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Anno del Signore 2021, da Jacobs agli azzurri di Mancini: dieci momenti che hanno cambiato lo sport italiano

Nel momento stesso in cui stava attraversando il nostro corpo, inebriandoci col profumo della vittoria, sapevamo che questa scarica emozionale sarebbe stata irripetibile. Perché il 2021 dello sport italiano è un unicum, il classico viaggio della vita (reso ancora più epico dalla coesistenza con quella brutta bestia chiamata coronavirus) che resterà in eterno in cima alla sequela di aneddoti da raccontare, magari enfatizzando un po’, ai nipotini appollaiati sulle ginocchia. Magari no, magari senza colorare con ulteriore enfasi un dipinto che nemmeno Caravaggio avrebbe potuto spalmare meglio su tela. Il 2021 dello sport italiano è un quadro perfetto. I nipotini, a bocca aperta, risponderanno sempre: «Davvero?». Sì, davvero. Perché l'Italia campione d'Europa era stata preceduta dalla prima e storica finale di un tennista di casa nostra a Wimbledon e seguita dalle Olimpiadi e Paralimpiadi (a Tokyo) più prolifiche di sempre (ed è da questa bisaccia a cinque cerchi che tiriamo fuori un bel numero di date memorabili). Una valanga di trionfi che ha quasi fatti passare in secondo piano i successi di squadra (volley maschile e femminile) o su due ruote, successive ai Giochi: ma solo per sovrabbondanza.
E proprio come certi profumi, questo, difficilmente lascerà la nostra pelle. Il 2021 tricolore è per sempre.

I dieci momenti che hanno cambiato per sempre la storia dello sport italiano

4 luglio 2021: l'Italbasket è tornata dopo 17 anni di purgatorio

L'Italbasket di Meo Sacchetti la combina grossissima e dà il la al romanzo sportivo italiano più bello di sempre. Un'opera di dieci capitoli (principali, perché ce ne sarebbero degli altri). A inizio mese gli azzurri si presentano in Serbia, nella gara valevole per le qualificazioni alle Olimpiadi di Tokyo. Una formalità - per i padroni di casa - secondo molti addetti ai lavori (anche nostri...). Ma a guardarli negli occhi, Nico Mannion e compagni, si capisce che per la grande favorita sarà durissima. Perché la luce che illumina il viso dei Sacchetti Boys è la stessa che si adagiava con grazia sul volto di Myers&co negli anni del grande basket azzurro. E difatti: Serbia battuta 102-95. A domicilio. E Italia che torna a cullare il sogno a cinque cerchi dopo 17 anni di travasi di bile e mediocrità. Sembra il capitolo più avvincente dell'estate italiana, invece è solo la scena introduttiva di un capolavoro inarrivabile.

9 luglio 2021: il giardino di Wimbledon esalta un italiano

Per la prima volta nella storia, un italiano solcherà il tunnel di Wimbledon nell'ultimo atto del torneo più bello e nobile della storia del tennis. Un luogo dove gli impostori - la vittoria e la sconfitta - si alternano ogni anno. Il giardino che, negli anni, è appartenuto a segnanti svedesi (Borg), statunitensi (Sampras), svizzeri (Federer) e serbi (Djokovic). Matteo Berrettini liquida il polacco Hurkacz in tre set e vola in finale scrivendo a mani nude una delle pagine più belle della storia dello sport azzurro. Non era mai accaduto. Difficilmente riaccadrà.

11 luglio 2021: campioni d'Europa, campioni d'Europa, campioni d'Europa!

Contro pronostico, l'Italia del calcio è campione d'Europa. E lo fa a distanza di  53 anni dall'ultimo successo continentale, con un cosentino in rosa (Mimmo Berardi). Poco prima di mezzanotte, il trionfo ai rigori. Contro l'Inghilterra. In casa dell'Inghilterra. Con tanto di regnanti (grandi e piccini) in lacrime, spiazzati dallo smacco italico. Inconsolabili, un po' come quel bambino tedesco sulle tribune del Westfalenstadion di Dortmund, 15 anni prima, al termine della semifinale dei Mondiali tedeschi, Italia-Germania 2-0. Anche stavolta resta memorabile la scelta sadica del regista di catturare gli attimi più drammatici degli eventi sportivi quando attraversano i volti dei bambini. Perché a un po' tutti i bimbi, in fondo, è capitato di versare lacrime a profusione per una sconfitta inaspettata. Chi scrive lo era in occasione di Italia '90: sarei potuto esserci io nell'inquadratura del regista di turno quando l'argentino Goicoechea disinnescava le mine dagli undici metri di Donadoni e Serena. O ancora, sempre io, quattro anni dopo, a Pasadena, a raccogliere l'ultimo pallone del Mondiale calciato in tribuna da Roby Baggio. Il calcio dà, il calcio toglie. Nel 2021 ha dato tantissimo all'Italia, speriamo che non voglia resa la pariglia nell'anno che sta per iniziare. Che marzo, allora, sia un prolungamento dell'anno di gloria e non l'ennesima occasione per i registi a caccia del bimbo più triste con il tricolore dipinto sul volto e scolorito dalle lacrime.

27 luglio 2021: l'ultima vasca della divina 

Federica Pellegrini si qualifica per la sua quinta finale olimpica consecutiva nei 200 metri stile libero. Nel nuoto femminile nessuna era mai riuscita a osare fino a tal punto. E lo fa dopo aver raggiunto la semifinale per il rotto della cuffia. Già, la Pellegrini, il trait d'union ideale tra il genere umano e le divinità. La dea delle acque, la risposta femminile a Poseidone materializzata in vasca. Anche questa è storia. Anche questa difficilmente replicabile.

