominatore assoluto sulla panchina dell'Inter (con tanto di storico Triplete) e oggi lo ritrova imbolsito e meno vulcanico. Perché lo Special One ha perso anche la garra di chi ha le orecchie tese alla ricerca del rumore dei nemici. Neanche gli arbitri riesce più a prendere di punta, faccia a faccia (“Se parlo non vado in panchina domenica”: ci aveva abituati molto meglio...). E dire che ne avrebbe più di un motivo, alla luce dei trattamenti riservati alla Roma nelle ultime gare (anche contro il Milan dello Stregone). Qualcuno parlerebbe di pancia piena per giustificare il lungo digiuno da trofei di Mou, mentre a scoppio ritardato (francamente lo avrebbe meritato prima) si fa largo... la zucca piena, tanto per restare in tema Halloween. E la zucca (o pelata, che dir si voglia) in questione è quella di Luciano Spalletti. L'anti-Special One ai tempi della singolar tenzone Inter-Roma è l'altra faccia della medaglia d'oro che semina il panico in serie A. Così come Stefano Pioli (meriterebbe un'enciclopedia a parte il suo modo di rendere “Milan” il Milan), anche il tecnico toscano ha la fedina immacolata: solo vittorie per entrambi e a un pareggio appena.
Il ghigno di chi non molla
A chiudere il podio, seppur a debita distanza (-7 è già una temperatura che richiede qualcosa in più di sciarpa e cappotto) c'è l'Inter di Simone Inzaghi. Un paio di passi falsi - soprattutto negli scontri diretti - hanno minato la rincorsa alla vetta, ma il ruolino di marcia è comunque notevole: 7 vittorie, 2 pareggi e una sconfitta. Sarebbe seconda a un tiro di schioppo dalla vetta in tutti gli altri principali campionati europei. Non male se si considera che i nerazzurri hanno perso allenatore (Antonio Conte, mica pizza e fichi), il miglior esterno destro al mondo (Hakimi), uno dei tre attaccanti più prolifici in Europa (Lukaku) e il suo numero 10 (Eriksen, sempre più diretto verso un campionato che gli consenta di giocare nonostante il suo problema cardiaco). E invece di giganti da rimontare ne ha due. Ed entrambi li sfiderà nelle prossime gare di campionato. Prima lo Stregone, poi la Zucca. Come batterli? Magari mostrando il ghigno sdoganato in eurovisione dal rincalzo Correa dopo il primo dei due gol segnati all'Udinese. Tradotto: l'Inter nel medio-lungo periodo dovrà far valere la profondità della rosa.
C'è poco da stare Allegri dopo la fatal Verona
Chiudendo il trittico di Halloween c'è chi di dolcetti non ne ha ricevuti ma continua con gli scherzetti ai danni dei propri tifosi. Non è un magic moment per Massimiliano Allegri. Dopo il “caso Ambra” il... “caso Juventus”. Distanza dalla vetta già siderale (32 punti - sommati - da recuperare tra Milan e Napoli sono già una sentenza) e zona Champions fortemente a rischio. La fatal Verona ha ammazzato le ambizioni di rimonta dei bianconeri, già fortemente messe in discussione dalla figuraccia interna contro il Sassuolo. Il primo a parlare di “vergogna” è stato proprio Max, colui il quale ha visto più di tutti le streghe in zona Halloween. E una, per lui, aveva un aspetto spaventoso: Giovanni Simeone, erede di cotanto padre, che sta strappando a morsi l'etichetta di figlio d'arte. Perché in serie A, nella notte di Halloween, c'è spazio anche per storie come la sua.