1 agosto 2021: da Rio a Tokyo, il sogno di Gimbo

Certi successi nascono nel terreno poco fertile della disperazione. Accade, quando il fisico di atleta si fonde con una mentalità di acciaio. È successo a Gimbo Tamberi, professione saltatore (in alto). Il punto più basso e deprimente di questa storia (da lì in poi, solo risalite) è stato toccato alle 12,20 del 16 luglio 2016 quando il campione italiano incassa la diagnosi (sentenza, sarebbe più corretto affermare) del prof Benazzo, che lo ha visitato dopo l'infortunio alla gamba: niente Olimpiadi di Rio. Giochi a cinque cerchi che lo avrebbero visto come favorito assoluto. L'operazione, le lacrime mentre in tv mandano la gara (la sua gara) carioca ma soprattutto la sveglia puntata su un orario preciso. Su una data precisa, su un posto specifico: Tokyo. Ci sono voluti cinque anni (uno in più del solito a causa del supplizio chiamato Covid) ma ne è valsa la pena, perché nessuno riusce a saltare più in alto di Gimbo. Al massimo allo stesso modo, perché il qatariota Mutaz Barshim si piazza insieme a lui sul gradino d'oro. Quello stesso atleta che, quando Gianmarco era in una camera di albergo, in lacrime, dopo aver gettato alle ortiche il sogno di Rio, era lì consolarlo. Stavano preparando la storia, ma non ancora non lo sapevano.

1 agosto 2021... bis: l'uomo più veloce del mondo è nostro

Marcell Jacobs è l'impersonificazione del modo di dire: “cavalcare l'onda dell'entusiasmo”. La pista nipponica è ancora rovente, perché pochi istanti prima Tamberi e Barshim hanno compiuto l'impresa iridata nel salto in alto. E ad attendere il centometrista azzurro, dopo il traguardo, c'è proprio Gimbo, fresco di giro d'onore bardato nel tricolore. La freccia azzurra arriva dalle retrovie (eccome se arriva), fende l'aria con la stessa precisione dei migliori schermidori (i grandi assenti del 2021 a tinte italiane) e ficca il naso davanti a tutti prima di travolgere Tamberi che lo attende a bordo pista come una mamma che non vede l'ora di riabbracciare il proprio pargolo all'uscita del primo giorno di scuola. Storia. Anche questa. E primo agosto “seconda” giornata nazionale.

6 agosto 2021: la 4x100 tricolore ci fa viaggiare in Paradiso

La sbornia per i miracoli targati Jacobs e Tamberi è ancora “fresca”, ma evidentemente l'ambrosia dei campioni non è ancora stata scolata tutta. A giudicare da come i quattrocentisti azzurri divorano la pista nipponica in occasione della 4X100. Patta-Jacobs-Desalu-Tortu, così, tutta d'un fiato. Un quadrumvirato che sarà mandato giù a memoria anche dai posteri, quando magari le immagini di oggi, nitide e a colori, saranno proiettate in 4D (o chissà in che modo...) nelle palestre, nella aule di scuole, nelle accademie sportive. Perché il ritornello Patta-Jacobs-Desalu-Tortu non sarà solo il tormento per i figli della Perfida Albione  (ché di smacchi alla Gran Bretagna, nel 2021 da guinness, ne sarebbero bastati la metà...) ma anche le parole dell'inno dell'atletica leggera (super anche dopo con i trionfi nelle marce di Massimo Stano e Antonella Campisano) per molti, molti anni.

28 agosto 2021: molto più di una vittoria per Bebe

Una data simbolica, perché ce ne sarebbero tante da sciorinare per celebrare le gesta dei paralimpici di casa nostra a Tokyo. Ma questa, di data, è abbinata al trionfo più bello: quello di Bebe Vio, la fiorettista azzurra. Un oro messo in conto da tanti, certo, almeno fino alla conferenza stampa post-successo in cui la campionessa svela di aver lottato con la morte, appena quattro mesi prima, a causa di un'infezione. Sconfitta anche la paura, come sempre, per lei, in punta di fioretto.

10 novembre 2021: ciao Tony, fenomeno

Tony si è fermato a Mantova. Dopo 278 gare e 19 anni di onorata carriera il leggendario Cairoli (conditi da 9 titoli mondiali) si leva il casco e smette la tuta. Un orgoglio messinese, un orgoglio italiano. E proprio pochi giorni prima dall'ultima gara del dottore. Due icone delle due ruote, due bandiere che si ammainano quasi in simultanea.

14 novembre 2021: il dottore va in pensione

ValeRossi. Così, scritto tutto attaccato. Perché ha poco di persona normale, con un “umile” nome e cognome. Valentino Rossi è la storia italiana sulle due ruote (seppur abbia vinto meno di Agostini). Ci perdonerete se proprio non riusciamo a declinare la frase al passato, perché le due imprese sono ancora vivide. Anni di trionfi, sempre conditi da una derapata spettacolare o da una celebrazione particolare. In perfetta linea con il personaggio. È sceso dalla moto, per sempre (?). Ma quando un centauro di qualunque parte del mondo compirà un'impresa, opererà un sorpasso da brividi o sovvertirà un pronostico già blindato non potrà che rispolverare un'impresa, un sorpasso o un pronostico sovvertito del biondino riccioluto di Tavullia.

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